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from: http://www.ecn.org/altern.org/comunicato.htm
E' LA NOSTRA LIBERTA'
CHE STANNO UCCIDENDO!
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Il 18 dicembre l'Impresa Cyberbrain, che sviluppa e
amministra la maggior parte dei servizi del sito Internet "Le
village" (http://www.le-village.com), riceve la
visita "muscolosa" dei poliziotti. Il Direttore della societa',
Guillaume Esnault, viene ammanettato con le mani dietro alla schiena!
Davanti ad una buona decina di testimoni, clienti, fornitori.... I
locali vengono perquisiti... I "colpevoli" (tre persone
tra cui una donna incinta di 7 mesi) vengono messi in una gattabuia
della Polizia Giudiziaria di Rennes.
I poliziotti giustificano la loro presenza con la scoperta di un sito
contenente immagini di films dell'orrore "di natura tale da scioccare
la sensibilita' dei minori", su una delle 200 000 pagine web
francesi ospitate dal servizio gratuito "Le Village".
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Il 10 febbraio 1999, la corte d'Appello di Parigi condanna
la societa' AlternB, gestrice del server altern.org (http://altern.org)
a 400 000 Franchi francesi di multa e spese per aver ospitato un sito
web (tra 30 000 altri), gratuitamente e senza "controllo dei
contenuti", che mostra la "top model" Estelle Halliday
passabilmente svestita. Il tribunale ha stimato che all'occorrenza
"il fornitore di spazio ha l'obbligo di vegliare sulla buona
moralita' di cio' che ospita"... Disposizione che, visibilmente,
s'impone ai fornitori di servizi gratuiti, ma non alle centinaia di
siti commerciali che propongono a pagamento delle foto "leggere"
di stars e top models.
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In seguito i procedimenti piovono su AlternB (http://altern.org/defense) con diversi
pretesti (la Regia della Metropolitana parigina, la societa' che gestisce
i diritti di immagine di Calimero, ecc.), ogni volta con una cauzione
finanziaria e il rischio di ammende di diverse decine di migliaia
di franchi.
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Prima di questa vicenda c'erano stati i tentativi di
vietare il sito della rivista "Radikal" (http://www.ax4all.nl/~radikal)
in Germania, il sequestro delle macchine di providers come FranceNet
(http://www.francenet.fr) o Worldnet (http://www.worldnet.fr) in Francia, il sequestro
del server "Isole nella Rete" (http://www.samizdat.net/hautevoix/inr)
in Italia, ecc. Queste azioni, degne di una volgare "repubblica
delle banane" ci ricorda ancora una volta che appena si parla
di Internet - oggetto privilegiato di tutti i deliri di sicurezza
- la Francia, come tanti altri paesi democratici, non esita a lasciare
il campo libero ad una giustizia sommaria e ad interventi polizieschi
francamente sbrigativi.
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Al di la' dell'ingiustizia che colpisce Valentin Lacambre
e Guillaume Esnault e' l'esistenza stessa di possibilita' concrete
di espressione libera sul net che viene minacciata dalla moltiplicazione
di decisioni giudiziarie con effetti particolarmente perversi. E'
la liberta' di espressione stessa che viene ormai considerata un delitto:
si vuole far accettare l'idea che sarebbe totalmente incontrollabile
e quindi utile ai soli criminali (pedofili, neonazisti, terroristi,
trafficanti di droga, pirati, ecc.) e che conviene moltiplicare le
procedure di controllo e i dispositivi repressivi.
Con il moltiplicarsi delle denunce sistematiche per le piu' piccole
infrazioni, le condanne con multe astronomiche, le perquisizioni di
polizia e gli arresti, con l'uso di mezzi totalmente sproporzionati
alle infrazioni reali o presunte, si vuole chiaramente fare pressione
sui fornitori di servizi telematici affinche' diventino loro stessi
gli agenti di una censura che non vuole svelarsi apertamente, affinche'
la "paura del gendarme" li conduca ad un controllo preventivo
del contenuto delle pagine web dei loro utilizzatori e (perche' no?)
a trasformarsi in veri ausiliari di polizia pronti alla delazione.
Purtroppo, diversi esempi specifici (occorre fare nomi?) di censura
preventiva da parte dei providers, senza il minimo iter giudiziario,
ci dimostrano gia' quali sono i pericoli di una tale "purificazione
telematica".
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Vogliamo esprimere la nostra solidarieta' particolare
con altern.org e Valentin Lacambre. I nostri obiettivi sono sempre
stati finalizzati a favorire la circolazione dell'informazione. L'offerta
di altern.org di mettere a disposizione di ognuno, senza il minimo
controllo, indirizzi e-mail e spazi virtuali, partecipa a questa medesima
volontà e bisogno reale. Ricordiamo anche che, in
occasione del sequestro del server InR (http://www.ecn.org)
nel giugno '98, e' grazie all'esistenza dei servizi di altern.org
che l'Ecn Paris ha potuto continuare a esprimersi ed esercitare la
sua vocazione di comunicazione alternativa. Con questa vicenda non
e' solo l'esistenza di un simpatico servizio "gratuito"
ad essere messo in causa, ma e' un vero e proprio spazio di liberta'
che viene minacciato.
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Vogliamo anche ricordare la nostra accanita opposizione,
e quella di una buona parte del "popolo delle reti", ad
ogni tentativo di controllo della liberta' di espressione individuale
e collettiva su Internet in nome degli abituali pretesti di difesa
dell' "ordine pubblico e morale" e del "copyright".
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Rivendichiamo da parte nostra che sui server http://www.ecn.org e http://www.samizdat.net
nessuna informazione legale e' chiesta a coloro che ne usano i servizi,
e che teniamo solo i dati tecnici riguardanti le macchine, preferendo
chiaramente correre il rischio di coprire un eventuale "criminale"
piuttosto che assumere la responsabilita' di colpire il diritto imprescindibile
alla riservatezza e alla liberta' di espressione di quelli ai quali
offriamo uno spazio di viisbilita' e mezzi di espressione.
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Ci auguriamo che, al di la' delle proteste e delle dimostrazioni
di simpatia nei confronti di coloro che vengono oggi colpiti dall'arbitrio
poliziesco e giudiziario, questi eventi siano finalmente occasione
di un dibattito politico sulle liberta' civiche nei territori infiniti
della
comunicazione.
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Ci associamo a tutte le azioni di protesta (http://www.comite-altern.sgdg.org/)
di fronte agli attacchi senza nome di cui sono vittime AlternB e "Le
village"... come a tutte le iniziative di disobbedienza civile
che potrebbero sostenerli concretamente. Consci che deve essere chiaro
per tutti che gli scopi della campagna attuale vanno ben al di la'
delle rituali chiacchere incontinenti di internauti, ben al di la'
delle sole iniziative simboliche, e necessitano di una mobilitazione
reale di difesa della liberta' di espressione, di comunicazione e
di acceso ai
saperi e alle informazioni.
Il 21 marzo si terra' la ridicola "festa dell'Internet"
(http://www.elysee.org). Potrebbe essere l'occasione
per l' "internet solidale e no-profit" di esprimersi chiaramente
su "questa sconfitta" e di essere presenti ovunque (online
e nella realta' fisica) per ricordare con tutti i mezzi necessari
che la legge degli sbirri e dei mercanti non e' la nostra...
Hack the power...
Parigi, 21 febbraio 1999
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