Berlusconi con mamma papà e sorella
A 12 anni Silvio Berlusconi entra nel collegio dei Salesiani,
in Via Copernico a Milano, dove resta 7 anni in un clima di rigida disciplina
e di integralismo cattolico, vi si adatta perfettamente.
Un suo compagno dai Salesiani, Giulio Colombo, racconta che faceva i suoi compiti
in fretta e poi aiutava i compagni... in cambio di caramelle e monete da 50
lire.
Berlusconi è figlio di un semplice impiegato di una piccola banca, la
Rasini, la stessa che gli da una fideiussione per il suo primo affare. La banca
Rasini, secondo un rapporto della Criminalpol, in quegli anni è implicata
nel riciclaggio di denaro sporco proveniente dalla cosiddetta "mafia dei
colletti bianchi", la quale è in rapporto col boss mafioso palermitano
Vittorio Mangano, nel 1975 Berlusconi assumerà quest'ultimo come custode
e stalliere della sua villa, un'attività abbastanza strana per un capomafia....
Poco tempo dopo la sua assunzione, però Mangano verrà arrestato.
Il primo grosso affare Berlusconi lo realizza nel 1963. Come amministratore
della Edilnord costruisce un complesso residenziale per 4.000 abitanti a Brugherio.
Da dove provenissero gli ingenti finanziamenti necessari non lo ha mai detto,
sappiamo solo che arrivano dalla Svizzera attraverso la Finanzierungesellschaft
fur Residenzen AG di Lugano dell'avvocato Renzo Rezzonico.
Nel 1968 il vero grande affare: la costruzione di Milano 2, 712.000 metri quadri.
Questa volta gli occulti finanziatori svizzeri tirano fuori ben 3 miliardi di
allora. Da un'attenta indagine risulta che dietro all'operazione compaiono la
Privat Credit Bank (controllata da Tito Tettamanti e da Giuseppe Pella), la
FiMo (società fiduciaria di Silvio Berlusconi a Chiasso, coinvolta nelle
inchieste giudiziarie aperte in diversi paesi europei per riciclaggio di ingenti
somme di narcodollari provenienti dalla mafia colombiana e delle tangenti ENI
ed Enimont. è coinvolta anche nel caso Kolbrunner), la Interchange Bank
(coinvolta nel "caso Texon", primo grande scandalo finanziario che
vede la Svizzera come crocevia del riciclaggio di capitali illegali), la Banca
Svizzera Italiana (controllata da Tito Tettamanti, vicino all'Opus Dei e alla
massoneria, anticomunista viscerale implicato in scandali finanziari), esponenti
della DC svizzera e Giuseppe Pella, esponente della destra democristiana italiana.
Nella relazione finale della Commisione parlamentare d'inchiesta sulla loggia
P2 si legge: "...alcuni operatori (Genghini, Fabbri, Berlusconi) trovano
appoggi e finanziamenti al di là di ogni merito creditizio...".
Le due grandi banche, infatti, che danno credito a Berlusconi sono la Banca
Nazionale del Lavoro e il Monte dei Paschi di Siena, dove durante gli anni '70
la P2 è più attiva. Il Monte dei Paschi concede tra il '70 e il
'79 70 miliardi di mutui fondiari a Berlusconi a tassi fra il 9 e il 9,5%.
Dal 1973 al 1975 Berlusconi frequenta assiduamente Egidio Carenini (ex parlamentare
democristiano, protettore di Mino Pecorelli, iscritto alla P2 e considerato
uno dei più attivi reclutatori della loggia di Gelli).
Nel 1974 Berlusconi compare sulla scena televisiva. "Cominciò quasi
per gioco, con una TV via cavo che trasmetteva ricette di cucina per le giovani
mogli dei manager rampanti di Milano 2. Era il 24 settembre 1974. Una graziosa
annunciatrice, scelta tra le centraliniste della Edilnord annunciò agli
abitanti del complesso residenziale di Segrate la nascita di Telemilano cavo.
Un notiziario di piccole informazioni utili per i condomini alle 19; la sera,
a volte, un film. Quattro anni dopo, nel maggio 78, la TV di Berlusconi lascia
il cavo per l'antenna".
Dal 26 Gennaio del 1978 Berlusconi risulta iscritto alla loggia P2, con la tessera
numero 1816 codice e.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625.
Nell'ancora segreto programma piduista messo a punto tra il 75 ed il 76, noto
come "Piano di rinascita democratica" era infatti prevista l'immediata
costituzione della TV via cavo" che avrebbe poi dovuto essere impiantata
a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese".
Nel 76 una sentenza della Corte Costituzionale da via libera per la prima volta
alle televisioni commerciali. Viene ammessa la legittimità delle trasmissioni
in ambito locale da parte delle TV private e nell'80 la stessa Corte accorda
la possibilità di trasmettere via etere.
Il 10 Aprile 1978 Berlusconi inizia una collaborazione come editorialista sul
maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, proprio quando la loggia
P2 acquisisce, come dice la commissione parlamentare d'inchiesta "il controllo
finanziario e gestionale del gruppo Rizzoli". Interpellato su Licio Gelli,
Berlusconi risponde: "...Anch'io come 50 milioni di italiani, sono sempre
in curiosa attesa di conoscere quali fatti o misfatti siano effettivamente addebitati
a Licio Gelli. Anni di inchieste sono serviti solamente ad offrire alle varie
fazioni politiche un terreno di lotta e di calunnie facile quanto strumentale.
Tra il giugno ed il luglio del 79 Berlusconi compra dalla Titanus 300 film mai
trasmessi in televisione per due miliardi e mezzo, stipula ulteriori contratti
con altre case produttrici italiane ed estere, acquistando cortometraggi, telefilm
e serials. Tutto il materiale acquistato viene poi utilizzato per quella che
in tutta evidenza sembra essere la puntuale attuazione del progetto piduista:
contattate numerose emittenti televisive di altre località Berlusconi
offre loro la cessione di film, documentari e serials, a condizione che entrino
a far parte di un circuito di televisioni controllato dallo stesso Berlusconi
- il piano della P2 infatti prevede l'istituzione di una agenzia per il coordinamento
della catena delle TV locali. Alle emittenti che entrano nel suo circuito, Berlusconi
offre film a prezzi ridottissimi. In cambio esse si impegnano a trasmettere
pubblicità fornita dalla neonata Publitalia, la concessionaria pubblicitaria
del gruppo di Segrate.
Berlusconi in un'intervista a "la Repubblica" datata 15 luglio 77
dichiara che metterà la sua televisione a disposizione di uomini politici
della destra democristiana e anticomunista, riecheggiando la linea politica
dell'ancora segretissimo "piano" messo a punto dalla loggia massonica
P2.
Berlusconi è socio negli anni '80 di Mario Rendo (è uno dei famosi
"cavalieri dell'apocalisse mafiosa", come li hanno definiti i giornalisti.
Al maxi-processo contro la mafia fu definito "contiguo alla mafia"
e fu proposto per il soggiorno obbligato dal questore di Catania Luigi Rossi)
nella Società Tipografica Siciliana, un grosso centro stampa che realizza,
alla periferia di Catania, le edizioni teletrasmesse di alcuni importanti quotidiani
nazionali.
Sul finire degli anni 70 il grande fervore organizzativo di Berlusconi sul versante
televisivo si concretizza nella costituzione di alcune nuove società:
il 12 novembre 79, l'editore piduista registra la società canale 5, nell'80
nascono la Videotime SPA e la Videotime finanziaria, rispettivamente con 7 e
100 miliardi di capitale, Berlusconi acquista la quota maggioritaria di Teletorino
international, nell'83 rileva Italia 1 dalla Rusconi e nell'84 acquisisce rete
4 dal gruppo Mondadori.
Ma nessuna fra tutte le reti del cavaliere può trasmettere su scala nazionale
perché una serie di sentenze della Corte Costituzionale precludono alle imprese
private la possibilità di gestire in qualsiasi modo attività televisive
aventi carattere nazionale.
Berlusconi con la mamma |
Nell'estate 81 in attesa di un'ennesima sentenza della corte costituzionale
nel settore, Berlusconi dichiara che non si può fare televisione se non
si è collegati con tutto il paese e con l'estero; la corte si pronuncia
ribadendo il limite per le televisioni locali a trasmettere solo in ambito locale.
Forte di questa sentenza la RAI si rivolge alla magistratura denunciando Canale
5 ed altri circuiti per "la contemporaneità delle trasmissioni,
non via etere, ma a mezzo videocassette su varie emittenti, intaccando così
il privilegio monopolistici".
Il 16 Ottobre 1984 tre pretori di Torino, Roma e Pescara fanno chiudere le reti
televisive di Berlusconi per violazione dell'Art. 215 del codice postale che
limita all'ambito locale le trasmissioni delle Tv private. Il 20 Ottobre Craxi
con un decreto annulla l'ordinanza dei pretori. Il decreto verrà annullato
dal Parlamento perché anticostituzionale, ma Berlusconi continuerà a
trasmettere indisturbato fino al 1990, quando la legge Mammì toglierà
ogni ostacolo alle reti di "sua emittenza".
Il 12 luglio 1990 la legge Mammì, frutto di forti scontri, segrete pressioni,
mediazioni e ripensamenti, concepita per garantire a Berlusconi il possesso
di tutti e tre i suoi networks e l'egemonia della raccolta pubblicitaria,approda
alla Camera, dopo un'ultimativa sollecitazione di Craxi, Andreotti decide di
sottoporre gli articoli più controversi al voto di fiducia, subordinando
all'approvazione di tali articoli la sopravvivenza del suo governo.
Nell'autunno del '90, tre nuove reti occupano l'etere tele+1, tele+2 e tele+3.
Formalmente la Fininvest ne detiene solo una quota minoritaria, per non violare
le norme anti trust, ma in realtà sono di Berlusconi.
Nel 1990 la corte d'appello di Verona denuncia Silvio Berlusconi con la seguente motivazione: "...Ritiene il collegio che le dichiarazioni dell'imputato non corrispondano a verità. In sostanza infatti secondo il Berlusconi la sua definita adesione alla P2 avvenne poco prima del 1981 e non si trattò di vera e propria iscrizione, perché non accompagnata da pagamenti di quote appunto di iscrizione, peraltro mai richiestegli. Tali asserzioni sono smentite:
a) dalle risultanze della commissione Anselmi
b) Dalle stesse dichiarazioni rese dal prevenuto avanti al GI di Milano, e mai contestate, secondo cui la sua iscrizione alla P2 avvenne nei primi mesi del 1978.
Effettivamente, dagli atti della commissione parlamentare ed in
particolare dagli elenchi degli affiliati, sequestrati in Castiglion Fibocchi
figura il nominativo del Berlusconi (numero di riferimento 625) e l'annotazione
del versamento di lire 100.000 come eseguito in contanti in data 5 maggio 1978,
versamento la cui esistenza risulterebbe comprovata anche da un dattiloscritto
proveniente dalla macchina da scrivere di proprietà di Gelli...".
Berlusconi sarà comunque amnistiato in modo da poter diventare
Presidente del Consiglio nel 1994.
Nel 1990, dopo l'acquisizione della Mondadori da parte di Berlusconi, Federico
Confalonieri, numero due della Fininvest, afferma: "...La nostra informazione
sarà omogenea al mondo che vede nei Craxi, nei Forlani e negli Andreotti
l'accettazione delle libertà...".
Il 14 agosto del 1992 il governo rilascia le concessioni televisive 9 per tutto
il territorio nazionale, 660 per le televisioni regionali (6 per Berlusconi,
le sue tre reti + le tre pay TV, Videomusic, Rete A, Telemontecarlo).
Nel 1993 i debiti della Fininvest ammontano alla considerevole cifra di lire
4.500.000.000.000.
Il 10 Maggio 1994 Silvio Berlusconi forma un governo di destra.
Ben 5 sono i neofascisti diventati ministri.
Berlusconi
con il figlio Piersilvio e Sylvester Stallone
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