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Strano Network, Decoder e City Lights annunciano
la conferenza di:
Lee Felsenstein
(una delle figure piu' importanti dell'hackeraggio hardware nella Bay
Area durante gli anni '70 ed ex "esperto" della rivista underground
"Berkeley Barb")
con interventi introduttivi di:
Raf "Valvola" Scelsi (Decoder)
Gianni "Uvlsi" Mezza (Decoder)
Stefano Sansavini (Strano Network)
venerdi' 8 maggio ore 21.30
Libreria City Lights
Via S. Niccolo' 23, Firenze tel. 055-2347882
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Per informazioni su Lee Felsenstein contattare:
Stefano Sansavini di Strano Network - sansa@ecn.org
Per altre informazioni contattare:
Libreria City Lights
Via S. Niccolo' 23, Firenze tel. 055-2347882
o
Tommaso Tozzi
tel. 055-485996
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CHI E' LEE FELSENSTEIN:
E' uno dei fondatori del Community Memory project, dove e' stato
realizzato, forse, il primo terminale pubblico di accesso alla rete a
Berkeley, in California nel lontano agosto 1973. L'idea era quella che
i
computer andassero "incontro al popolo". In un volantino distribuito
dal
Community Memory il terminale veniva definito come: "un sistema di
comunicazione che educava la gente a prendere contatto con gli altri sulla
base di interessi condivisi, senza dover sottostare al giudizio di una
terza parte". Gli anni passano ma le questioni fondamentali restano
!
Ancora oggi queste parole sono estremamente attuali.
L'impegno di Felsenstein e' sempre stato teso a portare i computer fuori
dalle cattedrali dei laboratori di informatica con i sacerdoti in camice
bianco e permettere cosi' a tutti di scoprire da soli il gusto di
esplorarli e di "poterci mettere sopra le mani".
Fin dall'adolescenza Felsenstein era attratto da qualsiasi apparato
elettronico e dopo il diploma si iscrisse alla facolta' di ingegneria
elettrotecnica di Berkeley dove ottenne un incarico di lavoro al Flight
Reasearch Center della NASA nella base dell'Air Force di Edwards, ma dopo
due mesi fu espulso perche' figlio di iscritti al Partito Comunista. A
Berkeley partecipa al Free Speech Movement. Durante quegli anni progetto'
un'apparecchio che funzionava sia da megafomno che da mazza per difendersi
dai poliziotti. Nel 1968 entra a far parte come "redattore militare"
del
giornale underground Berkeley Barb. In quegli anni scriveva: "La
rivoluzione non puo' essere fatta da un manipolo di cospiratori che
mormorano intorno a una candela in un seminterrato distrutto. Essa richiede
infiniti approvvigionamenti. macchine ed armi moderne... e deve esserci
lealta'... e un'organizzazione superlativa"
Nel 1974 inizia a lavorare al progetto di un terminale che rendesse
accessibile il computer alla gente comune: il Tom Swift Terminal. Questo
progetto non fu mai portato a termine, perche' nel frattempo altri progetti
simili furono realizzati. Rimane pero' la concezione del terminale di
Felsenstein, una macchina realizzata con componenti di recupero accessibili
a tutti e su cui tutti avrebbero potuto metterci le mani..
Dal 1975 Felsenstein partecipa all'Homebrew Computer Club, gruppo di
appassionati di computer fatti in casa. In quell'anno scrive sul "Journal
of Community Communication" che i "computer da tavolo sarebbero
stati
creati e usati dalla gente nella vita di tutti i giorni in quanto membri
di
una comunita'". Contemporaneamente realizza il progetto per un modem
a
basso costo, il "Pennywhistle" che verra' venduto a 109 dollari.
Nel 1976
realizza il Sol, uno dei primi personal computer con monitor e tastiera,
per la Process Technology insieme ad altri frequentatori dell'Homebrew
Computer Club. Anche in questo caso l'idea era quella di mettere a
disposizione della gente uno strumento tecnologico per apprendere e
comunicare. Un'altra caratteristica del Sol come disse Felsenstein era
di
"eesere stato progettato partendo da un bidone della spazzatura,
in parte
perche' quello e' il mio punto di partenza, ma soprattutto perche' non
ho
fiducia negli industriali: loro potrebbero decidere di sopprimere i
'diversi' come noi e negarci le parti di cui abbiamo bisogno".
All'inizio degli anni '80 progetta per la Osborne il primo computer
portatile. Nel frattempo gran parte di cio' che riesce a guadagnare lo
butta nel progetto del Community Memory.
Lee Felsenstein non e' mai diventato ricco, anche se molti si sono
arricchiti grazie a lui e soprattutto ai suoi "hack" e continua
a credere
nella possibilita' di un cambiamento sociale attraverso l'uso massificato
del computer. A questo scopo ha anche lavorato alla creazione di
un'associazione di "boy scout digitali" chiamata "Hacker's
League".
Insomma Lee e' un personaggio che ha iniziato tanto tempo fa a pensare
alle
tematiche a cui molti di noi oggi si appassionano, mantenendo
un'eccezionale coerenza in tutti questi anni.
(testo di Stefano Sansavini di Strano Network)
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Il tour di Felsenstein in Italia, organizzato da Decoder, prosegue
a Milano:
sabato 9 maggio ore 17.00
Libreria Calusca c/o Centro sociale Cox18
Milano - info-line 02/58317306 - 02/58105688
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