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P A R T E S E S T A

L’ATTIVITA’ DI GUERIN SERAC E DELL’AGINTER PRESS

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L’ATTIVITA’ DELL’AGINTER PRESS

PREMESSA GENERALE

L’APPUNTO S.I.D. DEL 16.12.1969

Nel maggio del 1974, un gruppo di militanti appartenenti al nuovo Governo portoghese, nato dalla Rivoluzione dei Garofani dell’aprile precedente, faceva irruzione nei locali di un’agenzia di stampa al civico 13 di Rua des Pracas, a Lisbona, dove un funzionario della PIDE, l’ex polizia politica del regime salazarista, aveva rivelato celarsi, sotto la copertura dell’agenzia AGINTER PRESS, una centrale di informazioni che aveva lavorato per la PIDE stessa.

Nei locali semi-abbandonati dell’agenzia, frequentata saltuariamente solo da un impiegato dopo gli eventi del 25.4.1974, veniva rinvenuta, oltre a un enorme archivio con documenti e microfilm riguardanti ogni Continente e Paese del mondo, un’officina per la fabbricazione di falsi documenti, comprese tessere di giornalisti e di poliziotti, di numerosi Paesi nonché visti e timbri relativi alle principali frontiere europee.

Venivano anche rinvenuti documenti commerciali concernenti transazioni di notevole entità e libri contabili riguardanti i pagamenti di singoli militanti indicati con sigle e nomi cifrati.

L’esame della documentazione proseguiva presso la Commissione di smantellamento della PIDE e, secondo i risultati di tale inchiesta, l’AGINTER PRESS era stata, sino all’aprile 1974, un centro di eversione internazionale, finanziato non solo dal Governo portoghese ma anche da altri Governi europei, dietro cui si celava:

- un centro spionistico legato ai servizi segreti portoghesi e ad altri servizi segreti occidentali quali la C.I.A. e la rete tedesco-occidentale GEHLEN;

- un centro di reclutamento e di addestramento di mercenari e terroristi specializzati in attentati e sabotaggi soprattutto nei Paesi del Terzo Mondo;

- un’organizzazione fascista internazionale denominata "ORDRE ET TRADITION" e il suo braccio militare O.A.C.I. (ORGANIZATION D’ACTION CONTRE LE COMMUNISME INTERNATIONAL).

La documentazione presentava un numero impressionante di riferimenti a tecniche di terrorismo e di guerra non ortodossa, per le quali l’AGINTER PRESS, disponendo di centri di addestramento sia in Portogallo sia in Africa, aveva istituito corsi di "formazione speciale" della durata di 3 settimane.

In tali corsi venivano insegnate le tecniche di sorveglianza e di pedinamento, le tecniche di contatto fra agenti, le tecniche di interrogatorio (come condurlo e come subirlo), le tecniche di alibi e di falsa confessione in caso di arresto e, soprattutto, le tecniche di terrorismo e di sabotaggio in ogni situazione politico-geografica.

Particolare attenzione veniva dedicata alle missioni speciali, finalizzate sia all’infiltrazione e alla guerra psicologica sia all’eliminazione di obiettivi materiali o umani, missioni descritte in modo particolareggiato nella loro scansione dalla fase preparatoria e dall’arrivo del primo esecutore sul posto, caratterizzato da un’attività di copertura e da una vita passata fittizia e studiata solo per i terzi che con lui venissero in contatto, fino al debriefing e cioè la cancellazione di ogni traccia umana e materiale della missione che era avvenuta.

La complessiva documentazione sequestrata nella sede dell’AGINTER PRESS nel 1974 dimostra già da sola che essa non fosse solo un’organizzazione terroristica in senso proprio, come quelle di destra o di sinistra che hanno operato nel nostro Paese in tempi passati, ma una struttura in grado di impiantare, dove operava, tecniche di guerra non ortodossa (la guerra segreta e non dichiarata che mutuava alcuni principi dallo stesso nemico comunista che intendeva combattere) e utilizzava strumenti tipici dell’attività di intelligence e cioè tecniche da vero e proprio servizio di sicurezza non ufficiale.

Estremamente indicativi in questo senso sono il sistema crittografico usato dall’AGINTER PRESS e il codice alfa-numerico attribuito a ciascuno dei suoi principali esponenti, provenienti dal materiale sequestrato a Rua des Pracas 13 e acquisito recentemente in Francia da personale del R.O.S. (cfr. vol.36, fasc.2).

Il sistema crittografico funzionava attribuendo a ciascuna parola di interesse una chiave segreta a doppia lettera desumibile da una tavola di riferimento utilizzata da tutta l’organizzazione (ad esempio, la parola aereoporto poteva essere indicata con le lettere AN o NA) cosicchè i concetti chiave per qualsiasi azione potevano essere scambiati da esponente a esponente della struttura, anche via radio, senza rischio alcuno.

La decrittazione della tavola di riferimento (resa possibile anche dalla relazione tecnica del S.I.S.Mi. in data 30.12.1994, allegata alla nota del R.O.S. in data 2.1.1995, vol.36, fasc.2, ff.1 e ss.) ha consentito di evidenziare tutti i concetti di interesse per l’organizzazione: da azione a trasmissione (1^ colonna), da aereo ad autostrada o attacco (2^ colonna), da blindato a sbarco (3^ colonna), da ferroviario a gendarmeria (4^ colonna), da elicottero a infiltrazione (6^ colonna), da logistico a messaggio (7^ colonna), da missione a obiettivo e a mortaio (8^ colonna), da pagamento a quartier generale (9^ colonna), da informazione a sabotaggio (10^ colonna), da sicurezza a telegrafo (11^ colonna) e così via.

Tali termini caratterizzano non una semplice attività terroristica, ma una vera e propria attività militare, seppure "coperta" e non dichiarata (cfr. nota del R.O.S. in data 29.11.1996, vol.36, fasc.2, ff.11 e ss.).

Nel secondo documento sono presenti i nomi veri dei più importanti esponenti dell’organizzazione, accompagnati non solo da un nome di battaglia, ma da un codice alfa-numerico per ciascun soggetto: ad esempio, GUERIN SERAC è RALPH e il suo codice alfa-numerico è C 11; Jean Marie LAURENT è JOEL e il suo codice è R 22 e così via.

In tutte le formazioni eversive l’utilizzo di nomi di battaglia a protezione della reale identità è molto comune, ma è assolutamente inusuale l’utilizzo di codici alfa-numerici patrimonio, piuttosto, di strutture militari o di intelligence e utilizzati soprattutto per comunicazioni a mezzo radio (cfr. nota del R.O.S. in data 29.11.1996 citata, f.23).

Direttore dell’AGINTER PRESS, fondata nel settembre del 1966 a Lisbona soprattutto da elementi francesi, era Yves GUILLOU alias GUERIN SERAC, di origine bretone, già combattente con il grado di capitano in Corea, Indocina e Algeria, il quale, nel febbraio del 1962 a Orano, aveva disertato dall’Esercito Francese e si era unito all’O.A.S. (cfr. annotazione del Ministero dell’Interno - Servizio Informazioni e Sicurezza Interna, inviata al G.I. dr. D’Ambrosio in data 20.12.1973; vol.36, fasc.5, ff.1 e ss.).

Dopo la sconfitta algerina, GUERIN SERAC, con altri reduci dell’O.A.S., era riparato in Portogallo per sfuggire alla condanna per diserzione e tradimento e qui aveva preso corpo l’idea di dar vita ad un’organizzazione anticomunista internazionale (una sorta di O.A.S. internazionale) formata da specialisti nella lotta contro la "sovversione" e caratterizzata non solo, o non tanto, da un’ideologia fascista (GUERIN SERAC, personalmente, era di orientamento cattolico-tradizionalista e molti reduci dell’O.A.S. avevano addirittura partecipato, durante la seconda guerra mondiale, alla resistenza contro i tedeschi), quanto da una scelta di campo in favore dei "valori occidentali", ovunque fossero minacciati dai comunisti e dai loro alleati, e attenta nei primi anni ‘60 soprattutto alla tematica della difesa della "presenza bianca" nei pochi territori africani rimasti in mano agli europei.

Un simile orientamento e un simile campo di intervento comportava di mantenere collegamenti con le forze anticomuniste di tutti i Paesi (nell’archivio di Rua des Pracas sono state trovate tracce di contatti e di scambi di informazioni che coprono pressochè l’intero globo, Italia compresa) e di non rifiutare il contatto con i servizi di sicurezza dei principali Paesi occidentali, anch’essi impegnati nella comune battaglia contro il comunismo e che potevano essere interessati ad "appaltare" all’AGENZIA operazioni sporche, quali attentati o azioni di sabotaggio o reclutamento di mercenari per il Paesi del Terzo Mondo, che non potevano essere condotte ufficialmente e in prima persona da entità governative.

Il principale campo di interesse dell’AGINTER PRESS, nei primi anni di vita, erano stati i Paesi africani, soprattutto quelli ove vi era ancora una presenza europea (Congo, Angola, Mozambico, Rhodesia) minacciata dai movimenti anti-colonialisti e dove quindi era necessario inviare mercenari esperti ed anche svolgere un’azione più raffinata, caratterizzata dall’infiltrazione (e quindi dalla disgregazione dall’interno) nei movimenti di liberazione e dalla creazione di "falsi" movimenti di liberazione con lo scopo specifico di screditare quelli veri.

A tal fine ad esempio, Roberto LEROY, braccio destro di GUERIN SERAC, si era recato in Tanzania, fra il 1968 e il 1969, sotto la veste di militante marxista-leninista e filo-cinese e, incontrando in tale Paese i principali leaders del FRELIMO (il movimento di liberazione del Mozambico), aveva svolto un’attenta opera di disinformazione e intossicazione mettendo l’una contro l’altra le varie tendenze del movimento e quindi avendo certamente una parte o ispirando l’assassinio di uno dei più importanti dirigenti del FRELIMO, Eduardo Mondlane, ucciso da un sofisticato congegno esplosivo nascosto all’interno di un libro, tecnica (si noti) nella quale GUERIN SERAC aveva istruito i suoi adepti (int. VINCIGUERRA, 25.7.1992, f.3).

Ben presto l’AGINTER PRESS aveva comunque cominciato a rivolgere la sua attenzione alla situazione dei Paesi europei, soprattutto quelli come l’Italia più degli altri, sull’onda delle agitazioni studentesche e operaie del 1967/1968, minacciati dalla crescita delle forze di sinistra.

In un documento molto noto dal titolo "LA NOSTRA AZIONE POLITICA", rinvenuto negli archivi dell’AGINTER PRESS nel 1974, risalente alla fine del 1968 e inviato a Lisbona da un corrispondente italiano quasi certamente dell’area di Ordine Nuovo (cfr. il testo del documento, tradotto anche in italiano, allegato alla nota del R.O.S. in data 14.2.1994, vol.43, fasc.6, ff.17 e ss.), si auspica senza alcuna ambiguità la necessità di diffondere il caos in ogni struttura dello Stato, non perň per distruggerlo (si ricordi che la strategia di partenza è la guerra controrivoluzionaria e non quella rivoluzionaria di stampo marxista, e suo intento è la stabilizzazione finale dell’ordine), ma per creare una reazione secondaria.

Infatti, secondo il documento e il piano che esso tratteggia, è necessario scatenare l’azione contro lo Stato tramite l’azione di gruppi estremisti e filo-cinesi, che si indicano come già infiltrati da parte dell’AGINTER PRESS (e quindi manipolati, se non creati ad arte), in modo che la successiva reazione dell’opinione pubblica si rivolga contro le forze di sinistra nel loro complesso e, tramite una pressione sull’Esercito, la Magistratura e gli altri nuclei vitali dello Stato, la risposta finale sia una risposta d’ordine vista come "il solo strumento di salvezza per la Nazione".

In questo documento è esattamente delineata la strategia che personaggi come Mario MERLINO a Roma (inventore di un gruppo anarchico sotto il suo controllo) e Giovanni VENTURA in Veneto (infiltrato a manipolatore di un gruppo marxista-leninista a Padova) stavano già attuando ed è in pratica anticipato quanto sarebbe avvenuto in Italia l’anno successivo con il caos, appunto, le bombe e la strategia della tensione.

Con la caduta del regime di CAETANO e la "Rivoluzione dei Garofani" dell’aprile 1974, GUERIN SERAC, i reduci dell’O.A.S. alle sue dipendenze e molti militanti portoghesi si trasferirono a Madrid, circostanza venuta per la prima volta alla luce con gli interrogatori resi da Vincenzo VINCIGUERRA, a partire dal 1991, che saranno illustrati nei prossimi capitoli.

A Madrid saranno ripresi e rinsaldati i rapporti con gli italiani, sia appartenenti a Ordine Nuovo, come Giancarlo ROGNONI, sia appartenenti ad Avanguardia Nazionale, come Stefano DELLE CHIAIE, grazie alla stabile permanenza in tale città di un nutrito gruppo di latitanti cui gli uomini di GUERIN SERAC daranno appoggio logistico e ospitalità.

Il "gruppo di Madrid" così costituitosi, vera prosecuzione dell’esperienza dell’AGINTER PRESS, proseguirà la sua azione secondo le linee strategiche di sempre, mettendosi al servizio delle strutture di sicurezza spagnole nella "guerra sporca" contro i militanti dell’E.T.A. e continuando ad operare su diversi piani in altri Paesi d’Europa e anche in Sud-America.

Caduto anche il bastione spagnolo dopo la morte del generale FRANCO, nell’autunno del 1975, molti elementi del gruppo si trasferiranno proprio in Sud-America, mettendo le loro capacità operative al servizio soprattutto delle forze speciali cilene e argentine.

Tale ulteriore "migrazione" è descritta da VINCIGUERRA (che raggiungerà l’Argentina e il Cile così come DELLE CHIAIE, Pierluigi PAGLIAI, Augusto CAUCHI e parecchi spagnoli e francesi) in particolare negli interrogatori resi al P.M. di Roma, dr. Giovanni Salvi, il quale stava indagando sugli attentati di cui erano stati vittime, anche con l’apporto di elementi italiani, l’esponente democristiano cileno Bernardo LEIGHTON e altri antifascisti cileni (cfr. vol.6, fasc.5, ff.162-185).

Anche su altri piani, prettamente militari, elementi del gruppo proveniente da Madrid daranno un contributo non indifferente, ad esempio verificando per conto dei cileni le installazioni difensive peruviane nella zona di frontiera nella fase di tensione fra il Perù e il Cile, attività di spionaggio che poteva più facilmente essere affidata a cittadini stranieri i quali potevano passare per semplici turisti (int. VINCIGUERRA al P.M. di Roma, 16.2.1993, f.4, vol.6, fasc.5).

L’esistenza di rapporti fra la struttura di GUERIN SERAC e le organizzazioni di estrema destra italiane, in particolare Ordine Nuovo, non è una novità ed era già parzialmente emersa durante le indagini condotte dall’A.G. di Milano sulla c.d. pista nera, anche perché una piccola parte del materiale rinvenuto a Lisbona nella sede dell’AGINTER PRESS era stata fotografata da alcuni giornalisti italiani e prodotta ai giudici inquirenti dr. D’Ambrosio e dr. Alessandrini.

Era anche in progetto una formale richiesta di rogatoria alle Autorità di Lisbona, ma, proprio nel periodo in cui l’iniziativa era in cantiere, le indagini relative alla strage di Piazza Fontana erano state trasferite a Catanzaro e l’inevitabile interruzione che ne era conseguita aveva fatto sì che tale iniziativa non venisse più ripresa.

Era comunque noto che GUERIN SERAC e Pino RAUTI, dopo uno scambio di corrispondenza, si erano incontrati a Roma fra il 30 gennaio e il 1° febbraio 1968, anche se il contenuto di tali contatti era emerso solo parzialmente (cfr. nota del Ministero dell’Interno in data 20.12.1973, vol.36, fasc.5, ff.19-24, contenente notizie confidenziali da attribuirsi certamente alla fonte ARISTO, e cioè Armando MORTILLA, come evidenziato nella perizia del dr. Aldo Giannuli, pagg.165-169).

L’anno precedente, del resto, fra il 22 luglio e il 4 agosto 1967, un elemento di Ordine Nuovo di La Spezia, Piergiorgio BRILLO, si era recato a Lisbona per partecipare ad un corso di addestramento presso una struttura dell’AGINTER PRESS (cfr. nota del Ministero dell’Interno citata, ff.9-11, e atti acquisiti presso il S.I.S.Mi. relativi a BRILLO, vol.43, fasc.5).

Sempre nel marzo 1967, inoltre, Robert LEROY e il dr. Carlo Maria MAGGI, rispettivamente uomini di fiducia di GUERIN SERAC e di Pino RAUTI, avevano partecipato ad un incontro ristretto tenutosi ad Abbiategrasso e organizzato dal N.O.E. (NOUVEL ORDRE EUROPEEN) su tematiche affini a quelle dell’AGINTER PRESS e cioè la "resistenza " delle forze europee in Africa (cfr. nota della Digos di Milano in data 6.6.1996, vol.6, fasc.3, ff.19 e ss.; int. MAGGI al G.I. di Catanzaro, 6.10.1984, vol.1, fasc.13, f.2; e, sul punto, anche dichiarazioni di Martino SICILIANO che aveva accompagnato MAGGI, ZORZI e MOLIN all’incontro guidando la vettura di MAGGI, int. 25.5.1996, f.2, e 7.6.1996, ff.1-2).

Nel corso della presente istruttoria è anche emerso che Guido GIANNETTINI e GUERIN SERAC si conoscevano sin dal 1964.

E’ stata infatti acquisita, a fini di inquadramento generale, forse per la prima volta, presso l’archivio del S.I.S.Mi., l’intera produzione della fonte GUIDO (nome in codice di Guido GIANNETTINI) e cioè tutti i rapporti e le relazioni che questi aveva trasmesso o approntato, prima per il Reparto R e poi per il Reparto D del S.I.D., a partire dalla metà degli anni ‘60 (cfr. vol.37, fasc.1-5).

Da due appunti della fonte GUIDO del giugno 1970, contenenti tuttavia notizie risalenti ad anni precedenti e originate da una richiesta del Servizio a GUIDO di fornire qualche approfondimento sull’AGINTER PRESS, risulta infatti che GIANNETTINI era in grado di fornire notizie abbastanza dettagliate su GUERIN SERAC avendolo frequentato nel 1964 e conoscendone il nome di battaglia RALPH (cfr. vol.37, fasc.1, ff.262-264).

La fonte riferiva fra l’altro, oltre a particolari sull’aspetto fisico e le abitudini di vita di GUERIN SERAC (soggetto "inafferrabile" di cui nessuno ha mai disposto di una fotografia e che non è anagrafato in nessun Paese del mondo), che questi, esule dalla Francia per sfuggire alla giustizia di DE GAULLE e in contatto con la PIDE portoghese, si era recato, per missioni, nell’Africa Centrale ex-francese e nell’ex Congo Belga.

L’AGINTER PRESS, da lui diretta, con il venir meno del potere gaullista (che aveva perseguitato gli ex-membri dell’O.A.S.) sarebbe stata in seguito finanziata e appoggiata dal nuovo Governo francese del Presidente POMPIDOU e l’atteggiamento della stessa in relazione ai conflitti medio-orientali sarebbe stato favorevole a Israele, in sintonia, peraltro, con la scelta di campo "occidentale", più che neofascista, che caratterizzava la linea strategica seguita dall’AGINTER PRESS, come ampiamente emerso nel corso di questa istruttoria (cfr. appunto denominato AGINTER, vol.37. fasc.1, f.264).

Guido GIANNETTINI, sentito sul punto da questo Ufficio in data 16.7.1993, ha riconosciuto come propri gli appunti (diretti all’epoca al Reparto D del S.I.D.) ammettendo di aver conosciuto nel 1964, a Lisbona, GUERIN SERAC, presentatogli dal capitano SOUETRE dell’O.A.S. e da un ufficiale della PIDE durante il soggiorno finalizzato a contatti politici con gli ambienti di destra (dep. GIANNETTINI, 16.7.1973, ff.2-3, e 2.9.1993, f.1).

I contatti di GUERIN SERAC con elementi italiani legati, direttamente o indirettamente, ad apparati istituzionali, sono quindi stati certamente molto frequenti già a partire dalla metà degli anni ‘60.

Il ruolo e l’attività dell’AGINTER PRESS rimarrebbe solo un pezzo della storia delle organizzazioni anticomuniste degli anni ‘60/’70, e cioè del periodo cruciale dello scontro fra i Blocchi, se il suo nome e quello di GUERIN SERAC non fossero entrati di prepotenza nelle indagini sugli attentati del 12.12.1969 con l’appunto stilato dal S.I.D. il 16.12.1969, e cioè pochissimi giorni dopo la strage quando le indagini stavano imboccando la pista VALPREDA.

In tale appunto, di fonte confidenziale e pervenuto alla magistratura solo nel marzo 1973, si riferisce in sintesi che la mente ispiratrice degli attentati sarebbe stato tale GUERIN SERAC, che gli attentati avvenuti a Roma il 12.12.1969, contemporaneamente alla strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, sarebbero stati organizzati da Stefano DELLE CHIAIE e che l’esecutore dei due attentati di quel giorno all’Altare della Patria sarebbe stato Mario MERLINO, definito "filo-cinese" nell’appunto del 16.12.1969 e successivamente, nella versione più ridotta dello stesso appunto portante la data 17.12.1969, "anarchico".

Lo stesso GUERIN SERAC, dirigente a Lisbona dell’AGINTER PRESS e in stabile contatto con Stefano DELLE CHIAIE, sarebbe di ideologia anarchica e suo "aiutante" sarebbe un certo Robert LEROY di cui nel testo viene indicato l’indirizzo di Parigi (p.55 - 83 - 7 La Seyne sur Mer).

Nell’appunto non si indica quale sia la fonte confidenziale, nemmeno con un nome in codice, ma doveva trattarsi di una persona in stretto contatto con le persone e gli avvenimenti oggetto dell’informativa, posto che non solo l’indirizzo di un personaggio poco noto come Robert LEROY risulterà esatto ad un successivo accertamento, ma che altre notizie che vi appaiono (il fatto che il congegno deposto in Piazza Fontana fosse ad orologeria e che Mario MERLINO, per circostanze assolutamente casuali, e cioè il comune luogo di villeggiatura, conoscesse il Direttore della Banca Nazionale dell’Agricoltura ove era scoppiata la bomba) sarebbero in seguito risultate a loro volta esatte ed erano assolutamente non note nel momento in cui - la sera del 13.12.1969 - la fonte aveva riferito a personale del S.I.D. tali notizie.

In merito al significato e al valore di tale appunto, di cui sono sempre rimaste ignote l’origine e le sue vere finalità (in quanto redatto quasi a scopo "cautelativo", ma non fatto pervenire all’Autorità Giudiziaria nella prima e cruciale fase delle indagini), si è discusso per anni nei vari procedimenti e nei dibattimenti celebrati per gli attentati del 12.12.1969, ma una nuova riflessione, anche alla luce delle risultanze di questa istruttoria e delle indagini collegate, appare legittima e forse difficilmente discutibile.

Nell’appunto sono contenuti due serie di concetti, l’una depistante e l’altra probabilmente rispondente a verità, e la sua acquisizione nella prima fase delle indagini, depurato dalla parte fuorviante, sarebbe stata di grande utilità per le Autorità inquirenti.

Certamente GUERIN SERAC non era e non è di ideologia anarchica, come non era nè anarchico nè filo-cinese Mario MERLINO, rimasto sempre uomo di fiducia di Stefano DELLE CHIAIE e appositamente infiltrato in gruppi di sinistra.

Se questa è la parte "depistante" dell’appunto (che sarebbe calibrata sulla necessità di non far fuoriuscire le indagini dall’alveo che stavano seguendo, e cioè la pista anarchica), altrettanto non sembra possa dirsi della catena di comando delineata sempre nell’appunto, e cioè, rimanendo ai punti essenziali, GUERIN SERAC come ispiratore, DELLE CHIAIE come organizzatore e MERLINO come esecutore degli attentati o quantomeno di parte di essi.

Tale pista, che riporta l’intero piano degli attentati, tanto milanesi quanto romani, ad una strategia di estrema destra, anche con una ispirazione internazionale, è stata seguita con molte difficoltà e infine senza risultati processuali (se si eccettuano le parziali condanne di FREDA e VENTURA per gli attentati preparatori e quelle di MALETTI e LABRUNA per le attività di depistaggio) nel corso delle varie indagini, soprattutto quella condotta a metà degli anni ‘80 dal G.I. di Catanzaro dr. Emilio LEDONNE.

Alla luce delle dichiarazioni rese da Vincenzo VINCIGUERRA fra il 1991 e il 1993 sull’attività del gruppo di Madrid, la parte sostanziale dell’appunto, e cioè quella che indica la catena di comando, pur alternandone il "colore" politico, non sembra possa più essere sottovalutata ed anzi dovrebbe essere sottoposta ad una approfondita riconsiderazione.

Infatti:

- VINCIGUERRA, personalmente presente a Madrid fra il 1974 e il 1975 ed "ospite" della struttura che era la prosecuzione dell’AGINTER PRESS, ha descritto in modo diretto e vivido l’operatività comune in azioni illegali di vasto respiro che legava in quegli anni GUERIN SERAC (in posizione preminente e sovraordinata) a Stefano DELLE CHIAIE, operatività non recente, ma frutto di rapporti e di concordanze strategiche che risalivano alla fine degli anni ‘60 e quindi alla fase cruciale tratteggiata dall’appunto.

La "catena di comando" , quindi, esisteva ed era esistita in passato e la struttura sovranazionale di GUERIN SERAC era effettivamente in grado di ispirare un "protocollo di intervento" ai gruppi operativi nei singoli Paesi, basato su attività di infiltrazione e attentati.

- VINCIGUERRA, inoltre, durante la sua permanenza a Madrid aveva avuto modo di verificare che una delle maggiori preoccupazioni di GUERIN SERAC e Stefano DELLE CHIAIE era che non venisse alla luce, nemmeno incidentalmente o per interventi giornalistici, tale antica "sintonia operativa" in quanto "D’Ambrosio aveva capito tutto" e se altri avessero potuto riprendere le indagini in direzione dell’AGINTER PRESS, interrotte nel 1974 con il trasferimento dell’istruttoria e cioè proprio nel momento più favorevole per sondare la situazione portoghese, molte verità sugli avvenimenti italiani avrebbero cominciato ad emergere (int. VINCIGUERRA, 20.5.1992, ff.1-2, e 16.6.1992, f.3).

Le dichiarazioni relative all’AGINTER PRESS rese da Vincenzo VINCIGUERRA, che saranno esposte nei prossimi capitoli, sono quindi molto significative poiché non solo mettono per la prima volta a fuoco, in modo diretto, una struttura "coperta" che ha operato per molti anni in diversi Continenti, ma contribuiscono alla ricostruzione di quanto, su un modello di intervento ispirato da tale struttura, è avvenuto anche nel nostro Paese.


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