LA LOGGIA P2, LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA MAGISTRATURA
I RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Una trattazione sull'argomento
- svolta nel più ampio contesto della disamina dei mezzi di penetrazione
impiegati dalla Loggia P2 per l'attuazione dei suoi fini - richiede una preliminare
chiarificazione relativa alla mancanza di un piano operativo elaborato dalla
loggia medesima con riferimento alla pubblica amministrazione nel suo complesso:
si vuol cioè dire che nei documenti programmatici acquisiti e segnatamente
nel piano di rinascita democratica non si rinvengono enunciazioni di principio
o proposte di riforma circa il ruolo che avrebbe dovuto ricoprire l'amministrazione
dello Stato. Vi è al riguardo soltanto un accenno quando si auspica,
con un
riferimento poco chiaro, una riforma di quel settore dello Stato "fondata
sulla teoria dell'atto pubblico non amministrativo"; ed inoltre si formulano
generiche indicazioni sulla necessità di tener separata la responsabilità
politica da quella amministrativa e di sostituire il sistema del silenzio-rifiuto
con quello del silenzio-consenso.
Queste due ultime prospettazioni possono verosimilmente interpretarsi la prima
come esigenza di affermazione di una classe di tecnocrati in contrapposizione
alla categoria degli esponenti politici - secondo un'idea ricorrente nei documenti
della loggia - e la seconda come potenziamento dei diritti e delle facoltà
dei privati in confronto alle prerogative della pubblica amministrazione.
Trattasi dunque di formulazioni programmatiche generiche e di segno non univoco,
talché è lecito desumerne che ai fini della attuazione del disegno
politico della Loggia P2 - e della definizione della sua strategia di intervento
- alla pubblica amministrazione non viene sostanzialmente riconosciuto un ruolo
particolare, né si delineano ipotetici cambiamenti della struttura, della
funzione e dei meccanismi operativi della medesima, contrariamente a quanto
risulta documentato per il Parlamento, il Governo, la magistratura e altre istituzioni
dello Stato. Vedremo in seguito il valore da attribuire alla proposta di reintrodurre
l'ufficio dei segretari generali dei ministeri.
Risulta quindi più interessante e significativo cercare la risposta al
quesito che i due termini (Loggia P2 e pubblica amministrazione) sottendono,
con l'analisi degli elenchi, per meglio approfondire il collegamento con le
singole persone degli iscritti alla loggia appartenenti alla pubblica amministrazione
e le ragioni della loro affiliazione, verificando, se ed in che modo, le attività
di costoro e gli uffici ricoperti, siano rilevanti ai fini dell'indagine che
l'articolo 1 della legge istitutiva ha devoluto a questa Commissione.
Per meglio delimitare il campo dell'analisi strutturale dell'elenco, deve poi
chiarirsi che la locuzione "pubblica amministrazione" viene qui intesa
nel suo più estensivo significato fino a ricomprendere non solo le amministrazioni
centrali e periferiche dello Stato e gli enti pubblici, ma anche le società
gli istituti e le aziende a partecipazione statale e le banche, con la sola
esclusione dei ministri e sottosegretari per i quali si valuta come prevalente
la qualificazione politica e dei quali si fa perciò menzione in altro
luogo della relazione.
Considerando i ministeri, si rileva che quello dell'interno ha un organico di
diciannove iscritti tra i quali quattro questori (Palermo, Cagliari, Salerno,
Treviso), tre prefetti (Brescia, Pavia, Commissario governativo per la regione
veneta), tre vice questori (Trapani, Genova, Arezzo), un ispettore di Pubblica
Sicurezza (per il Piemonte e la Valle d'Aosta), un direttore dei servizi di
polizia di frontiera, un direttore della squadra mobile di Palermo, tre commissari
di Pubblica Sicurezza (Roma, Arezzo, Montevarchi).
Per il Ministero degli Affari Esteri si contano quattro affiliati di cui un
ambasciatore a capo della segreteria generale e un direttore della ragioneria
centrale; per il Ministero dei Lavori Pubblici e per quello della pubblica istruzione,
rispettivamente, quattro e trentaquattro elementi; per il ministero delle Partecipazioni
Statali ventuno iscritti così divisi: diciassette dipendenti IRI e quattro
dipendenti ENI; il ministero del Tesoro, ivi comprese le banche, può
contare un organico di sessantasette unità; del ministero della Sanità
si rinvengono tre iscritti, tra cui i primi dirigenti della divisione I (affari
generali) e della divisione VI (professioni sanitarie); per il ministero dell'Industria
e Commercio risultano affiliati tredici elementi, di cui il vice presidente
del CNEN, un direttore generale, l'amministratore delegato dell'INA e il primo
dirigente del ruolo di personale dell'energia nucleare NATO a Bruxelles; nel
ministero delle Finanze si contano cinquantadue affiliati, mentre per quello
di Grazia e Giustizia ve ne sono ventuno (compresi i magistrati).
Seguono poi i ministeri con scarsa rappresentatività di iscritti tra
i loro dipendenti, quali quello dell'Agricoltura con uno, quello dei Trasporti
con due, quello del Lavoro con uno, quello del Commercio con l'Estero con due
(tra cui il direttore della SACE), quello dei Beni Culturali con quattro, quello
per il coordinamento della Ricerca Scientifica e Tecnologica con tre (tra cui
il direttore del CNR), quello per gli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno
con uno, quello della Marina Mercantile con due, quello per gli Affari Regionali
con uno.
Con riferimento agli altri enti o istituti diversi dai ministeri, si rilevano
i seguenti dati: l'INPS conta tre iscritti, come pure la Corte dei Conti, mentre
l'Avvocatura generale dello Stato e il Consiglio di Stato vantano un iscritto
ciascuno. Per la Presidenza della Repubblica si annoverano tre affiliati.
Riepilogando, l'organigramma complessivo della infiltrazione dalla loggia negli
apparati pubblici ammonta a ben quattrocentoventidue effettivi, divisi nelle
varie amministrazioni e situati ai diversi livelli gerarchici, onde poter garantire
la riuscita degli interventi di Galli o di altri affiliati nei settori di rispettiva
competenza.
Dagli elementi sopra menzionati emerge dunque una presenza penetrante e capillare
di uomini della Loggia P2 in praticamente tutti i settori della pubblica amministrazione,
diretta ed indiretta, compresi gli enti a partecipazione statale. Si osserva
però come Gelli e la Loggia P2 curassero in modo particolare la penetrazione
in alcuni settori maggiormente determinanti per la vita e la politica dello
Stato.
Già in altra parte della relazione si è descritta la penetrazione
nelle forze armate e nei Servizi segreti e di conseguenza nei ministeri che
avevano competenza in questi settori. Così pure va ricordato che nel
settore di competenza del ministero delle Finanze, oltre a numerosi e importanti
militari, compresi i comandanti della Guardia di Finanza, dei quali si è
parlato pure in altra parte della relazione, risultano appartenere alla loggia
un numero non irrilevante di funzionari civili.
Restando sempre nel campo dei ministeri che governano l'attività economica
e finanziaria dello Stato, un cenno particolare merita la penetrazione nei ministeri
del Tesoro e del Commercio con l'Estero.
Emerge che nelle liste della Loggia P2 sono inclusi sia alti dirigenti del ministero
del Tesoro, sia importanti personaggi posti in istituti come la SACE e come
la Banca d'Italia, che hanno funzioni decisive anche in tema di rapporti finanziari
con l'estero, nonché esponenti di numerosa banche pubbliche e private.
Per completare il quadro può essere opportuno ricordare quanto riferiscono
Angelo Rizzoli e Bruno Tassan Din e cioè che, quando Gaetano Stammati
si presentò candidato ad un seggio senatoriale, Gelli ed Ortolani davano
per certa la sua nomina a ministro del Tesoro, cosa che puntualmente avvenne.
Inoltre Gelli ed Ortolani gli indicarono quale persona che si occupasse della
sua campagna elettorale Giuseppe Battista che era - a dire di Rizzoli - un loro
factotum, al quale essi affidarono diversi incarichi importanti. Battista, anch'egli
iscritto alla Loggia P2, divenne poi segretario particolare di Stammati, il
quale affidò inoltre l'incarico di suo addetto stampa a Luigi Bisignani,
anch'egli affiliato alla loggia. Quando poi Stammati - dopo una parentesi al
ministero dei Lavori Pubblici - passò al ministero del Commercio con
l'Estero, Battista e Bisignani lo seguirono e Stammati aggiunse a loro, con
l'incarico per la segreteria tecnica, Lorenzo Davoli, pure figurante nelle elenchi.
Davoli - sempre a dire di Rizzoli - fu fatto assumere da Gelli e Ortolani alla
società Rizzoli per poi essere distaccato presso Stammati.
Va aggiunto ancora che al Commercio con l'Estero operava anche Ruggero Firrao,
allora direttore generale delle valute, che Ortolani e Gelli indicavano - sempre
a dire di Rizzoli - come un loro uomo.
Il Firrao figura anche come dirigente della SACE (Società di Assicurazione
per i Crediti nell'Esportazione) ed è compreso negli elenchi della Loggia
P2.
Non sembra inutile sottolineare come in tal modo Gelli ed Ortolani possano aver
conseguito un controllo in un settore chiave dell'amministrazione statale dalla
quale passano tutte le operazioni di natura valutaria.
Si ricordi infine che presso il ministero del Commercio con l'Estero funziona
pure un Comitato interministeriale composto dai rappresentanti dei ministeri
degli Esteri, dell'Industria, della Difesa, delle Finanze e del Commercio con
l'Estero, nonché del SISMI (in precedenza del SID) che esercita il controllo
sulla vendita delle armi a paesi terzi.
Ad ulteriore conferma dell'interesse che un qualche potere non istituzionale
aveva per il ministero del Commercio con l'Estero si può ricordare quanto
riferito nella sua audizione in Commissione il 24 gennaio 1984 dall'onorevole
Zanone. Nel 1979, in occasione della formazione del primo Governo dell’VIII
legislatura, il ministero del Commercio con l'Estero, anziché essere
affidato, come sembrava in base agli accordi di Governo, all'onorevole Altissimo,
fu assegnato di nuovo a Stammati: Zanone afferma che egli ebbe l'impressione
che forti pressioni fossero state esercitate perché si addivenisse ad
una soluzione del genere. Riscontriamo tra l'altro che successivamente venne
attribuito all'onorevole Enrico Manca, elenchi della Loggia P2.
Le interferenze sul ministero del Commercio con l'Estero da parte di Gelli trovano
ulteriore illuminazione dal fatto che copia dei documenti più rilevanti
dell'affare ENI-Petromin, ivi compresa la copia di una memoria in proposito
redatta personalmente da Stammati, furono rinvenute presso Gelli nella perquisizione
del 17 marzo 1981.
L'accenno ai rapporti internazionali induce ad esaminare la penetrante azione
della loggia in un altro ministero-chiave, come quello degli Affari Esteri Francesco
Malfatti, da lunghi anni segretario generale di quel ministero e quindi in posizione
di rilievo centrale e determinante, risulta anch'egli negli elenchi della Loggia
P2.
Al di là però di tale iscrizione non possono ignorarsi gli intensi
rapporti di Gelli con paesi esteri, in particolare con quelli dell'America latina,
rapporti che non potevano non ricevere appoggi e facilitazioni da parte del
ministero suindicato, in considerazione della posizione che Gelli raggiunse
in tali paesi e delle sue relazioni con alte personalità di Governo e
della pubblica amministrazione civile e militare dei paesi stessi: si ricordino
in proposito i suoi rapporti con il generale Peron, il generale Massera ed altri
per menzionare solo un paese come l'Argentina, di cui Gelli era anche consigliere
economico presso l'ambasciata a Roma.
A questo proposito dagli atti della Commissione sembra potersi derivare come
da parte degli organi centrali e periferici del ministero degli Esteri sia stata
stesa quasi una cortina protettiva nei confronti di Gelli e delle sue attività
all'estero. Tra l'altro, allorché il ministero degli Esteri richiese
il 6 marzo 1982 alle nostre rappresentanze diplomatiche, su sollecitazione di
questa Commissione,
di trasmettere documenti e notizie relativi alla Loggia P2 a Licio Gelli, a
Umberto Ortolani e a Francesco Pazienza, l'ambasciata di Buenos Aires, cioè
della capitale di un paese dove la presenza di Gelli non poteva essere passata
inosservata, rispose in maniera del tutto negativa. Per contro, a parte ogni
altra considerazione, da una informativa del SISDE in data 17 febbraio 1982
risulta che
Gelli svolgeva attività economiche e finanziarie in Argentina, oltre
che in Brasile, in Uruguay e in Paraguay.
Altro ministero importante nel quale va segnalata una penetrante presenza della
Loggia P2 è quello dell'interno. Già si è ricordato come
molti questori e commissari di Pubblica Sicurezza, oltre ad ufficiali di Polizia,
figuravano iscritti alla loggia. Dagli atti e in particolare dall'audizione
del dottor Luongo in Commissione si deriva come Gelli ricevesse una particolare
protezione da parte
della questura di Arezzo: Luongo parla in proposito di una "combutta"
all'interno della questura; era quella evidentemente una sede particolarmente
importante perché vi si trovavano la residenza di Gelli e uno dei centri
della sua attività.
Una particolare menzione richiede, ai fini della penetrazione di cui si parla,
la figura di Federico Umberto D'Amato, iscritto alla Loggia P2, la cui presenza
emerge in tante vicende della vita italiana in questi anni e che figura in rapporti
stretti e costanti con molti degli uomini in qualche modo coinvolti nella storia
e nell'attività della loggia, da Roberto Calvi a Francesco Pazienza,
da Angelo Rizzoli a Mino Pecorelli, oltre che con Licio Gelli.
Informazioni su D'Amato o raccolte dal D'Amato si rinvengono anche presso l'archivio
di Gelli di provenienza uruguaiana. Sugli stretti rapporti tra D'Amato e Calvi,
fino agli ultimi giorni di vita di quest'ultimo, riferiscono ampiamente i familiari
di Calvi.
Gli elementi forniti vanno letti unitamente alla raccomandazione rivolta dal
Venerabile Maestro agli affiliati nella già citata "Sintesi delle
norme" che delucida sufficientemente il rilievo del proselitismo gelliano:
"Al fine di poter conservare la continuità della copertura dei punti
di interesse previsti dall'organigramma per i vari settori delle attività
pubbliche e private, è necessario che ogni iscritto - prima di un suo
eventuale avvicendamento, da qualsiasi causa determinato, nella sfera delle
sue competenze - segnali la persona che ritenga più idonea e capace a
sostituirlo".
Emerge così dal quadro delineato una attenzione rivolta agli apparati
amministrativi che supera qualitativamente la tradizionale infiltrazione massonica,
di tipo erratico e non programmata, nella burocrazia statale. Analogamente a
quanto riscontrato con riferimento agli apparati militari, ci troviamo di fronte
ad un reclutamento che si qualifica, oltre che per il livello al quale si pone,
per
la mirata individuazione di alcuni settori chiave, come ad esempio i dicasteri
economici.
Estremamente rivelatrice in proposito è l'affermazione esplicita dell'esistenza
di un organigramma che prevedeva precisi "punti di interesse", denotando
un reclutamento ragionato che mira prima ancora che all'acquisizione di individui
all'occupazione di centri di potere amministrativo determinati.
Esempio di questa logica è la penetrazione nel ministero del Commercio
con l'Estero, nel ministero del Tesoro e nel ministero degli Affari Esteri,
che poneva la Loggia P2 in posizione di assoluto privilegio nella gestione degli
affari, molti dei quali comportavano rilevanti manovre finanziarie con l'Estero,
secondo l'analisi che verrà svolta nella sezione successiva. Concludendo
su questo
argomento, la Commissione rileva che, non tanto e non solo deve costituire motivo
di riflessione il dato quantitativo delle affiliazioni, comunque già
di per sé allarmante, quanto piuttosto la logica consequenziale che attraverso
di esso si lascia intravedere.