Argomenti trattati: realtà virtuali, copyright, demercificazione



"FETICCIO"
Di Fiammetta

Testo inserito all'interno dell'area file "Metanetwork: Materiali utenti" nella banca dati Hacker Art BBS




MATERIALISMO E SMATERIALIZZAZIONEAvrete notato che negli ultimi mesi i giornali hanno dato molto spago agli appassionati di tecnologie elettroniche e dello spazio virtuale, un po' per merito del Lawnmower man, un po' perche' di qualcosa devono pur chiaccherare, un po' perche' e` uscito anche qualche libro buono, con quel tanto di zolfo che fa del bene all'eterno traccheggio dei media.
Non vorrei sembrare indiscreta ma e` necessario che ponga una domanda sulla vostra idea del senso profondo,ultimo, della nostra umana esistenza. Siete voi convinti che esso consista nel raggiungere lo stato di LIBERATO IN VITA? "Costui muore al diritto e rinasce in un mondo dove per lui non sussiste piu` nessun condizionamento. I doveri che incombono sull'uomo normale e sociale sono caduti, il liberato in vita non rientra nemmeno nella famiglia .(...) La sua natura non si fonda sulla sua intelligenza, nella quale pure si riflette, essa e` direttamente quella del cosmo intero. Di lui e` lecito soltanto dire che testimonia. Il suo ritmo interiore e` quello del sonno profondo nel pieno della veglia. Non ha nessun desiderio, come chi dorme. Pensa che nulla esista. Agisce, ma nulla lo tocca nell'interiorita`. Rinuncia interiormente ad ogni azione e nulla desidera. E` colmo di gioia, non ha antipatia, dolore, emozione, ventate di piacere." (per ulteriori chiarimenti sulla vita e sui modi del liberato in vita consultate il Tripura Rahasya, "delizioso trattato di data indeterminabile, fedele alla scuola s'akta" ) Ebbene, se la tesi vi convince troverete che le 55000 lire chieste da Adelphi per "Uscite dal Mondo" di Elemire Zolla sono un piccolo sacrificio, e auguri per la vostra liberazione. Se invece siete convinti del contrario tenetevi alla larga dal libro, o vi scatenera` una crisi di irritazione pari a quella provocata a Tomas Maldonado, della quale non si fa mistero in "Reale e Virtuale", altro libro interessante, Feltrinelli, 26000. Premetto che la mia simpatia ed il mio affetto ( tra i due) vanno tutti al Maestro Elemire (non sarebbe male mettere in rete almeno le prime 50 pagine del libro, quelle piu` direttamente pertinenti con il mondo cyber), che ci offre un panorama ragionato e molto sentito delle filosofie (e delle tecniche) appunto di uscita dai confini dell'impero dell'io. Il nostro caro guru (medita a Montepulciano per buona parte dell'anno, e si potrebbe anche andare a rompergli un po' i santissimi) e` colpito da questo particolare aspetto della realta` virtuale: la possibilita` di compiere esperienze mentali libere e "vere" FUORI dal recinto dei sensi, e la fuori imparare. Dice nell'introduzione:" Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato secoli e secoli e` l'atto piu` bello che si possa compiere. Quasi nemmeno ci rendiamo conto delle nostre tacite obbedienze e automatiche sottomissioni, ma ce le possono scoprire , dandoci un orrore salutare , i momenti di spassionata osservazione, quando scatta il dono di chiaroveggenza e liberta` e per l'istante si e` padroni , il destino sta svelato allo sguardo." Ora, io conosco solo la mia particolare esperienza, e quindi non posso giudicare, ma quello che mi ha piu` colpito nell'uso del computer e` proprio il grado di concentrazione che ti aiuta a raggiungere, la possibilita` del tutto nuova per me di agire ad una velocita` simile a quella del pensiero. Ci sono buoni motivi per credere che la pratica quotidiana di questa facolta` (non sono molti quelli che ne sono completamente consapevoli) porti a qualche cosa di importante anche se non immediatamente visibile, qualcosa di non facile da misurare ne' da capire ne' da controllare. Dunque e` il caso di accettare suggerimenti. Zolla paragona questi fenomeni all'esperienza sciamanica, anzi si e` convinto che essa sia riproducibile per data suit e che attraverso il grande imbuto digitale sia piu` semplice da comunicare. Puo` darsi, ma qualcosa mi dice di no. Onestamente spero di sbagliare perche` e` fuori di dubbio che l'intossicazione psicologica prodotta dal presente sistema di comunicazione e` giunta ad un livello piu` che preoccupante. Anzi vorrei dire che e` giunta ad un punto oltre il quale o ci si difende o si affoga . Negli anni cinquanta M.Mac Luhan suggeriva di scrutare il MAELSTROM, il gorgo che ti inghiotte, e di studiarne il movimento , per capirne la legge e provare a galleggiare; mi spiace dirlo ma a quarant'anni di distanza possiamo dire che lo sforzo e` stato del tutto inutile. La critica delle comunicazioni di massa ha strumenti notevolmente sofisticati, non mancano teorie, ne' dati ne'esperienze per comprendere il mondo dei media anche nei meccanismi che si vorrebbero tenere sotto un opportuno velo di ipocrisia. Se si osserva bene ci si accorge che i bambini degli anni novanta capiscono il sistema dei media piu` di quanto non lo comprendesse un giornalista dell'immediato dopoguerra, del resto sono sicura che nessun pubblicitario si cura piu` da anni di nascondere gli intenti fondamentalmente truffaldini della propria professione. Eppure piu` la truffa e` manifesta e piu` funziona, piu` le leggi del maelstorm si fanno geometria elementare e meno si vedono i segni di una via di uscita sociale. Pensiamo al fenomeno Vanna Marchi : ricordate la donna cannone vociante come un predicatore elettronico ed anche piu` arrogantemente sicura di costituire l'unica via di salvezza ( al modico prezzo di centomila) dal male morale per eccellenza, la cellulite? Ricordate l'integralistico disprezzo per i peccatori che si ostinavano sciattamente a non aderire alla santa crociata dello scioglipancia, al bagno lustrale nelle alghe marine a tutte le proposte (sempre da centomila) che con commovente spirito apostolico ella lanciava nelle nostre povere case? Mai il gorgo si e` manifestato cosi` chiaramente, sembrava che Vanna Marchi volesse fondare un teatro anatomico di scienze sociali, e che volesse interpretare contemporaneamente il patologo ed il cadavere. Chi mai avrebbe potuto credere ancora alla pubblicita` di un qualunque cosmetico dopo tante esternazioni? Eppure si legge che il settore tira sempre benissimo e si presenta sempre nello stesso modo, quello che Mac Luhan ha fatto in sottili fettine quarant'anni fa. Anzi il successo di Vanna e` stato tale da associare alla Scuola dello Scioglipancia persino un presidente della Repubblica, che piu` vociava e piu` mentiva e piu` piaceva al suo target group. Insomma. e` molto probabile che rivolgersi ai maghi sia buona politica, almeno cosi` la vedo io. Il libro di Maldonado , nella prima parte, si occupa delle tecniche di rappresentazione della realta`, del loro utilizzo nella comunicazione sociale e del valore conoscitivo delle immagini che ne derivano ( immagini speculari, prospettiva, ceroplastica, trompe l'oeil ed in generale le rappresentazioni iperrealistiche). Questo il taglio e fin dalle prime pagine non si nascondono gli obiettivi polemici, tutti coloro che dai diversi versanti si sono convinti che le successive fasi della presente rivoluzione tecnologica porteranno ad una irresistibile rarefazione dei nostri rapporti con il mondo materiale. "In tali scenari, dice Maldonado, l'impatto delle tecnologie emergenti (informatica, telecomunicazione, bioingegnerie, robotica e tecnologie dei materiali avanzati) porterebbe ad un progressivo assottigliarsi della materialita` del mondo, ad una dematerializzazione della nostra realta` nel suo complesso. In altre parole, si sarebbe ormai avviata una contrazione dell'universo degli oggetti materiali, oggetti che verrebbero sostituiti da processi e servizi sempre piu` immateriali." Naturalmente Maldonado ha presenti benissimo i termini tecnici del problema ed anche il substrato filosofico-scientifico, la sua incredulita` non e` per il processo ma per il risultato. Forse ha un cattivo ricordo dell'acido ed una scarsa propensione a liberarsi in vita perche` naturalmente ce l'ha su anche con Timoty Leary, Baudrillard e via smaterializzando. L'abbaglio nasce, secondo Maldonado, "dalla ossessiva tendenza contemporanea verso i mondi evanescenti, dalla voglia febbrile di proiettarsi, almeno illusoriamente, nel rarefatto mondo delle non cose", una dimensione nella quale gli oggetti perdono la propria materialita` per farsi trattare come simulacri, come FANTASMI DI COSE, come fantasmagorie. Il giudizio e` chiarissimo, ed anche del tutto condivisibile, ma e` sicuro il professor Maldonado che si tratti di una tentenza "attuale"? La fantasmaticita` del rapporto con le cose, piu` correttamente individuate come MERCI, e` gia` al centro dell'analisi di Karl Marx e di Marshall Mc Luhan, e se e` per questo anche del dottissimo Raffaele Scelsi, al cui articolo "Il feticcio veglia sul divieto", numero 2 di Decoder recentemente riproposto in raccolta, vi rimando di tutto cuore. "La merce - recitano le prime righe del Capitale - e` prima di tutto un oggetto esterno, una cosa che per mezzo delle sue proprieta` soddisfa bisogni umani di qualunque specie. La natura di tali bisogni, per esempio che derivino dallo stomaco o dalla fantasia, non fa alcuna differenza. Qui non si tratta neanche DI COME la cosa soddisfi il bisogno umano, se immediatamente come oggetto di sussitenza, cioe` come oggetto di piacere, o indirettamente, come mezzo di produzione." E la nota 2 chiarisce come, fin dai teorici dell'economia classica di fine seicento, e` stato sempre chiaro che "la maggior parte delle cose derivano il loro valore dal soddisfare i bisogni della mente". Il I libro del Capitale porta passo passo fino al disvelamento del carattere di feticcio della merce e del suo arcano, che arcano e` rimasto, a quanto pare, per molti studiosi. Le merci, nel modo di produzione capitalistico, hanno un carattere di feticcio perche` restituiscono agli uomini " come uno specchio ,l'immagine delle caratteristiche sociali del loro proprio lavoro" (Perdonate il volo d'uccello su fatti e detti che meriterebbero ben altra esposizione ed apprezzate, se volete, la voglia di andare al sodo). Quel che nello specchio si vede e' l'immagine di una societa` basata su rapporti umani (economici) reificati e percio` stesso mistificati, dove "il rapporto sociale tra le persone si presenta per cosi` dire rovesciato, cioe` come rapporto sociale tra le cose". Mi sembra sufficiente per concludere che i fantasmi esistono, e non soltanto nelle fantasie dei capelloni, insomma il tavolino balla nei rapporti di produzione. Non e` dunque controintuitivo come sembra a Maldonado che "nel futuro la vita degli uomini, tutta la vita di tutti gli uomini, possa svolgersi nei limiti di una fitta ragnatela di miraggi da cui nessuno sarebbe in grado di evadere", anzi qualcuno potrebbe obiettare che il fili della ragnatela sono ben presenti da tempo ma che per vederli occorre agguzzare un po'la vista, anche senza sconfinare nella microfisica, s'intende. I rapporti di produzione del sistema di libero mercato corrispondono a quello che Maldonado chiama "mondo della macrofisica"? Se davvero e` cosi` noi siamo tutti spacciati. Ma se cosi` non e`, e il dubbio e` perlomeno legittimo, si puo` dire che siamo obbligati a tenere rapporti scientifici e diplomatici con le fantasmagorie, anche con quelle che non ci piacciono. Nel mondo della macrofisica, registravano autorevoli giornali economici, l'annunciato sposalizio del principe ereditario giapponese (pronipote della dea Amaterasu) faceva prevedere un certo sollievo nella recessione. E la cosa piu` agghiacciante non e` che lo dicessero, e` che era vero, e che per qualche settimana frigoriferi e videoregistratori riprendevano il volo nel cuore dei giapponesi e cresceva il valore del matrimonio,della famiglia stabile, della Sony e della Mitsubishi. Sono convinta che, nella nostra societa` cosidetta "avanzata" ,la maggioranza degli uomini spende le migliori energie della propria vita in una fitta ragnatela di miraggi e fantasmi di cose, in una allucinazione incoerente e chiassosa che il mercato non puo` che proporsi di perfezionare. L'introduzione delle tecnologie di realta` virtuale e` la migliore occasione tecnologica tra quelle presenti per per raggiungere questo perfezionamento e contempo- raneamente una delle poche armi possibili per contrastarlo. Il perfezionamento ha gia` tanta pratica e letteratura a suo sostegno, mentre l'uscita dalla miriade di tacite obbedienze di cui parla Zolla e` ancora tutta da inventare ( vi sono, e` vero, molte ed anche molto sofisticate esperienze d'avanguardia , ma confinate in ambiti ristretti e scarsamente comunicanti proprio con i settori sociali ai quali potrebbero rendersi piu` utili).
Eppure la consapevolezza che le tecnologie di realta` virtuale finiranno col costituire il VERTICE E SALUTARE ROVESCIAMENTO della rivoluzione industriale (e` sempre Zolla che parla) e` piu` diffusa di quanto non si creda e comincia quasi ad assomigliare ad un'opportunita`. Credo che in questo campo la questione piu` urgente da chiarire sia a quale delle tacite obbedienze tirare il collo per prima, anche se si tratta di un problema squisitamente personale, non sociale, non politico, non culturale e soprattutto non di strategia di mercato. La seconda e` comprendere se la cosidetta dematerializzazione non sia piuttosto un processo di DEMERCIFICAZIONE, ovvero se la preconizzata rarefazione dei rap- porti con la realta` fisica non consista invece in un allentamento dei rapporti con il sistema di mercato. La International Publishers Association, la SIAE internazionale che ha sede a Ginevra, ha distribuito nel 1990 un opuscolo dal titolo gradevolmente letterario ( The fight against piracy ) nel quale si danno tutte le istruzione su come difendere quella particolare forma di proprieta` privata che e` il copyright. Vi si parla di "solid legal foundations", di "strong national laws" e di "international protection", ma non c'e` in tutto il libretto una sola indicazione concreta sui mezzi per applicare un principio tanto giuridicamente chiaro quanto tecnicamente obsoleto. Mi domando quante fotocopie, quanto software non origi- nale , quante musicassette pirata posseggano i solerti consulenti della IPA, e se sarebbero pronti a sostenere l'opportunita` di istituire un sistema poliziesco abbastanza efficace da garantire il rispetto generalizzato di ogni forma di copyright (posto che fossero gli associati IPA a pagarne le spese). Quando un'importante impresa dell'industria elettronica mette contemporaneamente in vendita materiale protetto da "strong national laws" e macchine studiate appositamente per riprodurlo, magari accompagnate da patetiche raccomandazione di non usarle per non ferire i sentimenti del produttore, non siamo difronte ad un caso di ipocrisia semplice ma ad una contraddizione economica complessa. Non vorrei sembrare pedante ma mi scappa un'altra citazione marxiana: "A un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della societa` entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti(..) Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un'epoca di rivoluzione sociale". Onestamente non posso garantire che Marx stesse con questo profetizzando l'avvento del Age of Aquarius, chiedero` l'omologazione a Critica Marxista e vi faro` sapere.
MATERIALISMO E SMATERIALIZZAZIONE Avrete notato che negli ultimi mesi i giornali hanno dato