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IL RUOLO DI LEO JOSEPH PAGNOTTA E JOSEPH LUONGO

LA TESTIMONIANZA DEL MAGGIORE KARL HASS

A partire dalla primavera del 1996, Carlo DIGILIO ha fatto riferimento, con particolari sempre più dettagliati, a due italo-americani, Leo Joseph PAGNOTTA e Joseph LUONGO, i quali, sin dall’immediato dopoguerra, erano stati i punti di partenza della costituzione della rete americana reclutando, in funzione della comune causa anticomunista, sia ex-ufficiali tedeschi sia, soprattutto nel Veneto, ex-repubblichini e altri elementi di estrema destra.

I dati forniti da Carlo DIGILIO in relazione a tali due personaggi, di grandissimo interesse per comprendere gli esordi di tale struttura, sono i seguenti:

- Leo Joseph PAGNOTTA e Joseph LUONGO frequentavano, ancora negli anni ‘70, con una certa assiduità, Colognola ai Colli e soprattutto PAGNOTTA era molto legato a Sergio MINETTO, tanto che Bruno SOFFIATI si era rammaricato pubblicamente che soprattutto MINETTO, più di suo figlio Marcello, avesse alle spalle un personaggio importante come PAGNOTTA in grado di aiutarlo (int. 4.5.1996, f.2; 5.5.196, f.7).

- PAGNOTTA aveva partecipato allo sbarco alleato in Sicilia e da allora aveva sempre operato in Italia insieme a LUONGO.

- PAGNOTTA disponeva a Monfalcone di una ditta di importazione di frigoriferi di nome DETROIT, che era frequentata dal prof. Lino FRANCO e da Sergio MINETTO e il cui stabilimento serviva anche come copertura per lo studio, in favore degli americani, di particolari leghe metalliche e altro materiale di interesse militare (int. 5.4.1996, f.2; 5.5.1996, f.7), settore in cui MINETTO era particolarmente impegnato avendo acquisito informazioni anche provenienti da industrie cecoslovacche grazie ad elementi croati che operavano nella zona di confine.

- PAGNOTTA, sempre utilizzando come copertura la sua attività commerciale, si occupava di aerei militari e pezzi di ricambio destinati al Medio-Oriente e comunque ad alleati degli americani (int. 4.10.1996, f.2).

- Sergio MINETTO operava stabilmente con loro tanto che Carlo DIGILIO ricordava che un giorno MINETTO era partito da Colognola alla volta di Milano ove aveva un appuntamento con Joseph LUONGO per un’operazione informativa (int.15.6.1996, f.2).

- Il "riciclaggio" degli ufficiali tedeschi che avevano svolto servizio in Italia durante la seconda guerra mondiale era stato una delle attività più proficue per i due agenti americani, poiché tali ufficiali, in cambio di aiuti finanziari e della possibilità di sfuggire alle sanzioni, avevano messo a disposizione le conoscenze che avevano accumulato sul territorio italiano e sugli elementi considerati di sinistra (int. 12.10.1996, f.3).

Leo Joseph PAGNOTTA è da molto tempo deceduto, ma Carlo DIGILIO ha comunque potuto riconoscerlo senza difficoltà in una fotografia acquisita da personale del R.O.S. presso l’abitazione della figlia Annamaria, tuttora residente a Padova, consentendo così un primo positivo riscontro (int. 29.10.1996, ff.1-2, e fotografia di Leo Joseph PAGNOTTA, vol.20, fasc.1, f.9).

Ma soprattutto dagli atti forniti dal S.I.S.Mi., relativi al fascicolo aperto sin dalla metà degli anni ‘50 in relazione alla figura e all’attività di PAGNOTTA, risulta che questi, nato a Brokton (U.S.A.) il 29.1.1915, era responsabile a quell’epoca del Counter Intelligence Corp di Trieste, il servizio di sicurezza militare americano affiancato all’Esercito degli Stati Uniti e già operante nel nostro territorio sin dal momento dello sbarco degli Alleati in Sicilia, agiva in posizione non ufficiale sotto la copertura di rappresentante di prodotti importati dagli U.S.A. ed era interessato alla ditta AVIPA di Trieste di cui era titolare John HALL, elemento legato a Giovanni BANDOLI di cui si parlerà nel capitolo 54 (cfr. nota del Centro C.S. di Trieste in data 12.10.1959, vol. 20, fasc.1, f.79).

In seguito, PAGNOTTA, sposatosi con una donna italiana, era divenuto socio e gestore di fatto della ditta DETROIT (formalmente di proprietà dello zio della moglie) che si occupava dell’importazione di frigoriferi e disponeva di un capannone a Monfalcone e di un ufficio di rappresentanza a Padova (cfr. nota del Centro C.S. di Padova in data 6.9.1972, vol.20, fasc.1, ff.44 e ss.).

Leo Joseph PAGNOTTA, presente in Italia sin dal 1943 e sin da tale epoca inserito nell’amministrazione alleata in Italia, aveva continuato a frequentare, anche dopo il suo congedo dal C.I.C., ufficiali e civili americani di stanza in Veneto (cfr. nota citata, f.47).

La figlia di PAGNOTTA, Annamaria, sentita dal personale del R.O.S., ha confermato che suo padre era stato presente in Italia sin dal momento dello sbarco in Sicilia (dep. 13.1.1997, vol.20, fasc.1, f.4) e un dipendente di PAGNOTTA a Padova, Adriano PATRON, ha riferito che Leo Joseph PAGNOTTA non aveva mai nascosto di essere stato un ufficiale di collegamento fra l’Esercito degli Stati Uniti e le Autorità italiane e in seguito impegnato in attività informative per il suo Paese di origine (dep. 16.1.1997, vol.20, fasc.1, ff.3-4).

In un altro fascicolo sempre fornito dal S.I.S.Mi, e relativo all’attività delle strutture informative americane, si riferisce che Leo Joseph PAGNOTTA, per conto del C.I.C., aveva avuto l’incarico di costituire a Milano, nella metà degli anni ‘50, un centro informativo destinato a lavorare sulla situazione jugoslava e in genere sui Paesi d’Oltre Cortina (cfr. nota di accompagnamento del R.O.S. in data 4.3.1996 e atti allegati, vol.20, fasc.11, f.24).

Risulta così confermato, con riscontri difficilmente contestabili, il quadro fornito da Carlo DIGILIO e cioè che Leo Joseph PAGNOTTA rappresentava uno dei punti di partenza in Veneto delle rete di cui poi sarebbero entrati a far parte il prof. Lino FRANCO e Sergio MINETTO, quest’ultimo in grado di giustificare i suoi contatti con la ditta DETROIT di PAGNOTTA in ragione della sua attività di frigoriferista.

Ma gli elementi di riscontro acquisiti non terminano qui.

Infatti, in occasione della perquisizione operata da personale del R.O.S., su disposizione di questo Ufficio, nel gennaio 1997, nell’abitazione di Annamaria PAGNOTTA veniva rinvenuta e sequestrata un’agenda del padre risalente al 1955.

Tale agenda, già ad un primo esame e nonostante le difficoltà di decifrazione della scrittura, risultava contenere numerosissime annotazioni manoscritte relative alla commercializzazione di aerei militari, di pezzi di ricambio per gli stessi e di altro materiale di uso bellico (cfr. nota del R.O.S. in data 4.10.1996, vol.20, fasc.1, ff.24 e ss.).

La completa decifrazione ed analisi di tale agenda veniva quindi affidata al tenente colonnello dell’Aeronautica Sergio Venezia, ottimo conoscitore fra l’altro delle strutture militari americane e inglesi (cfr. vol.20, fasc.1, f.15).

Dalla relazione tecnica del colonnello Venezia, depositata in data 20.6.1997, emerge in modo inequivoco che Leo Joseph PAGNOTTA, nella seconda metà degli anni ‘50, era stato l’agente intermediario non palese di un Governo Occidentale (certamente gli Stati Uniti d’America vista la provenienza della maggior parte del materiale militare) nella vendita di aerei, parti di ricambio e altro materiale a Paesi amici dell’area Medio-Orientale, in sostanza Israele, a quell’epoca teatro di conflitti (cfr. vol.20, fasc.14, ff.4 e ss.).

In parole povere, Leo Joseph PAGNOTTA, anche con un guadagno economico personale, ma certamente su direttive "superiori", aveva organizzato la vendita a Israele, in occasione della seconda guerra arabo-israeliana dell’autunno 1956, di velivoli, carri armati, battelli, mine terrestri e navali, munizioni ed equipaggiamenti vari (descritti negli accurati schemi illustrativi allegati alla relazione, tratti dalla decifrazione degli appunti di PAGNOTTA), materiale tutto proveniente dal surplus militare degli Stati Uniti e di altri Paesi Occidentali che ufficialmente non poteva essere venduto a Israele.

Infatti gli impegni istituzionali vigenti all’epoca impegnavano da un lato gli Stati Uniti a non rifornire "ufficialmente" Israele, mentre i Paesi Arabi erano avvantaggiati potendo acquistare materiale militare dall’Unione Sovietica e dai Paesi ad essa alleati.

Con simili procedure non ufficiali, invece, agenti di fiducia come PAGNOTTA (che, fra l’altro, era di origine ebrea) avevano aiutato Israele, più debole sul piano militare soprattutto in termini di velivoli, a disporre di mezzi militari statunitensi, canadesi e britannici formalmente non più in carico dopo la seconda guerra mondiale alle Forze Armate di tali Paesi in quanto sostituiti da mezzi più moderni.

Tale azione di "riequilibrio" delle forze in campo aveva dato i risultati sperati per gli occidentali in quanto, come noto, l’ "attacco preventivo" israeliano nel Sinai dell’ottobre 1956 aveva avuto successo e i Paesi Arabi avevano dovuto rinunziare al loro sogno di cancellare dal Medio Oriente l’ "Entità Sionista".

Si aggiunga che da ulteriori atti forniti dal S.I.S.Mi. nella fase finale dell’istruttoria, è emerso che nel 1955 Leo Joseph PAGNOTTA era in contatto con l’ing. Hussein SADEGH, Addetto Commerciale presso l’Ambasciata dell’Iran (Paese allora gravitante nel campo occidentale) a Roma, al fine di intavolare trattative per l’acquisto di una notevole partita di petrolio grezzo persiano (cfr. nota in data 29.10.1955 del Raggruppamento Centri C.S., in atti S.I.S.Mi., con nota di accompagnamento del R.O.S. in data 18.9.1997, vol.55, fasc.8, f.28).

In conclusione, è di tutta evidenza come l’analisi dell’agenda di Leo Joseph PAGNOTTA e l’attività "non ufficiale" da questi svolta in direzione dell’area medio-orientale confermi e integri in modo insuperabile il racconto di Carlo DIGILIO relativo a tale importante personaggio della struttura americana.

Per quanto concerne la figura di Joseph LUONGO, questi è stato identificato nell’omonimo, nato a New Haven (U.S.A.) il 3.5.1916, cittadino statunitense residente, a partire dalla metà degli anni ‘80, a Bolzano evidentemente, ormai, come pensionato in congedo dalle strutture di cui aveva fatto parte (cfr. nota del R.O.S. in data 15.4.1997, vol.20, fasc.2, f.15).

Anche in relazione alla figura di Joseph LUONGO è stato possibile, con assoluta precisione, trovare conferma del quadro fornito da Carlo DIGILIO tramite atti recuperati dalla Direzione del S.I.S.Mi, e risalenti alle fasi abbastanza iniziali della formazione della rete americana.

Infatti veniva acquisito un atto, portante la data 22.3.1960, contenente il quadro fornito all’epoca ai nostri Servizi dal maggiore Albert VARA (ufficiale di collegamento fra il C.I.C. americano e il nostro SIFAR) degli agenti e fiduciari appunto del Counter Intelligence Corp operanti nel Nord-Italia sotto la copertura delle basi SETAF (cfr. nota d’analisi del R.O.S. in data 23.9.1996 e atto allegato trasmesso dal S.I.S.Mi. in data 23.7.1996, vol.20, fasc.2, ff.20 e ss.).

Nella parte manoscritta di tale appunto, Joseph LUONGO è indicato come Capo dell’Ufficio di contatto, a Roma, con il Ministero dell’Interno e vi è accanto, fra parentesi, il nome CAPUTO, corrispondente certamente a Ulderico CAPUTO, all’epoca funzionario del nostro Ministero con compiti di sicurezza (f.30).

Nello schema allegato agli appunti manoscritti, che dovrebbe essere quello originale statunitense, il nome di Joseph LUONGO è indicato con quelli di altri agenti nel rettangolino che porta in inglese il titolo "PROGETTI SPECIALI - RECLUTAMENTO E COLLEGAMENTO" ed è seguito da altri 3 rettangolini contenenti l’indicazione delle squadre operanti a Verona, Vicenza e Livorno, luoghi ove appunto esistevano ed esistono Comandi americani (f.33).

E’ quindi certo che Joseph LUONGO fosse un quadro di alto livello della struttura militare di sicurezza statunitense, proprio con il ruolo di organizzatore e reclutatore indicato da Carlo DIGILIO.

In un altro documento fornito dal S.I.S.Mi. (cfr. nota della Direzione del Servizio in data 10.5.1994 e analisi del documento da parte del R.O.S. in data 13.5.1994, vol.20, fasc.5), risalente al 1975 e definito allora dal S.I.D. "esatto nelle linee generali" (f.7), Joseph LUONGO è indicato come uno dei principali appartenenti ad una rete di spionaggio americana operante a Vicenza, molto probabilmente diversa e successiva a quella descritta da Carlo DIGILIO.

Si noti che nel documento, originariamente in lingua inglese e tedesca e proveniente da un briefing informativo tenuto nel marzo 1975 a Wiesbaden tra appartenenti a più Servizi in ambito N.A.T.O., è presente una sorta di lamentela (attribuibile al funzionario del nostro Servizio che ha tradotto e presentato l’appunto) collegata al fatto che il servizio segreto americano avrebbe teso ad una completa supremazia informativa in ambito N.A.T.O. assicurandosi il monopolio delle informazioni nell’ambito dell’Alleanza e raccogliendo notizie anche sulle attività di polizia interna ed esterna del nostro Paese (f.5).

Per tale ragione fine dell’appunto è anche quello di proporre indagini sugli agenti non noti indicati nell’elenco (ma fra questi non LUONGO, indicato come "noto") per verificare se si tratti di agenti illegali e non accreditati (f.7).

Il quadro dei riscontri, tuttavia, non si ferma qui.

Insieme agli atti appena citati, concernenti anche Joseph LUONGO, il S.I.S.Mi. ha fornito una fotografia risalente al primo dopoguerra che ritrae alcune persone in posa durante una cerimonia di battesimo e sul retro di tale fotografia sono indicati, fra le persone effigiate, Karl HASS, il secondo da destra, e, al suo fianco, il colonnello "Josip" LUONGO (cfr. vol.20, fasc.2, ff.2 e ss.).

Karl HASS, il maggiore delle SS addetto in Italia, durante la seconda guerra mondiale, ai servizi di sicurezza, corresponsabile in tale veste del massacro delle Fosse Ardeatine e recentemente condannato per i reati ad esso connessi, è stato sentito da personale del R.O.S. in data 4.7.1996 in merito ai rapporti intrattenuti, a partire dal primissimo dopoguerra, con i servizi segreti occidentali che gli avevano consentito di vivere indisturbato in Italia e di evitare conseguenze in relazione al gravissimo episodio in cui aveva avuto parte (cfr. vol.20, fasc.9).

La testimonianza di Karl HASS, estremamente significativa anche se probabilmente incompleta e reticente, costituisce la conferma completa del racconto di Carlo DIGILIO in merito al ruolo svolto da PAGNOTTA e LUONGO nella formazione della rete americana in cui sarebbero poi entrati Sergio MINETTO e le altre persone man mano reclutate in Veneto soprattutto nelle località in cui si trovavano importanti basi americane.

Il maggiore HASS, infatti, ha confermato innanzitutto di aver lavorato, già a partire dal 1943, per il Comando dei servizi di sicurezza tedeschi, che aveva sede a Verona (e a cui, secondo le testimonianze raccolte nella presente istruttoria, sarebbe stato vicino Bruno SOFFIATI che gestiva una propria rete informativa), partecipando ad importanti operazioni di intelligence quali l’arresto, insieme a Otto SKORZENY, dei Ministri italiani che avevano "tradito" il Duce e la costituzione di una rete di radiotrasmissioni, denominata IDA, che avrebbe dovuto continuare a trasmettere dati da Roma anche dopo l’ingresso nella capitale degli anglo-americani (dep. citata, f.1).

Arrestato dagli Alleati e trasferito in un carcere americano a Roma, dopo pochi giorni Karl HASS era stato contattato dal maggiore PAGNOTTA del Counter Intelligence Corp che gli aveva proposto di lavorare per il servizio segreto militare americano.

A tal fine era stato portato, nel marzo del 1947, in Austria, a Gmunden, presso il Comando del C.I.C. e qui gli era stato presentato il maggiore LUONGO che fungeva anche da elemento di collegamento fra il C.I.C. e il Ministero dell’Interno italiano (dep. citata, ff.2-3).

Gli era stato quindi fornito un falso passaporto italiano a nome GIUSTINI ed era quindi rientrato a Roma, alloggiando in un convento, e incaricato di compiti informativi in favore degli americani nel quadro della difesa dalla comune minaccia marxista.

In previsione della possibile vittoria del Fronte delle Sinistre nelle elezioni del 1948, il maggiore HASS aveva quindi attivato una serie di contatti fra la struttura americana e gli ambienti dell’estrema destra romana al fine di concordare un eventuale piano di occupazione, in caso di vittoria elettorale delle sinistre, dei principali edifici pubblici e del trasmettitore radio di Monte Mario (dep. citata, f.3).

Nel corso di tale attività, fra l’altro, il maggiore HASS era entrato in contatto con il funzionario del Ministero dell’Interno Ulderico CAPUTO (f.6) e cioè proprio il funzionario indicato nell’appunto del 22.3.1960 appena illustrato, accanto al nome del maggiore Joseph LUONGO.

All’inizio degli anni ‘50, il maggiore HASS era rientrato in Austria continuando a lavorare per il Military Information Service nell’ambito di Radio Free Europe (dep. citata, f.4).

In una successiva deposizione a personale del R.O.S. (18.11.1996, vol.20, fasc.9, ff.13 e ss.), Karl HASS ha ricordato anche di aver svolto un’attività di collaborazione con il dr. Ulderico CAPUTO e con gli americani nell’attività di sostegno logistico e psicologico di un agente sovietico transfuga in Occidente.

Il testimone non ha aggiunto altro, ma quanto ora esposto è più che sufficiente per confermare che le risultanze istruttorie relative alla formazione e al funzionamento della rete americana corrispondono a verità.

Al fine di integrare i dati raccolti sul ruolo svolto in Italia dal Karl HASS sono stati acquisiti, con la collaborazione del S.I.S.Mi., tutti gli atti di interesse ancora presenti in vecchi fascicoli del SIFAR e del SID (cfr. nota della Direzione del S.I.S.Mi. in data 5.9.1996 e lettera di accompagnamento e di analisi del materiale raccolto, ad opera del R.O.S., in data 21.2.1997, vol.20, fasc.9. ff.74 e ss.).

Da tali documenti e dall’analisi ragionata fatta dal personale del R.O.S. emerge non solo che Karl HASS era stato un agente del C.I.C. (tanto da avere l’incarico di controllare a Roma i comunisti tedeschi in contatto con il P.C.I. e da svolgere, all’inizio degli anni ‘50 a Linz in Austria, presso una scuola di spionaggio americana, l’attività di insegnante per la preparazione di agenti tedeschi; cfr. nota R.O.S. citata, f.82), ma che i rapporti fra questi e il maggiore LUONGO erano stati ben più intensi e duraturi tanto da protrarsi quantomeno fino al 1962, allorché il maggiore LUONGO era stato dichiarato persona non gradita e allontanato dall’Italia a seguito di scontri interni fra il servizio segreto civile del Ministero dell’Interno e il SIFAR, con il cui Direttore di allora il maggiore LUONGO era entrato in contrasto.

In sostanza il maggiore Karl HASS, ancora interessato, all’inizio degli anni ‘60, ad attività informative concernenti il terrorismo altoatesino (cfr. nota R.O.S. citata, f.87), sarebbe stato sempre tutelato dai funzionari dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, dr. Gesualdo BARLETTA e dr. Ulderico CAPUTO, entrambi a stretto contatto con la rete informativa del maggiore LUONGO, meno gradito, per ragioni che oggi è ormai difficile stabilire, al servizio segreto militare italiano dell’epoca, e cioè il SIFAR (cfr. nota R.O.S. citata, ff.86 e 92-93).

A chiusura del cerchio dei riscontri concernenti la figura del maggiore LUONGO, Carlo DIGILIO, visionata la fotografia della cerimonia di battesimo fornita dal S.I.S.Mi. (che riguarda il battesimo, a Roma nel 1949, della figlia del maggiore LUONGO; cfr. dep. Karl HASS, 4.7.1996, ff.7-8), ha riconosciuto senza difficoltà nella terza persona da destra Joseph LUONGO, conosciuto a Colognola in quanto in stretto contatto con Sergio MINETTO (int. DIGILIO, 12.10.1996, ff.3-4).

Sarebbe stato certamente di grande interesse sentire il maggiore Joseph LUONGO, ancora vivente, sulla formazione e l’attività della struttura di spionaggio da lui coordinata, sui suoi rapporti con Sergio MINETTO e tutto il gruppo di Colognola ai Colli nonché sui suoi rapporti con il maggiore Karl HASS ed altri ex-ufficiali tedeschi.

Il maggiore LUONGO, ormai pensionato, si era stabilito da alcuni anni a Bolzano e quindi una sua convocazione sarebbe stata abbastanza agevole.

Le notizie relative alla sua esistenza in vita e alla circostanza che egli risiedesse in Italia sono state tuttavia acquisite solo fortunosamente nella primavera del 1997 e in quel momento stata appurata un’altra circostanza che non appare certo casuale.

Joseph LUONGO aveva lasciato l’Italia ritornando negli Stati Uniti nel giugno del 1996, rendendosi così concretamente irreperibile proprio nei giorni in cui il suo nome era uscito per la prima volta durante gli interrogatori che il maggiore Karl HASS aveva reso alla Procura Militare di Roma (cfr. nota del R.O.S. in data 15.4.1997, vol.20, fasc.2, ff.15-16).

Certamente non una coincidenza.


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