SESSO, AMICI, FAMIGLIE VECCHIE E NUOVE ...
... il Sesso attiene alla fisicità, il Genere è una costruzione sociale: essere maschio o femmina cambia a seconda dei vari posti e cambia nel tempo, non è una cosa statica...
Nel '77 o giù di lì, mi sentivo amato ed amavo. I rapporti affettivi con i compagni erano ottimi: anni indimenticabili. Con le compagne c'era qualche difficoltà, non riesco a trovare le parole giuste, ma bisognava fare più attenzione.
Mi piaceva dormire in case diverse, e avere amici diversi con cui condividerle( non erano mai solo case dei fidanzati ). Le case erano talvolta " in prestito ". L'idea di vivere in gruppo mi è sempre piaciuta.
Pensavo: 'come si hanno tanti amici si possono avere più fidanzati'. Avevo delle difficoltà a scegliere, non volevo far male a nessuno e volevo praticare nel concreto le idee di libertà sessuale e affettiva di cui si parlava.
L'aver avuto intorno modelli di coppia diversi da quelli che avevano fatto parte fino a quel momento della mia quotidianità, ha sicuramente segnato i miei rapporti futuri. Mi ha aiutato a vivere i rapporti d'amore e di amicizia con meno ansia, con meno riserve. C'era un contatto più vero, più diretto tra le persone: ci si baciava, ci si toccava, ci si sentiva, come non si è più fatto in seguito. Camminavo mano nella mano con le mie amiche, con orgoglio e senza preoccuparmi del giudizio della gente. L'essere, il sentirsi diversi era motivo di orgoglio e non di vergogna. In quegli anni, sono nati alcuni rapporti fondamentali della mia vita, con uomini e donne.
I rapporti affettivi e sessuali erano di fatto subalterni al bisogno di far politica, di incontrarsi in situazioni socializzanti dove poter condividere le condizioni di vita. Non ero quindi orientato a ricercare primariamente una relazione affettiva e di coppia. Le relazioni sorgevano all'interno di una dimensione più sociale e meno intima. In quel periodo non avevo una relazione stabile e non mi interessava ricercarla.
...Poi volevo dire un'altra cosa: quando parliamo del problema della sessualità lo poniamo sempre in termini eterosessuali, noi al circolo non abbiamo mai posto questo problema della sessualità in termini di affettività allargata, come discorso collettivo, almeno per quanto riguarda il settore maschile della situazione. C'è una specie di non detto a priori per cui la sessualità è comunque eterosessuale...
Chi può dimenticare un periodo così intenso di discussioni, di critica radicale ai ruoli sessuali, di voglia di stare insieme, ma anche di non sapere come fare. Non esisteva un modo giusto, non esistevano mete sicure, non avevo in testa di mettere su famiglia, di comprarmi la casa e la mobilia a rate. Che dire del sesso? In quel periodo ero innamorato, e nel gioco anche a volte molto crudele di corrersi dietro, il sesso rimaneva sempre una cosa meravigliosa.
Io penso che non ci sia nessuna rivoluzione, nessun fenomeno sociale, nessun evento che sia mai stato in grado o sia in grado di modificare per sempre un individuo, la sua storia, il DNA, la storia dei suoi genitori, la storia del paese in cui sta. Non è questo il problema, secondo me. Non si può dire 'noi volevamo dimenticare di essere gelosi o non gelosi': fai i conti con l'individuo, con le sue paure, come stava nella pancia della mamma, come è venuto fuori... la grande cosa che abbiamo provato a fare è di considerare i rapporti fra gli individui basati non su elementi di potere, ma su una forte considerazione di se stessi come soggetto, come individui; quindi capirsi, accettarsi, conoscersi. Questo forse l'hanno insegnato le donne, ma faceva parte del patrimonio culturale del '68. Nei rapporti con l'altro sesso la cosa importante era il fatto di considerare due individui, due storie messe a confronto. Dopodiché c'era tutto il resto, perché i due individui avevano attorno a sé un mondo fatto di tanti altri individui. Non era una società familio-centrica, paese-centrica, razza-centrica, era un società fatta di individui che liberamente cercavano di mettersi insieme, di costruire un futuro. Io tuttora se devo pensare a un rapporto con una donna non riesco a immaginarmi una cosa diversa da questa, cioè non riesco a immaginarmi un rapporto fatto di costrizione, di ricatti, di rinunce. Se c'è c'è, se non c'è non c'è, essendo che la scelta è libera: va costruita, va mantenuta... come non risolveremo mai in modo definitivo neanche le questioni politiche: uno non è di sinistra tutta la vita: uno oggi può essere di sinistra e domani è stronzo; uno può essere non geloso oggi e domani essere geloso...
... Volevo trovare un modo per essere meno vulnerabile: avere un'affettività più vasta di quella esercitata su un'unica persona poteva essere una soluzione, la si teorizzava. Mi ricordo che dopo l'occupazione del Circolo una delle prime discussioni che ho fatto era proprio sui problemi derivanti da un rapporto in crisi...
... In quegli anni lì abbiamo teorizzato tante cose che poi io ho provato anche a sperimentare: giri a tre, a quattro. Con le donne ne parlavamo di sperimentazione sessuale, ma già da prima: la rivoluzione sessuale di Reich, io ne ho anche fatte di queste cose ... non racconto niente, sono cose molto private, ma posso dire che sono cose che tu riesci a sperimentare in determinati momenti storici in cui la realtà sta molto al di fuori della tua vita. Perché poi, alla fin fine, viviamo in questa società, nè libera né liberata. Non viviamo in qualche comune, per cui quando tu al mattino devi timbrare il cartellino, riuscire anche gestirti i rapporti multipli è complicato...
...In questi anni devo dire che non ho mai trovato un rapporto affettivo che fosse completo, perché mi è sempre mancata tutta quella parte di sperimentazione che allora c'era, perché c'era un modo di vivere collettivo che te lo permetteva...
Comunque, anche se nel Circolo di sesso ne ho fatto pochino, tutto ciò ha rappresentato per me un enorme balzo in avanti e posso dire che mi ha formato in una maniera che ancora oggi si dimostra valida alternativa ai rapporti affettivi e sessuali intesi in modo tradizionale.
Epoca di femminismo, di personale è politico. Si fantasticava molto e soprattutto avevamo tanti amici, si viveva tutto insieme, sembrava di essere uno e tutti al contempo. E così si faceva l'amore: come mezzo per conoscersi, per incontrarsi, per comunicare, per ribellarsi, per star bene (anche quando si stava male), per divertirsi, per incasinarsi tanto, per impegnarsi tanto, per non impegnarsi.
Vivevo con forza l'identità femminile nei suoi aspetti di affermazione della pari dignità, ma non in quelli della differenza. Il corpo era ancora da scoprire davvero: anche se nei gruppi femministi ne parlavamo molto io ho imparato a percepirlo più tardi.(...) Il nucleo di amici più stretto era in contatto con un mare di altre persone che lo attraversavano e tutto mi pareva fluire con molta dinamicità nel rimescolarsi delle più diverse situazioni, nel crearsi di occasioni, di incontri, di attività.
... Il movimento delle donne ha fatto si che molti lavori faticosi all'interno della famiglia cominciassero ad essere assunti come compito a livello sociale nell'ambito dei servizi e che questo facesse parte dei giusti bisogni di emancipazione delle donne che, liberate in parte da questi compiti, possono dedicarsi anche ad altro. Il modello sociale è profondamente legato quindi alla sfera della riproduzione ed è sbagliato separare il "privato" dal pubblico...
Il circolo era coinvolto in un dibattito sui rapporti tra i sessi, sulle affettività e sulle rivendicazioni delle donne. Io ero molto interessato a tutto ciò anche nel tentativo di comprendere alcune catastrofi precedenti.
... io allora immaginavo un futuro in cui le donne si sarebbero organizzate in collettivi ovunque: immaginavo collettivi femministi, come quello che c'era al circolo, nelle scuole, nelle fabbriche nei posti di lavoro. Così come la classe operaia ed il proletariato avevano fatto fino ad allora (disoccupati, proletari in divisa, giovani proletari ecc) immaginavo che anche le donne avrebbero fatto lo stesso, ma le cose non sono andate così...
... allora, al circolo, era importante discutere fra tante donne; era sul progetto di liberazione che trovavi il legame, non sulla diversità biologica che invece chiude...
... quando abbiamo partecipato all'esperienza del circolo, non avevamo l'età per avere il problema dei figli; questo problema l'avevamo trattato in quanto noi stessi figli all'interno di una famiglia e, quindi, con rapporti di potere a nostro sfavore. Questi problemi sono chiari adesso, quando chi di noi ha fatto figli ha finito, magari, col ricreare una famiglia con tutta la solita organizzazione dei poteri dei ruoli...
... la riproduzione è un compito della società molto grosso con cui si deve fare i conti: l'idea di trasformare l'organizzazione sociale, considerando anche questi temi, è una cosa molto complessa ed è forse quello su cui siamo riusciti a lavorare di meno, limitandoci a fare dei discorsi che poi non hanno avuto il tempo d'andare fino in fondo
il peso enorme di queste cose si comprende se si pensa che l'organizzazione sociale, nel nostro caso il capitalismo, non è solo un modo di produzione, ma anche un modo di regolazione (tutte quelle leggi, quei modi di vivere che servono al perpetuarsi del sistema economico). Un enorme merito del '77 è stato di porre la questione della trasformazione dell'intera società e non solo del sistema economico: il capitalismo usa i rapporti di potere preesistenti, come i rapporti fra i sessi o fra le classi, a suo favore...
... nel '77, quando abbiamo deciso d'andare a vivere insieme fuori dagli schemi, la cosa importante era proprio di rifiutare la famiglia come istituzione sociale provando a mettere su qualche cosa di nuovo. Allora facevamo una cosa molto bella che è durata solo per un breve periodo: partecipavamo alla gestione economica della casa in percentuali diverse in base al reddito. Nelle altre convivenze quest'aspetto non è mai venuto fuori come criterio di giustizia: adesso, se si va in una casa comune, si divide in parti uguali indipendentemente dal fatto che uno guadagni il doppio o la metà degli altri.
Uno dei fondamenti di quelle esperienze è stato, tra l'altro, il libro di Cooper "La morte della famiglia"...a proposito! 'sto libro l'ho prestato a qualcuno di voi, che non me l'ha ancora restituito!.
...Quando vivevamo assieme, vent'anni fa, senza essere una famiglia, la gente ti guardava male quando andavi a fare la spesa...