Nel 1946 Rauti è tra i fondatori, insieme a Giorgio Almirante,
Clemente Graziani e Julius Evola, del più importante gruppo organizzato
neofascista dell'immediato dopoguerra, il FAR.
Entra quindi a far parte del MSI, nel '54 dopo la vittoria dei "fascisti
in doppiopetto" e la nomina a segretario di Michelini, Rauti da vita al
centro studi Ordine Nuovo. Nel Novembre 1956 Ordine Nuovo esce dal MSI; nel
1962 aderisce al "protocollo di Venezia", accordo per il coordinamento
fra gruppi dell'estrema destra e servizi segreti. Ordine Nuovo arriverà
ad avere dai 2.000 ai 3.000 iscritti. Successivamente Franco Freda ed altri
personaggi simili entreranno a far parte di ON. Negli anni '60 e '70 questa
organizzazione rivendicherà una serie di attentati.
A partire dal 1962, quando il gen. Aloja viene nominato capo di stato maggiore
dell'esercito, Rauti entra a far parte del gruppo di giornalisti fascisti, insieme
a personaggi come Giannettini e Beltrametti di cui il generale filoamericano
si circonda; il sodalizio si rafforzerà ulteriormente quando Aloja, nel
1965, diventerà capo di stato maggiore della difesa. In questo periodo
dirige insieme a Giannettini l'Agenzia "D"; Il gen. Rocca capo dell'ufficio
REI del SIFAR sottoscriverà un'enorme numero di abbonamenti fittizi all'agenzia.
Rauti dopo uno scontro con avversari politici |
Nel Maggio del 1965 l'istituto di studi militari Alberto Pollio
organizza un convegno, a Roma all'Hotel Parco dei Principi, sulla "guerra
rivoluzionaria" che viene finanziato dallo Stato Maggiore dell'esercito.
Si tratta di un raduno fra fascisti, alte cariche dello Stato, e imprenditori,
che in maniera molto lucida getteranno le basi ideologiche e organizzative della
"strategia della tensione". Rauti è uno degli organizzatori
e presenta una relazione su "La tattica della penetrazione comunista in
Italia", nella quale afferma: "...alla scoperta della guerra sovversiva
e della guerra rivoluzionaria deve seguire l'elaborazione completa della tattica
controrivoluzionaria e della difesa...".
Nel Gennaio '66 insieme a Guido Giannettini e Edgardo Beltrametti, pubblica
"Le mani rosse sulle forze armate", scritto su commissione del gen.
Aloja.
Il 16 Aprile 1968 parte insieme ad altri 51 estremisti di destra (fra cui l'agente
del SID Stefano Serpieri, Mario Merlino che successivamente si infiltrerà
fra gli anarchici, Stefano Delle Chiaie, Franco Rocchetta) da Brindisi per un
viaggio di istruzione sulle tecniche di infiltrazione, nella Grecia dei colonnelli,
a spese del governo greco, nell'occasione della celebrazione del primo anniversario
del colpo di stato di destra avvenuto in questo paese. Il viaggio è frutto
della nuova collaborazione fra il SID e il KYP greco ed è stato organizzato
dal tenente colonnello Pieche.
Nel 1969 compie insieme a Giannettini un lungo viaggio in Germania dicendo di
rappresentare "...l'esercito italiano e il governo italiano..."; in
quest'occasione si farà fotografare su un carro armato tedesco Leopard,
appena prodotto e coperto da segreto militare.
Il 4 Marzo 1972 il giudice Stiz di Treviso spicca mandato di cattura contro
Rauti per gli attentati ai treni dell'8 e 9 Agosto 1969. Successivamente l'incriminazione
si estenderà agli attentati del 12 Dicembre.
Il 21 Novembre 1973 30 aderenti ad Ordine Nuovo vengono condannati dalla magistratura
per ricostituzione del partito fascista e viene decretato lo scioglimento dell'organizzazione.
Nel 1974, con la rivoluzione dei garofani in Portogallo, viene scoperta l'organizzazione
eversiva internazionale fascista Aginter Press con la quale ha stretti rapporti
anche Rauti attraverso l'agenzia Oltremare per la quale lavora.
Nel 1979 al XII congresso del MSI viene eletto vicesegretario.
Il 14 Dicembre 1987 al XV congresso del MSI raccoglie quasi la metà dei
consensi per l'elezione a segretario.
Continuerà quindi a rappresentare la "destra" del MSI e poi
di Alleanza Nazionale, dando vita ad aggregazioni impregnate di ideologia neonazista
come Terza Posizione.