"Interfaccia fluttuante e
diritto alla comunicazione"
Strano Network
INDICE
OSTACOLI A UNO SVILUPPO DEMOCRATICO DELLA RETE
CONTROLLO POLITICO E SOCIALE
- Il monopolio dell'informazione
- La pubblicità (la proprietà della mappa)
- Privacy e identità (pseudonimi e crittografia)
- Il cittadino/sysop poliziotto
- La proprietà della piazza e dei saperi in rete
- Votazioni elettroniche e sondaggi di opinione
- Metodi di gestione del software:
- Accessibilitˆ all'informazione e interattivitˆ - Sviluppo di software selettivi
- Modelli di catalogazione
- Gli standard di comunicazione
- La lingua
ECONOMIA
- I costi
- Reperimento nuove tecnologie e know how
- La questione del lavoro:
- Perdita del posto di lavoro
- Trasformazione dei modelli lavorativi
- Differenze nella gestione sindacale del posto di lavoro
LEGISLAZIONE
- Copyright
- Censura
- Crimini informatici
- Licenze d'uso
- Licenze di distribuzione
- Auto-regolamentazione di un monopolio
SOCIALE
- Dinamiche sociali e rapporti interpersonali:
- Perdita del rapporto collettivo
- Perdita delle tradizioni etniche
- Limiti linguistici del mezzo:
- Il corpo
- Il linguaggio
- Il comportamento
- Deformazioni fisiologiche e turbe psichiche:
- Difficoltà percettive dopo l'uso del mezzo
- Malattie o malformazioni fisiche
- mutamento del modello cognitivo
- Difficoltà di organizzazione nel caos globale
- Lunghezza dei tempi di collegamento
STRATEGIE DI LIBERAZIONE
UN MODELLO DI UTILIZZO DELLA RETE: L'INTERFACCIA FLUTTUANTE
- I principi etici
- I principi teorici:
- Il rapporto (le aspettative standard, soggettive e statistiche)
- L'informazione organica: le piante del cyberspace
- F.I.P. (Fluctuating Internet Protocol)
- Browser fluttuanti
TRACCE PER UN COORDINAMENTO GLOBALE
- Sviluppo di server distribuiti nel mondo
- Mailing list
- Teleconferenze
- Agenzie d'informazione in rete
- Collegamento costante e scambio di materiali
- Incontri ciclici internazionali di coordinamento
- Tour promozionali internazionali
- Pubblicità della rete popolare e delle sue idee
- Forme di protesta collettive nel cyberspace:
- Lo sciopero virtuale
- Le catene di S. Antonio
- Autonomia imprenditoriale e creazione di gruppi specializzati nel reale:
- Sistemisti
- Software
- Hardware
- Giuristi
- Agenzie d'informazione
- Gruppi di produzione
- Distribuzione dei materiali
"La rete è un organismo,
un organismo della mente collettiva"
(John Perry Barlow)
Gli ostacoli a uno sviluppo democratico della rete possono essere genericamente suddivisi in quattro categorie:
- Controllo politico e sociale
- Economia
- Legislazione
- Sociale
E' impossibile suddividere con esattezza le problematiche all'interno di queste categorie, in quanto per loro natura gli interessi politici si mescolano con quelli economici, legislativi e sociali, ma cercherò di darne una classificazione per favorirne la lettura.
CONTROLLO POLITICO E SOCIALE
Le forme di controllo politico e sociale sono molteplici sia nel mondo reale che in quello virtuale. Cercherò brevemente di introdurne alcune specifiche all'uso della rete:
Il monopolio dell'informazione
La qualità digitale dell'informazione permette di uniformare i settori dell'informazione mediale più disparati: da quello delle telecomunicazioni (televisione, telefono, ...) a quello dell'editoria, musicale, al cinema, la radio, etc.. Non solo, permette di abbattere i confini geografici, creando network globali multi-mediali.
Questo ha determinato negli ultimi anni una frenetica rincorsa alle alleanze tra le multinazionali che controllano i molteplici settori dell'informazione. Genericamente ogni settore mediale deve trovare innanzitutto un alleato nel campo delle telecomunicazioni via cavo o cellulari per trasmettere in rete la propria merce e in secondo luogo deve stabilire alleanze con sistemi mediali tra loro differenti ma uniti all'interno di cd-rom, tv interattiva, banche dati, etc.
A ciò si aggiungono le alleanze con i settori dell'informazione statali o semi-statali e questo è uno dei modi in cui si può interpretare il concetto di GLocal (globale-locale): l'unione di interessi globali delle multinazionali con quelli locali della singola nazione.
Alle alleanze tra il mondo della politica e quello dell'economia non restano naturalmente esenti quelle con i settori del controllo mediale della sfera etica, quello religioso innanzi tutto.
L'Italia rappresenta bene l'attuale panorama con il proprietario delle maggiori reti televisive nazionali divenuto per alcuni mesi Presidente del Consiglio e che adesso mira a diventare Presidente della Repubblica, oltre che alla nascita della STET che controlla TELECOM e a capo della quale vi è Pascale, ex amministratore delegato (?) delle reti RAI e di cui si dice essere in stretto contatto con l'OPUS DEI.
Le strutture di potere si organizzano in club ristretti sviluppando strategie a lunga scadenza e infilando figure chiave in ogni settore dell'informazione (authority, magistrati, politici, industriali, direttori di testate giornalistiche e televisive, servizi segreti, etc.).
La qualità globale delle reti mentre da una parte sviluppa l'unione tra le varie menti creative nel mondo in comunità virtuali (meta-networks), dall'altra permette la nascita di meta-monopoli che cercano di controllarne lo sviluppo economico e sociale.
La pubblicità (la proprietà della mappa)
Al di là delle forze economiche e delle conseguenti differenze qualitative tra un prodotto realizzato da una multinazionale con quello realizzato da una comunità virtuale di base, la natura vincente di tali sistemi sta nella loro forza promozionale e distributiva. Ciò viene rafforzato dalla specifica struttura con cui si sta configurando la navigazione nel WWW. La ragnatela di cavi, l'uso del TCP/IP e dunque il sistema ipertestuale dei link (HTML, VRML, ...) prefigura la nascita di mappe di "percorsi" prestabiliti all'interno del WEB. La proprietà della mappa, la sua realizzazione e la capacità di promuoverla sarà la vera forza di vendita della merce così come del suo attuale sinonimo: l'informazione. Ogni monopolio configurerà la sua mappa di interesse (di fatto la nodelist) ed eviterà che all'interno di ogni nodo della mappa esista un link con la mappa di un concorrente, o lo nasconderà al punto da renderne la localizzazione quasi impossibile (avete presente quale sia la differenza commerciale in una libreria tra un libro esposto in vetrina e uno conservato in magazzino?). La pubblicità dei nodi contenenti tali mappe o della mappa stessa (le cosidette Pagine Gialle), il permetterne l'accesso a costo quasi zero (l'attuale politica di Video On Line in Italia), la distribuzione di collezioni di bookmarks, tutto ciò sarà un fattore determinante per il controllo politico ed economico globale.
Sempre per tornare all'esempio italiano, la struttura che da forza alle televisioni di Berlusconi non sta nella vendità di connettività (nei canoni di abbonamento), ma nel detenere il controllo della maggioranza del settore pubblicitario che è di fatto il principale ricavo delle reti Fininvest.
Detenere il controllo della mappa diventa dunque il cavallo di Troia grazie a cui promuovere e vendere tutte le attività commerciali (o politiche) ad essa collegate.
Privacy e identità (pseudonimi e crittografia)
Il diritto alla privacy è un elemento essenziale, sancito in Italia dalla Costituzione. Tale diritto in rete può essere garantito in due modi:
- rendendo l'informazione privata inaccessibile a tutti meno che al suo autore.
- impedendo l'abbinamento dell'identità dell'autore a tale informazione privata.
Dati gli standard attuali con cui sono sviluppati i software di gestione di server e bbs, e le loro carenze riguardo alla riservatezza dei dati, gli unici due sistemi possibili per attuare le modalità descritte sopra sono:
- l'uso della crittografia
- l'anonimato in rete
Riguardo a questi argomenti la situazione è abbastanza complessa, sebbene per certi lati favorevole. Infatti le classi dominanti sono combattute da una parte tra la promozione di campagne denigratorie (attraverso i media più disparati) tese a criminalizzare ogni forma di uso libero della rete inventando presunti complotti e forme di terrorismo in rete e dall'altra tra la copertura delle proprie attività più o meno legali. Se da una parte chiedono la trasparenza delle azioni del cittadino per poterle controllare, dall'altra vogliono garantirsi la riservatezza sui propri dati e sulle attività ad essi connesse.
Indicando la calunnia, la diffamazione, le associazioni clandestine, come la motivazione per cui viene richiesto il diritto alla riservatezza e all'anonimato in rete, di fatto i gruppi di controllo cercano di deviare l'opinione pubblica dall'uso che può essere fatto delle tracce private lasciate da un utente in rete:
- la società dossier (realizzazione di profili del cittadino contenenti dati sui suoi gusti culturali, politici, sessuali e religiosi, informazioni di tipo economico, eventuali malattie, etc.).
- la vendita di tali dossier.
- l'uso di tali dossier negli ambiti lavorativi (la verifica del profilo di un cittadino prima di assumerlo).
- l'uso di tali dossier per sondaggi sia commerciali che politici.
A ciò va aggiunto che il gestore dei server o bbs (in prospettiva il proprietario di network con decine di milioni di utenti) nel caso di identificabilità certa dell'utente, allo stato attuale delle cose, potrebbe fornire a terzi il login e la password di tale utente dandogli la possibilità di connettere un reato in rete facendo ricadere la colpa sull'utente di cui è stato usato il login e la password.
Attualmente non è possibile con certezza garantire l'identificabilità di un utente, ne tramite il tracciamento della linea telefonica, ne tantomeno facendosi spedire una copia della carta d'identità con sistemi analoghi. Quindi una legge che costringesse ad identificare l'utenza se da una parte non favorirebbe l'individuazione dell'eventuale criminale telematico, dall'altra colpirebbe l'onesto cittadino che fornendo i propri dati aprirebbe le porte al controllo della sua vita privata.
Il cittadino/sysop poliziotto
La pressione che i vari gruppi di interesse effettuano sia attraverso i media, sia tramite gli organi legislativi, tende di fatto a responsabilizzare in particolar modo il gestore di una bbs amatoriale (il sysop). Gli viene proposto il ruolo di poliziotto della rete o in alternativa gli si prospetta la responsabilità degli eventuali reati commessi tramite il suo sistema.
Al sysop si chiede di creare e far rispettare dei regolamenti che oltre a essere incostituzionali fanno acqua da tutte le parti. Si cerca di impedirgli un rapporto sereno e alla pari con l'utenza, ricattandolo tramite la minaccia, per altro messa più volte in atto, di indagini nei suoi confronti.
Il recente Italian Crackdown, che ha visto gli organi della Finanza e della Digos effettuare controlli su un quarto delle bbs amatoriali esistentiin Italia, non ha di fatto dato come risultato il mettere in luce alcuna struttura criminale organizzata in rete, ma ha al contrario creato un clima di panico e tensioni nel mondo della telematica amatoriale che mira ad affossare gli esperimenti di comunicazione libera e no profit per esaltare quelli di controllo o commerciali.
La proprietà della piazza e dei saperi in rete
Esistono diverse interpretazioni di ciò che sia una rete e di conseguenza a chi appartenga.
Ultimamente fiorisce l'idea del negozio fornitore di servizi. Nella rete Fidonet, almeno per quanto riguarda la scena italiana, la bbs viene considerata alla pari di casa propria.
In realtà, se si esclude le prime esperienze "militari" della rete The Internet, le reti, e in particolar modo quelle amatoriali, sono nate come luogo collettivo (la piazza) ove incontrarsi, confrontarsi e scambiarsi materiali.
A tale idea base si cerca di sostituire un clima di "regolamentazione" delle reti con moderatori d'area e precisi codici di comportamento. Si cerca di formalizzare l'auto-regolamentazione sorta spontaneamente durante la vita di comunità con regole che ne stravolgono la natura libertaria.
In particolar modo non è comprensibile l'assunto che vorrebbe considerare l'informazione creata in rete come "proprietà privata" nel momento in cui transita all'interno di una specifica bbs o di un server di rete.
Non è possibile accettare che uno o più sysop di una rete decidano quali siano le regole di gestione e di comportamento delle varie aree di conferenza (le aree messaggi o i newsgroup) senza ne mettere al corrente gli utenti delle motivazioni che hanno portato a tale decisione e soprattutto senza dargli la possibilità di partecipare "democraticamente" alla votazione di tale o tal'altro regolamento.
Non è possibile nemmeno accettare che venga ad esempio considerata proprietà privata l'informazione distribuita in rete nel momento in cui viene raccolta in un indice di URL all'interno di una pagina HTML.
Come si può far pagare la fornitura di un servizio quando questo consiste in informazione creata da altri sebbene linkata o conservata all'interno del proprio sistema?
Votazioni elettroniche e sondaggi di opinione
Sulla base dell'inaffidabilità dei sistemi tecnologici attuali di identificazione di un utente è attualmente estremamente sconsigliabile l'effettuare votazioni in rete.
Allo stesso modo sono solitamente poco credibili i tentativi di sondaggi delle opinioni della comunità effettuati dall'alto. Normalmente gli utenti mostrano il totale disinteresse a fornire la propria opinione su problemi presentati apertamente dall'alto. Le discussioni su problematiche di ogni tipo nascono "spontaneamente" dal basso quando riguardano argomenti di interesse collettivo e raggiungono talvolta dimensioni realmente sorprendenti (valga come esempio la protesta di massa degli utenti della rete The Internet contro il possibile uso del Clipper Chip). Rispetto alla reale rappresentatività dell'opinione della comunità virtuale nella sua totalità, va inoltre considerato come elemento particolarmente destabilizzante durante una discussione in rete su questioni di poco interesse, la presenza di soggetti che "invadendo" la rete, sia per quantità di messaggi che per il loro stile, monopolizzano di fatto l'andamento delle discussioni imprimendogli un carattere confuso e comunque poco credibile rispetto alle reali tendenze di opinione degli utenti della comunità.
Di fatto le qualità intrinseche di una comunità virtuale sono poco affini con i criteri di indagine culturale normalmente adottati in altre forme mediali.
In realtà i sondaggi di opinione organizzati finiscono per divenire il luogo della manipolazione dell'informazione o l'alibi per linciaggi culturali o personali mirati.
Metodi di gestione del software
I criteri di gestione dell'interfaccia software delle banche dati sono un elemento determinante nella vita delle comunità virtuali.
Li si può genericamente classificare in:
- Accessibilità all'informazione e interattività
- Sviluppo di software selettivi
- Modelli di catalogazione
- Accessibilità all'informazione e interattività
Nei salotti intellettuali della sinistra italiana da un po' di tempo a questa parte si discute di "diritto alla cittadinanza" nelle comunità virtuali. Di fatto è un modo per dire che l'informazione deve essere libera e accessibile a tutti.
In realtà esistono almeno un altro paio di grossi nodi da sciogliere:
- il copyright sull'informazione (di cui si parlerà in seguito).
- la possibilità di inserire informazione in rete.
Il diritto alla cittadinanza se separato e isolato da tali ingredienti rischia di riportare l'uso della rete a quello dello spettatore munito di telecomando di fronte a un televisore. Un'interfaccia che permetta l'accesso a tutti all'informazione contenuta nella banca dati senza permettere all'utente di inserire la propria trasforma il server in una vetrina di una libreria o, nella migliore delle ipotesi, in una biblioteca.
L'interattività tanto propagandata dai media finisce per risolversi nel premere un interruttore per aprire le porte di un palazzo. Capisco che non è poco poter accedere alla più grossa biblioteca del mondo, ma resta determinante la distinzione tra attore e spettatore della comunicazione. Una distinzione che impedirebbe di fatto di poter parlare di "comunicazione" e di "comunità".
Quello a cui stiamo assistendo è lo sviluppo di quello standard di navigazione, e della sua crescita in borsa, che è il software netscape. Pur con il grande pregio della semplicità d'uso, Netscape rischia di rendere il WWW un televisore con un'infinità di canali possibili. Questo non per colpa di tale browser, quanto del modo in cui gli amministratori dei server Web ne limitino le potenzialità configurando i propri sistemi in modo tale da impedire all'utente di inserire nel server le sue ppagine HTML. Sebbene sia tecnicamente possibile , tale potenzialità viene resa disponibile solo da rarissimi gestori di sistema particolarmente illuminati e normalmente semi-sconosciuti.
- Sviluppo di software selettivi
Come se non fosse sufficiente di rendere l'utente un semplice spettatore del cyberspazio, stanno circolando le proposte per la realizzazione di browser in grado di operare una selezione dell'informazione per evitare di far accedere a zone che contengano materiali di natura oscena, pornografica, o che comunque non sono ben visti dalla morale benpensante.
Tali proposte si sviluppano come alternativa alla contraddizione che una legge di carattere censorio avrebbe nei confronti del primo emendamento della costituzione americana, quello che garantisce la libertà di espressione.
La soluzione perversa di tale ragionamento è quella di consentire a chiunque di mettere in rete ciò che vuole, ma di distribuire alla massa degli utenti un software che operi una censura, e dunque una forma di controllo, preventiva.
- Modelli di catalogazione
Il modo in cui l'informazione vine archiviata è un altro metodo di controllo alla distribuzione dei saperi.
La realizzazione di interfacce grafiche sempre più sofisticate favorisce la possibilità di "perdersi" nei labirinti del cyberspazio.
L'esperienza di gestione di bbs che abbiamo noi di Strano Network è quella di un progetto di interfaccia che simula una città virtuale (Virtual Town TV) con i suoi palazzi e che, secondo il criterio delle scatole cinesi, al loro interno contengono altri palazzi che volendo possono essere duplicati in un differente livello della struttura ad albero/circolare del sistema. Niente di più facile per un sysop "maligno" di inserire un'informazione a cui si vuole dare poco risalto nel 27deg. livello di una struttura ad albero ramificata. Come per l'esempio della mappa, il primo livello diventa la "vetrina" della libreria, e il 27deg. livello il magazzino.
Un altro modo per intervenire e manipolare l'informazione è quello di archiviarla in base a definizioni che ne stravolgono il senso o che le danno una connotazione mirata secondo criteri di giudizio mistificanti.
Come in una biblioteca, anche nel Web chi gestisce l'archivio ne gestisce anche la sua fruibilità.
Gli standard di comunicazione
Come è avvenuto per la televisione (vedi il betamax), anche nel campo della telematica assistiamo al fiorire di innumerevoli protocolli di trasmissione e di software di comunicazione.
Imporre uno standard significa in primo luogo un dominio economico, ma in relazione alle differenti potenzialità che essi sviluppano si crea una differenza nel modello di circolazione dell'informazione e questo, oltre a mutare il carattere della comunità virtuale che lo usa, muta anche il modo di pensare dell'utente. Come ci fa capire Pierre Levy allo sviluppo tecnologico nella storia corrisponde un mutamento della mente.
La lingua
Come ribadisce Pit Schultz con i suoi testi sulla "traduzione" nella mailing list Nettime, il problema della lingua usata in rete è di grande importanza.
Sulle difficoltà linguistiche della traduzione hanno giocato nel passato quei sistemi culturali che sviluppatisi in un periodo in cui il sapere si diffondeva tramite "l'interpretazione" di un narratore, hanno potuto modellare le varie teorie scientifiche, religiose, filosofiche, etc. in base alla convenienza del momento.
Analogamente a quello che è avvenuto nelle culture orali del passato, nella rete l'utente è chiamato a "interpretare" il sapere, a recepirlo per restituirlo secondo le modalità del suo background interpretativo. Con la differenza che nelle culture orali il narratore era uno e gli altri erano il pubblico, mentre in rete chiunque può essere contemporaneamente attore o spettatore della comunicazione, o, a seconda dei casi, vittima o carnefice del banchetto culturale.
Il pericolo attuale è che oltre a essere imposta una lingua sola in rete, venga imposto un solo narratore, o che tramite altri espedienti (in primo luogo il copyright) venga tolta all'utente la possibilità di interpretare e dunque rispondere a una cultura imposta dall'alto.
ECONOMIA
Gli ostacoli appartenenti alla sfera economica, pur intrecciati con molti altri settori, si possono delineare nei seguenti modi.
I costi
I costi necessari all'utente per collegarsi alla rete possono essere di vario tipo. Il software è quasi tutto freeware e dunque non presenta spese. L'hardware necessario oscilla invece a seconda dell'uso che si vuole fare della rete. Per accedere a bbs amatoriali o alla stessa rete The Internet per scambiarsi semplici messaggi è sufficiente una spesa (all'usato) che è contenuta nelle 500.000 lire (per PC, monitor e modem) a cui si aggiunge il costo mensile della bolletta telefonica che grazie ai lettori di posta off-line può rimanere contenuto in poche decine di migliaia di lire. Anche nel caso in cui si voglia diventare gestori di un sistema amatoriale di BBS (il sysop) i costi non aumentano di molto, infatti è necessario solo aggiungere la spesa delle chiamate notturno gestite da appositi software, anche in questocaso freeware e shareware per scambiare files e messaggi con le altre BBS della stessa rete o di altre reti. Se invece si vuole collegarsi in modo grafico (con software tipo Netscape o FirstClass ad esempio), vedere immagini, piccoli filmati e sentire suoni, il prezzo sale intorno ai 2 milioni (PC, monitor e modem) e sale vertiginosamente la bolletta (un utente "motivato" di solito spende tra le 250.000 e le 500.000 mensili) a causa non solo del tempo necessario al collegamento, ma anche dei continui problemi che presentano i server e che costringono spesso a fare due o tre tentativi prima di ottenere la linea, che oltretutto ogni tanto cade. Se infine si volesse sfruttare tutte le attuali potenzialità della rete (teleconferenze, VRML, ...) si dovrebbe acquistare macchine molto potenti e almeno una linea ISDN, il che farebbe salire i costi di diversi milioni.
Anche in questo ultimo caso però non verrebbero sfruttate pienamente le potenzialità insite nell'uso della rete. Il vantaggio principale dell'"essere in rete" consiste nell'interattività, cioè nella possibilità di instaurare una comunicazione bidirezionale, con diverse tipologie: da uno a uno, da uno a molti, da molti a uno e da molti a molti. Per poter usufruire di questa interattività, però è necessario avere ognuno la possibilità di poter inserire le proprie pagine Web senza limite ne' di numero, ne' di bytes, la possibilità di creare mailing list, newsgroup, canali IRC, e tutti gli altri strumenti comunicativi e informativi che la rete è o sarà in grado di mettere a disposizione. In pratica ciò è realizzabile unicamente se viene abolita la differenziazione fra "produttore" e fruitore della rete, Detto in termini ancora più chiari, sarebbe necessario che a ognuno venisse data la possibilità di avere un proprio server Web.
Non diciamo questo per puro gusto di chiedere l'impossibile ma per rivendicare un diritto che sempre più spesso è negato: quello alla cittadinanza telematica. La storia delle reti ci insegna che soltanto quando The Internet è stata messa a disposizione delle università e dei centri di ricerca è stato possibile l'enorme sviluppo che oggi è sotto gli occhi di tutti. Infatti ognuno, docente, studente o ricercatore che fosse, ha in qualche modo contribuito a trovare nuove tecniche e tecnologie comunicative, ad innovare ed ottimizzare l'hardware ed il software necessario a far funzionare la rete. Ma questo perchè ognuno di coloro (una minoranza purtroppo) che hanno avuto accesso alla rete negli anni passati aveva la possibilità di essere allo stesso tempo "produttore" e "fruitore" nella rete. Se, invece, si reallizzaranno, come ci fanno intravedere i grandi accordi fra grandi produttori multimediali, gli scenari, facilmente prevedibili, costituiti da una serie di catene televisive ben più potenti di quelle attuali in cui ognuno di noi potrà sciegliere tra una miriade di canali informativi, ma in cui, comunque, rimarremo solo "fruitori", ancora una volta le potenzialità presenti nelle nuove tecnologie comunicative non raggiungeranno il loro pieno siluppo e purtroppo non vi sarà, da questo punto di vista progresso civile e sociale.
Ma possedere un server Web comporta l'aquisto di una macchina estremamente potente (una Sun ad esempio) che costa dai 15 ai 50 milioni di lire, a cui deve essere aggiunta una linea dedicata, perlomeno a 19,2 Kbps del costo di circa 8 milioni annui, meglio ancora a 64kbps (12 milioni e mezzo di lire annue), più la possibilità di avere un domain. E' evidente che tutto ciò è qualcosa che può permettersi solo chi sia in grado di organizzare grandi investimenti di capitale.
Come descritto nel capitolo relativo ai metodi di gestione dei server, si può capire che il possedere il server significa poterlo configurare secondo le modalità da noi scelte e in questo modo decidere quale sia il carattere della comunicazione in rete. Essendo il cavo dedicato lo scoglio economico principale per l'investimento, emerge il dato di fatto che la società che controlli il monopolio dei cavi è anche in grado di controllare e fare pressioni sulle possibili modalità di gestione del modello di comunicazione culturale della rete.
Si crea dunque già una notevole differenza di potenzialità d'uso a seconda delle possibilità economiche dell'utente, dando luogo a una differente distribuzione dei saperi in base alla classe sociale di appartenenza. Tale distinzione diventa ancor più significante nelle differenze tra stati contribuendo a rafforzare il divario di sviluppo culturale e conseguentemente economico tra l'emisfero nord e quello sud. Gli stati del terzo mondo vengono usati per creare la materia prima necessaria a creare le reti, ma gli viene impedito di sviluppare un'economia propria e quindi anche una loro presenza in rete.
Una possibile soluzione a questa situazione che rischia di creare ulteriori enormi differenze sociali e culturali fra il nord e il sud del mondo e fra i 2/3 "garantiti" e il terzo "non garantito" dei paesi industrialmente avanzati potrebbe essere l'impegno delle istituzioni, meglio se locali, in modo da realizzare una distribuzione più capillare e non accentrante, a creare server pubblici, in cui ogni cittadino abbia libero accesso all'inserimento e al recepimento dei dati, in qualsiasi modo essi vengano memorizzati, senza nessun tipo di censura.
Reperimento nuove tecnologie e know how
Dato che la maggioranza dei componenti hardware e software vengono prodotti negli U.S.A. e raramente arrivano nel terzo mondo, si delinea un divario costante tra l'utenza americana, quella del resto dei paesi occidentali e quella del terzo mondo.
I costi negli Stati Uniti sono normalmente inferiori rispetto al resto del mondo e i componenti sono immediatamente disponibili. Questo permette una maggiore distribuzione a livello di massa e onseguentemente una percentuale superiore di persone in grado di far funzionare i programmi.
Se un programma lo conoscono solo 100 persone in una città di 100.000 abitanti sarà alquanto difficile riuscire a diffonderne l'uso. Altra cosa è se la percentuale sale al 10%. In tal caso sarà facile trovare un amico che ti spieghi quale programma comprare e come farlo funzionare. Finché non si realizzano le condizioni per far decollare la curva della distribuzione di massa delle nuove tecnologie si accentuerà il divario tra chi le possiede e il resto del mondo, facendo fallire il concetto di comunità globali che sta alla base dei network, per relegarli a qualcosa di simile a dei club privati.
Il momento in cui far decollare tale curva, e in quale quantità, dipende, attualmente, dalle scelte politiche dell'esportazione made in U.S.A.
Realizzare comunicazione globale significa, anche, quindi rendere disponibili ad ognuno le tecnologie necessarie per accedervi, quindi i cavi di cui parlavamo precedentemente, l'hardware e il software.
Senza queste necessarie condizioni è assolutamente ridicolo parlare dei cambiamenti epocali che l'era dell'informazione porterà per l'umanità. Se non verranno realizzate le condizioni precedentemente viste cambierà solo la forma ma la sostanza dell'organizzazione sociale peggiorerà invece di migliorare.
La questione del lavoro
- Perdita del posto di lavoro
Le nuove tecnologie informatiche riducono in maniera drastica il tempo di lavoro necessario necessario alla produzione industriale e alla produzione di servizi. E' un fenomeno difficilmente contestabile. Molti affermano che a fronte, però, di questa riduzione del tempo di lavoro necessario c'è un incremento dei prodotti e dei servizi, e quindi la tendenza è all'equilibrio. Ma questo non è assolutamente vero, in realtà molti dei prodotti necessari hanno raggiunto un punto di saturazione o ne sono molto vicini, ed in ogni caso continuare ad inondare i mercati con quote sempre più consistenti di prodotti e servizi, spesso non necessari, ma semplicemente indotti per poter continuare a far funzionare il sistema mondo, comporta sempre più enormi costi sociali, quali il sempre più minaccioso inquinamento del suolo dell'acqua e dell'atmosfera, il sempre maggior sfruttamento delle risorse umane e naturali del sud del mondo, e molte altre consimili catastrofi. Quindi, se vogliamo tendenzialmente porre rimedio a questa tendenza, la sempre maggiore presenza delle tecnologie informatiche e telematiche nella produzione industriale e terziaria deve essere accompagnata dalla riduzione generalizzata dell'orario di lavoro.
Questo per ovviare anche alla tendenziale crescita della disoccupazione sia nei paesi ricchi (circa il 6% in media) sia nei paesi poveri (cifre da capogiro). Il tempo liberato che ognuno di noi recupererebbe in questo modo potrebbe essere utilmente impiegato, grazie alle nuove tecnologie della comunicazione per realizzare attività creative socialmente utili sganciate dalle logiche del mercato e vissute come attività di volontariato, che sicuramente farebbero fare degli enormi passi in avanti al progresso sociale, culturale e scientifico dell'umanità.
- Trasformazione dei modelli lavorativi
Anche i modelli lavorativi sono in continua trasformazione. L'informatica e la telematica hanno reso possibile la possibilità di gestire a distanza i processi produttivi industriali, ma soprattutto la realizzazione di servizi. Il telelavoro è già una realtà in molte imprese (vedi AT&T, IBM etc.). Sicuramente un fenomeno che ha molti aspetti positivi, quali la minor necessità di spostamenti fisici, soprattutto nelle grandi metropoli, con conseguente minor inquinamento, minor stress per ognuno di noi, città che potrebbero ridiventare vivibili per la specie umana. Ma a fronte di ciò abbiamo anche aspetti negativi legati a questo fenomeno, quali un maggior controllo sulle modalità di lavoro dei dipendenti (in pratica diventa monitorabile qualsiasi piccolo gesto compiuto dal dipendente), qualcosa che potrebbe travalicare il controllo sull'attività lavorativa ed entrare nella sfera della propria vita privata; la minore socializzazione in ambito lavorativo, fino all'impossibilità di avere scambi di esperienze e opinioni "face to face" sul luogo di lavoro. Non dimentichiamo che nonostante la straordinaria potenza dei nuovi strumenti comunicativi, niente potrà mai sostituire l'incontro fisico fra due soggetti.
- Differenze nella gestione sindacale del posto di lavoro
Conseguentemente a quanto detto precedentemente diventa estremamente importante la difesa di momenti di socializzazione fra dipendenti della stessa impresa.
Ancora più importante sarà la difesa della propria privacy, non solo nel momento della realizzazione dell'attività lavorativa ma più in generale in ogni attività che svolgeremo, e su questo ritorneremo parlando degli aspetti giuridico-legali dell'introduzione delle tecnologie informatiche e telematiche.
Estremamente importante diventerà, inoltre, la rivendicazione della riduzione dell'orario lavorativo e la conseguente rivendicazione dell'utilizzo massiccio ed aperto a tutti delle tecnologie comunicative per la realizzazione di attività socialmente utili sganciate dalla logica perversa del mercato e del profitto.
LEGISLAZIONE
Una legislazione di stile italiano, una situazione in movimento...
Fino agli anni 90, la legislazione italiana non ha molte leggi riguardanti il diritto a comunicare attraverso le nuove tecnologie dell'informazione.
Un dispositivo di legge (mai applicato) riguardante la tutela della salute dei lavoratori del pubblico impiego ed un altro approvato durante gli anni di emergenza (gli anni 70) che prevede pene severe per chiunque danneggi dispositivi informatici dello Stato sono le uniche iniziative legislative di un certo rilievo prima del Decreto Legislativo sulla protezione del software e la Legge Conso sui reati informatici.
Appena prima dell'approvazione di queste due leggi, la magistratura italiana si avvaleva di vecchi dispositivi di legge per reprimere reati informatici (o forme di espressione hight-tech, a seconda dei csi...) come la legislazione sul copyright del 1941 e gli articoli del codice di italiano riguardanti le intercettazioni telefoniche.
Negli anni 90, una certa classe politica italiana, intuisce l'importanza economica delle nuove tecnologie dell'informazione e nel 92 fa si' di far approvare il Decreto Legislativo sulla protezione del software mentre nel 1993 e' la volta dell'approvazione della Legge Conso sui reati informatici.
Il Decreto legislativo sulla protezione del software prevede pene severe, anche di carattere detentivo, per chiunque duplichi illegalmente programmi per computer protetti da copyright per fini di lucro. Questo Decreto legislativo non tiene in nessuna consideraqzione i programmi Freeware, Public Domain e Shareware presupponendo di classificare, e quindi proteggere, solo i prodotti "industriali". La maniera in cui e' stata interpretato questo decreto e' un altro aspetto contraddittirio da affrontare. E' opinione infatti di molti uomini di legge italiani che solo il fatto di possedere un programma senza avrelo comprato puo' essere considerata attivita' di lucro e quindi chiunque, singolo od ente pubblico usa un programma per computer anche per fini di ricerca od educaticvi sono costretti a comprare il software necessario, l'alternativa e' la persecuzione. In questa maniera, migliaia di istituti di ricerca e scuole italiane non hanno potuto realizzare i loro progetti educativi od istituzionali mentre molti altri si sono visti costretti ad indirizzare molte delle loro energie economcihe verso l'acquisto di software.
La legge Conso prevede severe sanzioni per chiunque si renda responsabile di reati informatici come la diffusione di virus, lo scambio di password violate, e l'intrusione in sistemi informativi protetti. La Legge Conso puo' essere applicata solo nel caso si ravvisi un'attivita' che reca profitto a qualcuno o danno economico a qualcun'altro.
Il Decreto legislativo sulla protezione del software e la Legge Conso sono stati recentemente utilizzati per perseguitare centinaia di BBS amatoriali (due nomi per tutti, le reti Peacelink e Fidonet). Questa enorme azione di polizia che e' internazionalmente conosciuta come l'Italian Crackdown e' stato un calmoroso fallimento in quanto nessun "pirata informatico" e' stato colto con le mani nel sacco ma, purtroppo, allo stesso tempo, ha inferto un duro colpo a diversi giovani ed a molte organizzazioni sociali umanitarie interferendo nella loro vita pubblica e privata.
Nel frattempo, la stessa classe politica e' impegnata nello sviluppo di nuovi strumenti legislativi che dovrebbero regolare i meccanismi di anti-trust nel mercato delle tlc, proteggere la privacy dei cittadini ed organizzare le reti telematiche amatoriali.
Come queste nuove iniziative legislative potranno danneggiare i diritti civili dei cittadini Italiani e' una domanda alla quale risponderemo molto presto.
Copyright
Censura
Crimini informatici
Licenze d'uso
Licenze di distribuzione
Auto-regolamentazione di un monopolio
SOCIALE
Dinamiche sociali e rapporti interpersonali:
Perdita del rapporto collettivo
Perdita delle tradizioni etniche
Limiti linguistici del mezzo:
Il corpo
Il linguaggio
Il comportamento
Deformazioni fisiologiche e turbe psichiche:
Difficoltà percettive dopo l'uso del mezzo
Malattie o malformazioni fisiche
Mutamento del modello cognitivo
Difficoltà di organizzazione nel caos globale
Lunghezza dei tempi di collegamento
STRATEGIE DI LIBERAZIONE
UN MODELLO DI UTILIZZO DELLA RETE: L'INTERFACCIA FLUTTUANTE
L'interfaccia di un modello di comunicazione è molto di più del semplice suo aspetto grafico e delle sue potenzialità tecniche. Costruire un'interfaccia della comunicazione significa affrontare le innumerevoli sfaccettature che la comunicazione implica,, i problemi ad esse connesse e il proporre una risoluzione applicabile alla struttura dell'interfaccia.
Nel primo dei due seguenti paragrafi sono riassunti brevemente i principi etici su cui dovrebbe svilupparsi un'interfaccia fluttuante per scavalcare gli ostacoli elencati nel precedente capitolo; nel secondo paragrafo invece vengono presntati gli appunti per la realizzazione della suddetta interfaccia.
I principi etici
Chiunque deve essere messo nella condizione di poter partecipare alla comunicazione globale. Per fare ciò in un modello di interfaccia della rete bisogna garantire i seguenti principi etici:
- La proprietà delle reti non deve essere sotto il controllo di monopoli o oligopoli privati o pubblici.
La comunicazione e l'informazione devono essere di tutti, dunque il popolo delle reti deve essere in grado di controllare e partecipare alle scelte gestionali di coloro che posseggono le reti.
- Le reti devono mettersi in collegamento tra di loro a livello globale. Va imposta la creazione di una mappa di link globale che raccolga al suo interno l'indirizzo di tutti i server nel mondo; tale mappa deve essere custodita in determinati server pubblici che devono dare a chiunque la possibilità di aggiungervi l'indirizzo del proprio server. Va imposto ad ogni server di rendere disponibile alla sua utenza tale mappa che dovrà essere aggiornata ciclicamente prelevandola da uno dei server che la custodiscono.
- Deve essere tutelata la privacy di ogni utente.
- Deve essere consentito l'anonimato in rete.
- Deve essere consentito l'uso della crittografia in rete.
- Il sysop non deve essere responsabile dei materiali immessi dagli utenti nel suo sistema.
- La comunicazione non può essere regolamentata da privati ne essere di loro proprietà. L'informazione condivisa da una rete deve essere regolamentata secondo criteri votati collettivamente da tutti gli utenti di tale rete.
- L'informazione deve essere accessibile a tutti.
- Tutti devono poter inserire le proprie informazioni in rete.
- Chiunque, se non per scopo di lucro, deve poter copiare e usare il software o qualsiasi altra informazione di tipo digitale. Deve in tal modo essere garantito che il sapere non sia un'entità astratta e distaccata dall'individuo, bensì deve essergli restituita la possibilità di "adattarsi" alle "interpretazioni" individuali o collettive di chiunque.
- I software di comunicazione non devono contenere al loro interno criteri di selezione che censurino una specifica zona o informazione in rete.
- L'informazione non deve essere censurata.
- Gli standard di comunicazione in rete devono essere il frutto di una decisione globale e diffusa non di una politica economica imposta da un gruppo di potere ristretto.
- Deve essere garantito un costo di acquisto dei materiali hardware necessari alla comunicazione in rete accessibile a tutti. Allo stesso modo va garantita una tariffazione delle bollette relative alle comunicazioni di dati accessibili a tutti. Inoltre lo stato deve garantire una cablatura del territorio a costo accessibile al cittadino, che permetta a chiunque di realizzarsi il proprio server web in casa.
- Le tecnologie e la loro conoscenza non devono sottostare a controlli e politiche economiche che ne frenino la distribuzione o produzione globale.
- Gli orari di lavoro fatto salvo il potere di acquisto devono diminuire per frenare la crescita del tasso di disoccupazione causato dall'uso di nuove tecnologie negli ambiti lavorativi.
- Deve essere garantita la privacy del telelavoratore
- Deve essere garantita la possibilità di socializzare nell'ambito lavorativo al telelavoratore
Come fare movimento nella giusta direzione e nella direzione del Diritto alla libera comunicazione!
In attesa del futuro siamo stati impegnati negli ultimi anni a contrastare gli effetti dell'Italian Crackdown ed a creare un movimento sociale, culturale e politico capace di difendere la liberta' di espressione ed il diritto di accesso all'informazione ed alla comunicazione dei cittadini italiani.
Nel febbraio 1995 abbiamo organizzato un convegno anzionale delle BBS amatoriali italiane al Museo Pecci di Prato.
Alcuni mesi piu' tardi, ci siamo trovati coinvolti in un dibattito nazionale sulla realizzazione di in disegno di legge riguardante la gestione ed organizzazione delle BBS amatoriali. Pur essendo coscienti che il miglior ambiente di crescita ed attivita' di una BBS e' un ambiente senza regole e limti, comprresi limiti legali, abbiamo partecipato a questo dibattito convinti che un disegno di legge del genere e' inevitabile di questi tempi ed e' importante che venga partorito da qualcuno che ha a cuore i diritti civili piuttosto che da ambienti fascisti ed autoritari.
Come risultato, ora il Parlamento Italiano si trova ad esaminare una proposta scritta da esponenti della "sinistra". Questa proposta a fronte di alcuni elementi contradditori come l'obbligo di registrazione della bbs presso la prefettura contiene diversi articoli riguardanti un possibile uso di pubblica utilita' di programmi freeware, shareware ed anche di programmi commerciali datati mentre altre, pochi articoli, tutelano il diritto a comunicare delle BBS amatoriali (senza tasse, controlli e limti) prevedendo un codice di autoregolamentazione che prevede come unici obblighi quelli di auto-organizzarsi secondo delle regole dettate dalla BBS stessa ed un generico impegno a collaborare con l'autorita' giudiziaria nel caso la BBS si trovi coinvolta in un'indagine per reati informatici.
Sebbene siamo sempre piu' sicure/i che la cosa piu' importante da fare oggigiorno e' la realizzazione di un movimento culturale che abbia a cuore parole d'ordine come: diritto di accesso all'informazione di tipo pubblico, diritto a comunicare, diritto ad esprimere le proprie idee, e cosi' via... saremo impegnati anche in un prossimo futuro per far si' che non venga approvata in Italia una legislazione specifica su questo argomento che possa ledere i diritti civili di tutti coloro che interagiscono con il mondo delle nuove tecnologie dell'informazione.
Contro tutte le barriere sociali, per il diritto a comunicare ora !
I principi teorici
La realizzazione di un sistema intelligente che gestisca la comunicazione deve garantire la possibilità di un suo sviluppo:
- determinato dall'utente
- auto-determinato dall'interfaccia (in relazione alla vita della comunità)
Di fatto le interfacce attuali riflettono le intenzioni o del programmatore o dell'operatore di sistema. Un'interfaccia fluttuante dovrebbe essere l'espressione mutevole delle intenzioni della comunità virtuale.
- Il rapporto (le aspettative standard, soggettive e statistiche)
Tra l'utente e l'interfaccia deve essere possibile stabilire un rapporto continuo. Ciò significa uno scambio costante che rifletta e permetta le aspettative reciproche.
Per un utente deve essere possibile costruirsi la propria casa nel cyberspace. Ciò si può risolvere con un software che permetta di accogliere al suo interno nuovi moduli immessi dall'utente. In tal modo l'utente deve avere la possibilità di creare un'opzione nell'interfaccia tale che se selezionata trasporti qualsiasi altro utente nel suo spazio privato, con le sue specifiche grafiche, etiche e funzionali.
L'interfaccia di ogni server diventerà un modello "pluridimensionale" di città all'interno della quale si potrà scegliere se navigare nella dimensione "globale" comune a tutti gli utenti oppure in quella "locale" dove si assisterà alla costruzione costante di nuove case, negozi, uffici, giardini, etc.. costruiti dagli utenti stessi.
La dimensione globale si potrà a sua volta interpretrare secondo due criteri distinti: un criterio standard immutevole e un altro statistico che sarà in grado di mutare l'ambiente dell'interfaccia a seconda del risultato di un'analisi statistica, su sistema di tipo neurale, sulla media delle scelte effettuate dalla comunità globale.
In un rapporto tra due o più individui esistono una serie di comportamenti rituali che preludono a un'azione il cui ricorrere può essere traccia di un evento determinato che sarà realizzato di li a poco (ad esempio per un cane se il padrone indossa la giacca tale gesto può significargli una giratina fuori e quindi provocargli la voglia di andare a mordere il guinzaglio per portarlo al suo padrone).
Un sistema intelligente deve essere in grado di conservare memoria dei rituali usati da un utente durante la navigazione in rete così come di fare una media statistica dei rituali di uso della comunità nel suo complesso.
Il corpo e l'ambiente sono un pozzo inesauribile si segnali che possono essere l'indice di determinati rituali comunicativi: indossare un abito anziché un altro, sorridere o essere seccati, muoversi veloci anziché lenti, non guardare negli occhi, situarsi in una determinata posizione in un gruppo di persone, etc... sono tutte tracce di comunicazione rituali interpretabili in modo più o meno consapevole come messaggio aggiunto alla comunicazione scritta o verbale.
Così come è possibile per un utente interpretrare i messaggi comunicazionali che gli vengono proposti durante la navigazione, allo stesso modo l'interfaccia deve essere in grado di operare un'analisi delle "intenzioni" di un utente dalle tracce "indirette" che egli lascia durante la navigazione in rete. A tale analisi deve conseguire una risposta dell'interfaccia verso l'utente che proponga una varietà di scelte possibili in base a quelle che l'interfaccia presuma siano le intenzioni dell'utente. Tale proposta non dovrà mai essere isolata, ma costantemente affiancata da altre due possibili proposte di uso: una seguendo criteri standard immutevoli, l'altra determinata dalla media statistica di quelle che sono state le scelte globali in quella determinata condizione. Inoltre la capacità di archiviare e analizzare le tracce di un individuo non deve presecindere dalla libertà di uso anonimo della rete. Tale sistema se applicato a un obbligo dell'identificazione dell'utente diventerebbe un pericolosissimo strumento di controllo possibile e dunque un grave limite alla tutela della privacy di un utente.
- L'informazione organica: le piante del cyberspace
L'interfaccia fluttuante per essere tale deve essere in grado di crescere e svilupparsi in modo organico seguendo l'andamento medio della comunità globale.
Ogni server avrà il suo giardino.
Il software di gestione di ogni server deve avere al suo interno un seme in grado di germogliare. L'acqua per tale pianta sarà la richiesta che un utente farà durante la navigazione. Un utente scegliendo di avere informazioni su un argomento specifico determinerà automaticamente la nascita di una pianta relativa a tale argomento. Lo sviluppo di tale pianta e la sua ramificazione rizomatica sarà data dall'equilibrio tra il peso attribuito al nodo determinato dall'utente con la sua scelta e il peso attribuito al nodo auto-determinato dall'interfaccia attraverso l'uso di programmi in grado di effettuare ricerche statistiche costanti all'interno della rete. Ciò significa che dopo il collegamento di un utente si sarà creata una pianta d'informazione su un determinato argomento con un suo sviluppo relativo al modo in cui tale utente avrà operato delle scelte prioritarie rispetto ai percorsi possibili in rete su tale argomento. Ogni volta che nascerà una nuova pianta l'interfaccia farà partire una propria ricerca continua su quali siano i pesi assegnati ai nodi relativi alla stessa pianta (argomento) presente in altri server di rete. Dai dati ricevuti durante tali ricerche calcolerà una statistica di sviluppo medio dei percorsi relativi a tale argomento e abbinerà il risultato di tali calcoli alle scelte operate dall'utente nel proprio server traendone come risultato finale una serie di informazioni che determineranno la crescita di un "albero di informazione" che si differenzierà per grado di sviluppo dagli alberi presenti in altri server, sebbene della stessa specie in quanto riguardanti il medesimo argomento. La causa di tale differenza starà nell'assegnare un maggior peso alle informazioni relative alle azioni degli utenti del proprio server rispetto a quelle provenienti dal resto della rete.
F.I.P. (Fluctuating Internet Protocol)
L'informazione contenuta in tali piante saranno semplici indirizzi di percorsi possibili dove trovare informazioni sull'argomento richiesto. Ogni pianta diventerà dunque un indirizzo FIP (Fluctuating Internet Protocol) ovvero un elenco mutevole di indirizzi internet dove trovare informazioni sull'argomento di tale pianta.
Ogni server avrà il suo giardino con piante che cresceranno o moriranno a seconda delle ricerche realizzate in rete e dunque della loro media di interesse.
Questo caratterizzerà ogni server dagli altri a seconda che l'interesse sviluppato al suo interno sia rivolto verso piante che contengono informazioni sulla scienza rispetto ad altri dove sia predominante la ricerca filosofica o letteraria, etc... Un server con tanti utenti, o comunque con tante ricerche, avrà bellissime piante con tante ramificazioni e dunque ricchezza di informazioni, al contrario di quei server dove sorgerà solo qualche cactus sparuto.
L'interfaccia grafica di tali FIP potrebbe essere realmente rappresentata da un ambiente tridimensionale con immensi giardini dove passando col mouse sopra ai rami di un albero si evidenzi la scritta relativa all'argomento e alla sua possibile diramazione d'interesse collegata.
La qualità fondamentale dei FIP sarà in ogni caso la loro facoltà di auto-apprendere e ciò renderà l'interfaccia del cyberspace un'entità organica in cui le cose seguono il loro corso in modo più o meno casuale e comunque indipendente dalla volontà dell'individuo. L'interfaccia inizierà a vivere a differenza di quelle attuali che sono ambienti freddi usati da mani calde.
Browser fluttuanti
L'interfaccia deve dare da una parte la possibilità all'utente di inserire i propri moduli nel cyberspace, dall'altra deve essere in grado di stabilire un dialogo "indiretto" con l'utente per riuscire a conoscerlo e di conseguenza interpretrare quelle che potrebbero essere le sue necessità. Naturalmente l'affidare le proprie ricerche all'interpretazione che un software, per qunato complesso, possa realizzare potrebbe essere sia pericoloso che limitante, in quanto la selezione dell'informazione avverrà comunque su criteri di scelta che possono talvolta essere riduttivi se non addirittura mistificanti. Per questo reputo preferibile affiancare a un'analisi che interpreti la ricerca in atto secondo criteri "soggettivi", altre due che seguano criteri "standard" e "statistici".
La risposta dell'interfaccia di un browser fluttuante deve essere dunque suddivisa e presentata contemporaneamente in tre finestre ciascuna delle quali rispondenti a uno dei seguenti metodi:
- Standard
Archiviazione e ricerca dei dati secondo i criteri classici per: oggetto, autore, cronologico...
- Statistico
Dei software costantemente attivi devono vagabondare in rete effettuando sondaggi statistici rispetto a un determinato argomento ottenendo informazioni relative a:
- il criterio di archiviazione usato.
- il loro collegamento con le informazioni e altri argomenti ad esso collegati.
e assegnare il risultato di tali ricerche al tronco di un albero metaforico da cui dipartono ramificazioni d'uso principali e secondarie. Tali informazioni vegetali sono contenute nel FIP relativo ad ogni albero cresciuto nel giardino del server.
- Soggettivo
Il browser deve contenere dati immessi volontariamente dall'utente prima del suo uso. Tali dati devono costruire un profilo dell'utente in grado di comunicare i suoi criteri principali di selezione dell'informazione oltreché le sue "modalità di navigazione" in modo da poter creare delle possibili aspettative dell'interfaccia rispetto alle intenzioni dell'utente.
Tali dati devono servire per valutare quale percorso scegliere o quale selezione effettuare sull'informazione richiesta. Queste informazioni devono essere aggiornabili dall'interfaccia in base all'apprendimento delle nuove scelte che ogni giorno l'utente compie e devono risiedere in una cache memory del suo browser che ne permetta di escludere l'accesso all'interfaccia se richiesto dall'utente.
La proposta/risposta di tipo "soggettivo" fornita dall'interfaccia (quella per cui la macchina ti dice: "a te, avendo un profilo che ti assegna i seguenti comportamenti x, y, ..., z, io consiglio l'oggetto che risponde ai requisiti x, y, ..., z) deve essere presentata su richiesta insieme a una descrizione delle categorie usate per operare la scelta e delle loro possibili alternative, lasciando all'utente la possibilità di selezionare una delle possibili alternative il che oltre a cambiare la scelta attuale "insegnerà" al browser questa nuova caratteristica del comportamento dell'utente che aggiornerà statisticamente al proprio interno il peso del nodo relativo a tale categoria di selezione.
L'interfaccia fluttuante dovrà avere al suo interno una memoria che abbini a una determinata informazione, categoria o percorso un possibile profilo dell'utente medio che ne fa uso all'interno della rete globale. Questo permetterà un certo grado di intelligenza del sistema, che gli permetterà di crearsi delle aspettative possibili rispetto al comportamento dell'utente al momento che egli effettui una determinata richiesta o al momento in cui usi determinate modalità di navigazione. Il presunto riconoscimento dell'appartenenza dell'utente a una determinata fascia di classificazione potrebbe permettere all'interfaccia di auto-adattarsi ai gusti dell'utente secondo quelle che sono state le "scelte medie" effettuate da altri utenti appartenenti alla stessa fascia di classificazione.
TRACCE PER UN COORDINAMENTO GLOBALE
Una nuova epoca equivale a un nuovo progetto determinato dalla nuova classe dominante mondiale.
Noi possiamo immaginarci un progetto che liberi le menti dalle catene di pianificazioni imposte dall'alto.
Noi abbiamo l'energia, la forza e la fantasia per immaginare un progetto a lunga scadenza che coinvolga e organizzi nelle idee e nei fatti le persone contro la classe dominante per rivoluzionarne pacificamente gli interessi.
Sviluppo di server distribuiti nel mondo
Mailing list
Teleconferenze
Agenzie d'informazione in rete
Collegamento costante e scambio di materiali
L'unione fa la forza.
Unire il lavoro che ogni gruppo o singolo che lavori per un modello di strategia di liberazione è fondamentale.
Creiamo le nostre mappe di link alternativi e fin quando non verranno accettati i nostri principi facciamole circolare nei nostri server.
Creiamo un circuito di server web che condividano in una delle pagine html il link con tutti gli altri server del circuito.
Non solo, creiamo una collezione di bookmark di siti "alternativi" collettiva e rendiamola disponibile nelle nostre pagine web.
Per contrastare le manovre di chi ha più forza e più denaro dobbiamo contrapporre una organizzazione e un coordinamento più veloce, funzionale e creativo.
Il contatto con i movimenti ci consente una forza promozionale che può fare a meno del denaro investito dalle multinazionali per monopolizzare e controllare il settore delle telecomunicazioni, ma dobbiamo unire i nostri sforzi.
Scambiamoci i materiali fornendo il link al proprio server.
La strategia della mappa alternativa è una delle carte migliori che abbiamo in mano.
Incontri ciclici internazionali di coordinamento
Tour promozionali internazionali
Pubblicità della rete popolare e delle sue idee
Forme di protesta collettive nel cyberspace
Lo sciopero virtuale
Una delle forme possibili di sciopero virtuale potrebbe essere quella realizzata nel seguente modo:
- Decidere, in base alla motivazione dello sciopero, un server oppure un tratto di un cavo che collega uno o più server che si vuole boicottare.
- Decidere un ora e un giorno preciso.
- Invitare 1000, 100.000, 1.000.000 di persone a collegarsi ripetutamente avanti e indietro continuamente all'ora stabilita ai server che si vuole boicottare. Spiegare pubblicamente in rete le motivazioni per cui si effettua tale azione.
Il risultato dovrebbe essere quello di paralizzare il traffico in una zona della rete, così come avviene nel mondo reale quando uno sciopero paralizza il traffico per le strade.
Più ampia è la zona della rete che si viene a bloccare e più ampia sarà la "risonanza mediale" e dunque la riuscita dello sciopero.
Le catene di S. Antonio
Facciamo l'esempio di ciò che è accaduto in relazione della ripresa dei test nucleari da parte della Francia: migliaia di persone hanno iniziato a scambiarsi secondo il metodo della catena di S.Antonio dei messaggi che invitavano a boicottare la Francia.
Una raccolta di consensi "elettronici" tramite tale meccanismo, sebbene susciti la reazione negativa di molti gestori di sistema, ritengo sia una forma efficace di propaganda e quindi di ostruzionismo ad azioni decise verticalmente secondo accordi segreti che non tengono in minima considerazione l'opinione pubblica.
Autonomia imprenditoriale e creazione di gruppi specializzati nel reale
Sistemisti
Software
Hardware
Giuristi
Agenzie d'informazione
Gruppi di produzione
Distribuzione dei materiali