I RAPPORTI INTERNAZIONALI
Lo studio dei rapporti
internazionali della Loggia P2 e dell'attività di Licio Gelli in tale
contesto non può che essere di circoscritte dimensioni in considerazione
della difficoltà, per non dire della impossibilità, per la Commissione,
di indagare su queste situazioni che trovano sviluppo al di fuori delle frontiere
nazionali. Né si può sottacere che la presenza di Licio Gelli
in paesi stranieri non ha lasciato praticamente traccia, con riferimento evidentemente
al periodo antecedente al sequestro di Castiglion Fibocchi, presso gli archivi
delle nostre ambasciate, nonostante di essa esistano numerose ed autorevoli
testimonianze che tutte convergono ad indicare l'intrinseca dimestichezza di
questo cittadino italiano con personaggi stranieri di altissimo livello politico.
Muovendo da queste premesse, la Commissione è in grado di affermare,
in base ai documenti ed alle testimonianze in suo possesso, che il rilievo dell'attività
internazionale del Maestro Venerabile è di segno certamente non inferiore
a quello della sua presenza italiana, anche se l'analisi di questo versante
della sua personalità non può essere in pari modo approfondito
per le oggettive ragioni già indicate.
Si pone in primo luogo, come dato di sicura constatazione, che Licio Gelli pervenne
ad inserire l'organizzazione da lui guidata in più ampio contesto organizzativo
di respiro internazionale.
Rilievo questo che si pone del resto in armonia con la natura in certo qual
senso internazionale della massoneria, la quale, come abbiamo già rilevato,
aspira a porsi e concretamente si muove come un'organizzazione che, assumendo
a sua base premesse filosofiche di portata generale, tende a stabilire legami
fra gli affiliati che travalicano le frontiere. Nell'ambito di questa dimensione
sovranazionale, Licio Gelli appare interessato a due iniziative la cui esistenza
è documentata in modo certo. La prima è la cosiddetta Loggia di
Montecarlo, per la cui esistenza la Commissione è in possesso di scarsi,
ma inequivocabili elementi documentali. E’ agli atti un modulo di iscrizione
(le indicazioni sono in tre lingue e cioè nell'ordine: inglese, francese
ed italiano), per un Comitato esecutivo massonico che aveva sede nel Principato
di Monaco e che dal contestuale riepilogo delle finalità associative
risulta porsi come una sorta di organizzazione di livello superiore rispetto
alle tradizionali strutture massoniche. La finalità reale dell'organismo
traspare dal documento, pur condito dagli abituali generici richiami a superiori
motivazioni, nel quale è dato leggere: "...scopo è quello
di realizzare...una forza di governo universale..." ed ancora: "...La
Massoneria è l'organismo più qualificato a governare, perciò
se non governa manca alla sua vera ragion d'essere...".
Schede di iscrizione già compilate e corrispondenza agli atti dimostrano
che il Comitato di Montecarlo ebbe pratica attuazione, superando la fase progettuale;
ma non ci è dato di sapere quale consistenza esso venne a raggiungere.
In sede interpretativa si può affermare che esso si pose certamente come
un momento qualificante dell'operazione piduista; e particolare interesse suscita
la circostanza che ad esso Licio Gelli pose mano in quel periodo, alla fine
degli anni Settanta, che abbiamo indicato come contrassegnato da un inizio di
incrinamento del potere del Venerabile Maestro. In questa prospettiva l'iniziativa
di creare una organizzazione posta a ridosso dei confini nazionali, ma al di
fuori della portata delle autorità italiane, potrebbe inserirsi come
elemento di arricchimento e conferma al quadro delineato.
Altra iniziativa di respiro internazionale è quella dell'ONPAM, una istituzione
a carattere sovranazionale rivolta con particolare riferimento ai paesi dell'America
latina, la cui esistenza è documentata in modo certo e il cui significato
appare, allo stato degli atti, ancor più difficile da interpretare.
La Commissione è in possesso di una tessera intestata a Roberto Calvi,
rilasciata nel 1975 e sottoscritta da Licio Gelli in qualità di Segretario.
Si ha inoltre notizia che al Gamberini era stato affidato il compito di tenere
i contatti tra l'organizzazione ed il Grande Oriente. Risulta che di questa
organizzazione esiste ampia documentazione nel materiale sequestrato presso
la villa uruguaiana di Licio Gelli e certo la sua conoscenza aprirebbe squarci
di notevole interesse su tutta la vicenda della Loggia P2, la cui dimensione
internazionale, una volta conosciuta in modo meno sommario, consentirebbe una
valutazione più completa del valore politico di questa organizzazione,
che del resto era stato intuito dall'ispettore Santillo nella sua terza nota
informativa.
Appare infine dalla documentazione che il Venerabile della Loggia P2 godeva
egli stesso di un prestigio internazionale proprio nell'ambiente massonico.
Non solo egli era infatti tramite dei rapporti tra la massoneria italiana e
quella argentina, ma già nel
1968 appare accreditato presso il Grande Oriente quale garante di amicizia di
una loggia estera, elemento questo che conferma la precocità della carriera
massonica di Licio Gelli, ampiamente analizzata nel capitolo primo.
L'attività personale di Licio Gelli del resto appare sicuramente documentata
come ampiamente proiettata fuori dell'Italia, attraverso una fitta rete di contatti,
anche esterni alla massoneria, tutti di alto livello per il rango delle personalità
con le quali il Venerabile intratteneva rapporti. In questo senso l'epistolario
rinvenuto apre uno spaccato, parziale ma efficace, delle relazioni che Licio
Gelli
intratteneva con un’opera di continuo contatto e costante aggiornamento;
ne emerge il ritratto di un accorto professionista nell'arte dei rapporti sociali,
comunque non certo confinabile all'interpretazione di uno spregiudicato arrampicatore
sociale, come dal tono generale delle lettere si evince in modo non equivoco.
L'ambito di interessi di Licio Gelli appare in questo panorama rivolto eminentemente
ai paesi d'oltre Atlantico. Sicure e documentate sono le relazioni di Gelli
con i paesi del Sudamerica ed in particolare l'Argentina, paese nel quale egli
era in relazione con l'ammiraglio Massera, ma soprattutto con Peron e il suo
entourage, nel quale grande rilievo aveva Lopez Rega, interessato
anch'egli alla iniziativa dell'ONPAM.
Giancarlo Elia Valori(1), iscritto alla Loggia P2 e da
questa espulso, ha testimoniato di aver ricevuto una confidenza del Presidente
Frondizi, che si domandava quale ruolo un privato cittadino svolgesse per i
Servizi segreti italiani ed argentini. In proposito di estremo interesse è
la deposizione del generale Grassini, Direttore del SISDE, il quale davanti
alla Commissione ha dichiarato: "...Non avevamo nessun rapporto con i Servizi
dell'America latina...Sapendo bene che Gelli aveva grandissime possibilità
per quanto riguarda l'Argentina, gli chiesi se mi poteva mettere in contatto
con gli argentini. Egli aderì a questa richiesta e l'indomani mattina
puntualmente il Capo del Servizio argentino in Italia, all'Ambasciata argentina
in Italia, si presentò nel mio ufficio, dicendosi pronto a
collaborare per qualsiasi cosa. Da quel momento nacque un contatto perenne e
continuo tra il nostro Servizio e il Servizio argentino, che si impegnò
anche a fare da tramite tra noi ed i Servizi degli altri paesi dell'America
latina dove erano stati segnalati dei fuoriusciti, fu impostato quindi un sistema
idoneo per la ricerca di questi fuoriusciti".
Si ricorda al proposito che Gelli ricopriva un incarico ufficiale presso l'Ambasciata
argentina in Italia in qualità di consigliere economico e in tale veste
intratteneva rapporti con autorità italiane, in particolare in occasione
di visite di Stato.
Altra importante direttrice degli interessi di Licio Gelli è costituita
dagli Stati Uniti, per ì quali appare accertato un solido legame con
Philip Guarino in relazione alla vicenda Sindona. Gelli si mette a disposizione
di Guarino, membro del comitato organizzatore della campagna elettorale del
Presidente Reagan, e da questi viene invitato all'insediamento del nuovo Presidente
americano.
Certo è che, come la vicenda degli affidavit raccolti in favore di Sindona
ampiamente dimostra, Licio Gelli era in contatto con gli ambienti politici e
finanziari che costituivano il retroterra del finanziere siciliano con una rete
di rapporti di livello altamente qualificato.
La componente affaristica, assolutamente da non sottovalutare nella interpretazione
del personaggio Gelli, non gli impediva peraltro di avere contatti con la Romania,
paese con il quale l'azienda di Gelli aveva instaurato un importante rapporto
di collaborazione produttiva.
Gli elementi esposti, pur nella loro sommarietà, consentono alla Commissione
di affermare che la dimensione del personaggio Gelli, sotto il profilo indagato,
è certamente di peso non minore rispetto a quello pure rilevante già
documentato con riferimento al nostro Paese. Se l'articolazione dei rapporti
e delle conoscenze è necessariamente conosciuta, allo stato degli atti,
in modo sommario, quello che appare sicuro in questo contesto è non solo
il rilievo assunto dal Venerabile della Loggia P2, ma soprattutto, oltre la
dimensione affaristica pur rilevante, il valore politico indubitabile che le
relazioni intrattenute denunciano.
NOTE: