"NANOTECNOLOGIA E FEDE"

di J. Storrs Hall

 

Testo tratto dalla rivista "Extropy", #9, vol.4, n.1, Summer 1992, Los Angeles, CA, USA.

Pubblicato in Italia da "Metanetwork", n.2, Inverno 1993-1994, a cura di Tommaso Tozzi e Nazario Renzoni.

Traduzione dall’inglese di Massimo Cittadini.

 

I seguenti pensieri sono apparsi su sci.nanotech - la newsgroup di Internet dedicata alla discussione sulla nanotecnologia in tutti i suoi aspetti, dal sociale all’altamente tecnico. Il testo è stato scritto in risposta ad altri messaggi che non sono qui riprodotti.

Una lettera recente di Thomas Donaldson all’area crionica conteneva il seguente:

3."QUANDO ARRIVA LA NANOTECNOLOGIA..."

Questo commento è una tangente più o meno indipendente dagli altri. Mi ha decisamente disturbato che molti studiosi di crionica, soprattutto quelli che usano la frase citata o le sue variazioni, parlano della crionica in un modo molto simile a quello usato dai Cristiani rinati nel 19esimo secolo nel parlare del Millennio. Ho ascoltato molto sulla nanotecnologia, ma insomma che cosa è questa Nanotecnologia che dovrebbe arrivare? (I Cristiani, ovviamente, usavano una parola differente. ma va bene. basta cambiare le parole e che ottenete?)

Vorrebbe Eric Klein o qualche altro esponente di questa visione del mondo (teologia?) spiegare in termini semplici solo cosa è questa Nanotecnologia? E faccio notare la maiuscola: come ho detto, imparo già molto dalla forma minuscola.

Per esempio, ho avuto un’esperienza molto strana non molto tempo fa. Qualcuno che (penso) è un Credente ha dichiarato che quando la Nanotecnologia sarebbe arrivata, i minuscoli ""critters"" potrebbero essere usati per curare il cancro. Quando ho fatto notare che quasi la stessa cosa, e con lo stesso risultato, stava succedendo adesso con trattamenti sperimentali in cui i linfociti venivano modificati e coltivati in gran numero per attaccare il cancro di un paziente, sembrò non accorgersene, passando all’affermazione che la Nanotecnologia farà molto di più.

Questa è una bella questione, che merita molta riflessione. Una ragione importante per questo è esattamente nel mantenere il nostro "meme complex" ripulito dei "memes" pseudo-religiosi che comunemente sono uniti alle visioni similari.

E’ vitale distinguere tra una visione, come certamente la "Nanotecnologia" è, e una Fede, che non è (e dobbiamo far si che non lo diventi). Una visione, nel senso che sto usando, è una immagine di qualche favoloso sviluppo futuro per cui il visionario ha qualche ragionevole base di convinzione. Sto usando "Fede" per intendere un sistema di credenze, come una religione, a cui si aderisce senza alcuna ragionevole prova che sia vera o possibile.

Oggi "fede" viene spesso usata per indicare qualsiasi credenza dalle persone che vogliono denigrare quella credenza. Per esempio, vengo spesso accusato di avere una "fede nel progresso tecnologico". Io credo che il progresso tecnologico tenda in generale a migliorare le cose per la gente. I detrattori di questo punto di vista mostrano gli infiniti problemi sociali e ci ricordano che la tecnologia non li ha risolti. Questo potrebbe essere un valido argomento SE avessi una fede di tipo religioso, cioè se pensassi che la tecnologia risolverebbe tutti i problemi. Naturalmente non risolverà niente - e anzi crea alcuni nuovi problemi: se curi una malattia che stava uccidendo metà della popolazione (vedi la Peste Nera) adesso dovrai trovare il modo di nutrire tutta questa gente di cui prima non ti saresti preoccupato.

Così una delle caratteristiche di distinzione più ovvie tra visioni e Fedi è che l’oggetto di fede viene ritenuto una panacea universale. La maggior parte dei paradisi religiosi e molte utopie ideologiche ricadono in questa categoria:"Una volta arrivati a X, semplicemente non ci sarà più niente di sbagliato."

E’ troppo facile prendere una visione e appiccicarle questo "meme", che la rende molto meno utile sia nella previsione che nella progettazione del futuro. Per esempio, prendiamo la visione che alcuni hanno avuto sulla svolta del secolo con il possesso universale di automobili. Questa è una buona visione; noi tutti, come società e come individui, stiamo notevolmente meglio che senza di loro. Comunque, sarebbe sciocco immaginare le conseguenze come idilliache.

Lo stesso è vero per la nanotecnologia. Se si pensa che il nostro sistema legale è un caos adesso, lo si può immaginare agli ordini di qualcuno, o tutti, implicato nello sviluppo di nanotecnologie, che potrebbe influire pesantemente sulle nostre vite. Immaginate la scala degli incidenti industriali o del terrorismo, tanto meno della guerra aperta. E’ virtualmente certo che se riusciamo ad aumentare la nostra intelligenza, accresceremo anche la complessità della vita quotidiana più di quanto possiamo gestire. Anche potendomi comprare un corpo nuovo di zecca e immune dalle malattie, avrei il terrore di svegliarmi la mattina dopo la scadenza della garanzia.

Il prossimo "meme" religioso a cui dobbiamo stare attenti è quello di credere che la propria visione sia unica, o la migliore, o un’altra caratterizzazione che spinga ad accantonare alternative senza una seria considerazione. E’ facile vedere come questo "meme" sia vantaggioso ad un sistema di credenze nella competizione feroce di un’ecologia dei "memes"; è anche facile vedere quanto improbabile sia realmente il suo avverarsi. Questo "meme" trova la sua espressione definitiva nelle guerre di religione.

Notiamo che se qualcuno sta veramente lavorando allo sviluppo di qualcosa, qualche meccanismo di questo tipo è necessario a concentrare lo sforzo; ma si dovrebbe concentrare lo sforzo perché lo sforzo ha bisogno di essere concentrato per diventare operativo, piuttosto che a causa della credenza errata che tutte le alternative siano sbagliate.

Adesso possiamo immaginare robots che si auto-riproducono usando una tecnologia di computer e macchine non molto differente da ciò che attualmente esiste; e la manipolazione molecolare, senza robot auto-generanti. Si possono immaginare molti degli effetti che ci aspettiamo, grazie all’ingegneria biomolecolare, alle estensioni della chimica tradizionale, con l’intelligenza artificiale ottenuta con innovazioni ingegnose nel software invece che simulando cervelli, ecc.

Un’altro punto di vista è che la nanotecnologia è semplicemente un nome per qualsiasi tecnica o gruppo di tecniche che manipola la materia a livello molecolare. In questa ottica la nanotecnologia è unica perché include tutto. Il guaio con questa definizione è che permette a tutto di essere chiamato nanotecnologia, vedi la chimica. Se è così, allora abbiamo la nanotecnologia oggi e non fa tutte le cose che pretendiamo. Una definizione ragionevole della nanotecnologia deve includere il concetto di una capacità ampia e generale di progettazione, costruzione e controllo dei meccanismi molecolari attravero una gamma molto vasta di possibilità.

Un terzo e ultimo attaccamento "memetico" che trasforma una visione in Fede è qualche trappola che si riferisce direttamente alla dottrina e alla sua diffusione:"Non solo dovresti credere a questo semplicemente perché è vero, ma andrai all’Inferno se non lo farai. Inoltre è peccato NON tentare di convincere altri di questa credenza." Nelle fedi ideologiche, questo schema si esprime nella punizione sociale dei Politically Incorrect.

E’ utile dare nomi a questi tre "memes" (ricordiamo che un "meme" corrisponde a un gene, cioè costituisce l’unità più piccola di replicazione di idea che è separabile identificatamente dalla totalità del complesso dei "memes"). Li chiameremo Panacea, Incomparabilità, e Apostasia, rispettivamente.

La Nanotecnologia attualmente sembra fortunatamente immune dalla Apostasia: nessuno sembra dichiarare peccato di qualsiasi tipo il non credere alla Parola di Santo Eric. C’è qualche inclinazione, sfortunatamente, nella nanotecnologia vista come set di idee popolari, ad acquisire un po’ di Panacea e/o Incompatibilità. E’ nostra responsabilità continuare a strofinare la nanotecnologia per mantenerla pulita.

Nondimeno credo che sia ragionevole mettere una buona dose di fede, nel senso minuscolo del termine, nella capacità da parte della tecnologia di soluzione di un’ampia gamma di problemi fisici ben definiti, tra cui la cura e/o la prevenzione di certe malattie, o anche il processo stesso di invecchiamento. Questa convinzione è ragionevole non soltanto, o non solo, perché possiamo impostare particolari meccanismi per le soluzioni, ma anche perché abbiamo alle spalle una lunga storia di successi scientifici e tecnologici proprio per tali problemi.