... C'era molta voglia di diversità e di creatività e c'era molta violenza.
...Io ricordo che se all'epoca dovevamo andare a dare un volantino in una situazione pericolosa ci andavamo con il gruppo teatrale, con il volantino che facevamo e ci andavamo con il servizio d'ordine e tutto il circolo era dietro, e il servizio d'ordine in particolare non era una cosa così nascosta.
... Il circolo ha vissuto anche l'esperienza della violenza in un modo particolare perché noi, per esempio, abbiamo pompierato, tanto che alcune persone, io ad esempio, sono state indicate per anni nelle file delle organizzazioni della lotta armata come un elemento nemico, perché noi abbiamo pompierato quelle cose, noi abbiamo organizzato il servizio d'ordine contro quelle cose. Io venivo accompagnato a casa non perché c'erano i fascisti, ma perché c'erano alcune organizzazioni della sinistra che mi consideravano nemico...
... Noi a quel punto non è che potessimo far finta, per cui era quasi automatico prendere posizione. Se si diceva: partiamo dalla nostra vita, la nostra vita era quella: nel momento in cui ammazzano Walter Rossi, cosa fai, ti metti a fare un concerto con la chitarrina?
In quegli anni abbiamo cercato faticosamente di costruire un rapporto anche con la violenza. Io non sono mai stato convinto che la violenza fosse una cosa giusta, sono sempre partito dal presupposto che fare del male agli esseri umani fosse sbagliato. Ho fatto un percorso complicatissimo per convincermi invece che ogni tanto quando ce vo' ce vo', e una delle cose che mi ha fatto cambiare radicalmente idea è il fatto di essere andato a naja, dove ho assaggiato fino in fondo cosa significa l'organizzazione scientifica finalizzata alla distruzione di altri individui, e alla distruzione di te come individuo che devi diventare strumento, e allora ho detto: alt! se è così allora mi difendo, mi autotutelo, e da lì sono partite diverse esperienze. Ma anche la storia dei servizi d'ordine è quasi sempre una storia di un tentativo di autodifesa. Il mio percorso è stato lunghissimo per arrivare fino lì, infatti io nel servizio d'ordine di Lotta Continua non ci sono mai andato perché avevo un sacco di problemi... . Quando è finita la naja, e io ero perfettamente convinto, Lotta Continua si era sciolta. Il mio percorso personale è stato questo, e poi c'era il circolo.
...Dopo Bologna, il primo ottobre, lo sgombero della villa, lo vedo come progressione di una fine segnata dalla volontà di ricondurre alla logica politica degli schieramenti e dello scontro di potere le spinte creative e liberatorie originarie di quel movimento...
... Guarda che però ognuno ha il suo sogno, perché magari la mia utopia non è esattamente quella... la mia utopia della rivoluzione era decisamente più romantica, io non ricordo le iniziative politiche che sono state fatte al circolo, i cortei, i picchetti, perché non le sentivo. Non avevo quel tipo di motivazione, non avevo il controllo della violenza che voi, essendo maschi, avevate...
... Non mi appartenevano e non capivo le modalità, il linguaggio, le emergenze, le necessità (delle azioni concrete di tipo "militante"). Le ho sempre capite intellettualmente, ma non sono mai riuscita a viverle come cose che io facevo applicate al contingente. Penso che sia un problema di genere e penso che dentro il circolo abbiamo vissuto queste cose in maniera simile perché le donne non sono mai state protagoniste di azioni di un certo tipo, nel senso di risposta "colpo su colpo"...