I M P U T A T O
1) del reato di cui agli artt.110, 112 n.1, 270 I parte c.p. per avere, in concorso con ROGNONI e AZZI (organizzatori), con DI LORENZO, MARZORATI e DE MIN (semplici partecipanti) a Milano e con altre persone, fra cui SIGNORELLI Paolo, FACHINI Massimiliano e MELI Mauro, già giudicate a Roma nell'ambito del procedimento n.15/84 Reg.Gen. Corte d'Assise di Roma e tutte appartenenti alle strutture locali di Ordine Nuovo, e quindi in numero superiore a cinque, promosso, costituito ed organizzato un'associazione sovversiva volta a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali costituiti nello Stato, a sopprimere il sistema delle rappresentanze parlamentari
nonché a compiere atti di violenza.
In particolare i medesimi contribuivano a creare una struttura interamente clandestina, raccolta intorno alla rivista "La Fenice", che per il conseguimento dei fini indicati acquisiva notevoli quantitativi di armi, bombe a mano e altri esplosivi di provenienza militare, progettava e realizzava attentati di vario genere, predisponeva idonei rifugi per militanti colpiti da provvedimenti restrittivi, procacciava documenti di identità falsificati, addestrava i militanti all'uso delle armi, teneva i contatti con analoghe strutture operanti in
Lazio, in Veneto e a Roma e diffondeva pubblicazioni finalizzate alla denigrazione della democrazia ed alla propugnazione della sua soppressione con il ritorno, con metodi violenti, dei regimi fascista e nazista.
A Milano e in altri luoghi dal 1971 sino all'aprile 1973 per AZZI Nico e sino al febbraio 1977, data del suo arresto in Spagna, per ROGNONI Giancarlo e sino all'inizio del 1977 per DI LORENZO Cinzia e BATTISTON Pietro
2) del reato di cui agli artt.110, 112 n.1, 306, I comma, c.p. per avere, in concorso con le medesime persone di cui al capo A), e quindi in numero superiore a cinque, al fine di commettere i reati di cui al medesimo capo, promosso, costituito ed organizzato una banda armata costituente il livello armato di Ordine Nuovo mediante l'acquisizione per gli associati, con forme e modalità diverse fra cui furti presso depositi militari e consegna da parte di militari ad essi legati, di ingenti quantitativi di armi, munizioni, esplosivi e bombe a mano.
A
Milano e in altri luoghi dal 1971 sino all'aprile 1973 per AZZI Nico e sino al febbraio 1977, data del suo arresto in Spagna, per ROGNONI Giancarlo e sino all'inizio del 1977 per BATTISTON Pietro.
3) del reato di cui all'art.285 c.p. perché,
in concorso con gli altri dirigenti e attivisti del Circolo "La Fenice", facente
parte dell'area di "Ordine Nuovo", allo scopo di attentare alla sicurezza dello
Stato, preparava un congegno esplosivo a tempo utilizzando un chilogrammo di
tritolo, due detonatori, una pila e una sveglia; ordigno collocato materialmente
da Nico AZZI nel cestino metallico posto nella ritirata di un vagone del treno
direttissimo Torino-Roma gremito di persone; azione interrotta dal fatto che
l'AZZI, accovacciato nella predetta ritirata, mentre ultimava il collegamento
dei fili elettrici alla pila e metteva a punto l'orologio, provocava accidentalmente
lo scoppio di uno dei detonatori; condotta diretta a cagionare un disastro ferroviario
ed al fine di uccidere e tale da porre in pericolo la pubblica incolumità.
In Milano e Genova, il 7.4.1973 e nelle settimane immediatamente precedenti
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4) dei reati di cui agli artt.110 c.p., 2 e 4 Legge
2.10.1967 n.895 per avere detenuto e portato in luogo pubblico detonatori al
fulminato di mercurio e bombe a mano SRCM, provenienti dalla caserma di Imperia
ove Azzi svolgeva il servizio militare, nonchéesplosivo tipo ANFO e munizioni
varie, materiale appartenente alla dotazione logistica del gruppo "La Fenice"
ed attualmente occultato in località Sanda, nella zona di Celle Ligure,
non lontano dall'abitazione già appartenente a Rognoni e non reperibile
a causa della situazione del luogo.
A Milano e Celle Ligure, nel corso del 1972 sino a data imprecisata.
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5) del delitto di cui all'art.270 c.p. per avere, in concorso tra loro, con ESPOSTI Giancarlo (deceduto) e con altri, costituito, promosso, organizzato e diretto un'associazione volta a sovvertire violentemente gli ordinamenti sociali costituiti dallo Stato attraverso un programma che prevedeva reiterati attentati a linee ferroviarie, centrali elettriche, infrastrutture e persone e in particolare, e fra l'altro, almeno quattro delitti di strage che nella prospettazione degli associati avrebbe dovuto determinare, oltre agli esiti immediati di tali delitti, il panico
diffuso fra la popolazione ed in tal modo creare le condizioni politiche per il sovvertimento violento delle istituzioni.
Associazione operante in Milano, Ascoli Piceno, Silvi Marina, San Benedetto Val di Sambro ed altre località dell'Italia centrale e settentrionale almeno sino al 4.8.1974.
6) del delitto di cui all'art.306 c.p. per avere promosso,
costituito e organizzato una banda armata finalizzata alla consumazione del
delitto di cui al capo che precede nonchédi almeno quattro delitti di
strage previsti dall'art.285 c.p.
Associazione operante in Milano, Ascoli Piceno, Silvi Marina, San Benedetto Val di Sambro ed altre località dell'Italia centrale e settentrionale almeno sino al 4.8.1974.
ed altresì
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7) del reato di cui agli artt.10, 12 e 14 Legge 14.10.1974
n.497 e 3 e 23 Legge 18.4.1975 n.110 per avere detenuto una pistola Beretta
cal.7,65 con canna filettata, facente parte della dotazione logistica del gruppo,
nonchéalcuni silenziatori per tale arma provenienti dalla dotazione del
gruppo di Mestre/Venezia di Ordine Nuovo e fabbricati da Carlo DIGILIO.
A Milano e a Lecco dal 1970 sino a data imprecisata (ma comunque collocabile alla metà degli anni '70).
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8) dei reati di cui agli artt.81, 648, 477 - 482 c.p.
per avere ricevuto e portato in Spagna circa 15 patenti di guida e 15 carte
di identità italiane di provenienza furtiva nonchè 7 passaporti
italiani e timbri componibili per la falsificazione degli stessi, documenti
tutti portati da DEDEMO in Spagna su disposizione del dr. Carlo Maria MAGGI
e consegnati, in occasione di più viaggi, a Giancarlo ROGNONI unitamente
al passaporto e alla patente di guida dello stesso DEDEMO (di cui lo stesso
aveva falsamente denunciato il furto), utilizzati in seguito da questi ultimi
per approntare falsi documenti dell’ordinovista genovese Mauro MELI, anch’egli
latitante a Madrid,
A Venezia, Milano e in Spagna tra l’ottobre 1975 e il 1977.
9) dei reati di cui agli artt.10, 12 e 14 Legge 14.10.1974 n.497 per avere detenuto varie armi (tra cui una pistola Browning bifilare e una pistola Franchi-Llama mod.Phyton) consegnategli dal dr. Varlo Maria MAGGI in occasione di servizi di "tutela" armata a Venezia in favore del MAGGI stesso e a Padova in favore di altri due esponenti di destra (uno dei quali probabilmente Paolo SIGNORELLI), in due diverse occasioni, in una delle quali unitamente a Martino SICILIANO.
A Venezia e Padova tra il 1972 e il 1973.
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10) del reato di cui all'art.306 I comma c.p. perché,
in concorso con Robert Leroy, deceduto, ed altre persone nella veste di partecipanti
fra cui Vincenzo VINCIGUERRA, Mario RICCI e Piero CARMASSI, promuovevano ed
organizzavano una banda armata che agiva sotto la denominazione "AGINTER PRESS"
(ed anche sotto le sigle "ORDRE ET TRADITION" e "O.A.C.I."), con sede prima
a Lisbona e poi a Madrid, costituita per commettere i reati di cui agli artt.270
e 283 c.p. e con specifiche finalità anti-comuniste e di mutamento, con
mezzi non consentiti, degli ordinamenti costituzionali degli Stati in cui operava.
Banda armata formata da cittadini francesi, già aderenti all'O.A.S., e da spagnoli, portoghesi, italiani ed americani addestrati nelle tecniche di disinformazione, infiltrazione, guerra psicologica e sabotaggio, nelle tecniche di pedinamento, sequestro, interrogatorio e schedatura di avversari politici, all'approntamento di basi in cui ospitare latitanti di varie nazionalità e all'approntamento di documenti falsi.
Addestrati altresì all'uso delle armi, fra cui mitragliette ricevute dai Servizi Speciali spagnoli e al confezionamento, trasporto ed uso di esplosivi, fra cui esplosivi francesi di provenienza militare.
Stefano DELLE CHIAIE organizzando altresì, con la partecipazione di RICCI, CARMASSI, VINCIGUERRA, CICUTTINI ed altre persone, il sequestro e l'interrogatorio di Gaetano Orlando a Madrid nel giugno 1974 ed organizzando inoltre la presenza con armi di numerosi italiani (fra cui CAUCHI, CALZONA, RICCI, CARMASSI, CICUTTINI ed altri), inquadrati militarmente, alla manifestazione di Montejurra (Navarra) del 9.5.1976 e la partecipazione degli stessi alla sparatoria conclusasi con l'omicidio di due militanti carlisti seguaci del Principe Carlos
Hugo.
Banda armata operante in Spagna, nei confronti degli avversari politici, in Portogallo (sotto il nome di E.L.P.), in America Centrale, nelle Azzorre, in Angola, in Italia, in Francia, in Germania e in Gran Bretagna (con riferimento agli attentati contro Ambasciate d'Algeria commessi nella primavera-estate del 1975) e con sede, dalla metà degli anni '60, a Lisbona e, a partire dalla metà del 1974 quantomeno sino alla prima metà del 1977, a Madrid.
ed altresì:
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11) del medesimo reato di cui al capo 10) con il ruolo di semplici partecipanti alla banda armata (art.306, II comma, c.p.).
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12) dei reati di cui agli artt.81 cpv., 110, 112 nn.1 e 2 c.p., 10, 12 e 13 Legge 14.10.1974 n.497 e art.635 c.p. in relazione alla commissione dei seguenti attentati:
- attentato in danno dell'Amicale des Algeriens en Europe, Rue Louis Le Grand, Parigi in data 27.7.1975, commesso con la collocazione di un ordigno composto con amatolo;
- attentato in danno dell'Ambasciata d'Algeria a Roma in data 18.8.1975, commesso con la collocazione di un ordigno composto con polvere da mina;
- attentato in danno dell'Ambasciata d'Algeria a Bonn in data 18.8.1975, commesso con la collocazione di un ordigno non esploso, costituito da un timer elettronico ed esplosivo militare del tipo C4;
- attentato in danno dell'Ambasciata d'Algeria a Londra, Hyde Park Gate 6, in data 18.8.1975, commesso con la collocazione di un ordigno non esploso, costituito da un detonatore elettrico di fabbricazione spagnola, da un orologio quale timer e da esplosivo del tipo gelignite.
Campagna di attentati (tutti rivendicati con la sigla "S.O.A.- SOLDATI dell'OPPOSIZIONE ALGERINA) promossa ed organizzata a Madrid da GUERIN SERAC e da DELLE CHIAIE Stefano e da VINCIGUERRA Vincenzo a Parigi con particolare riferimento all'attentato commesso a Bonn.
Attentati commessi, sotto il profilo dell'esecuzione materiale, a Londra da
SALBY e a Bonn da RICCI e CARMASSI in concorso con altri italiani nonchéa
Parigi e a Roma da militanti non identificati ma comunque appartenenti alla
struttura eversiva, formata da italiani e stranieri, con base a Madrid.
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13) del reato di cui agli artt.110 e 306, I comma, c.p. in relazione all'art.270 c.p. per avere promosso ed organizzato, in concorso con MAGGI Carlo Maria e ZORZI Delfo (separatamente giudicati), SICILIANO Martino ed altre persone, una banda armata costituitasi a Mestre a partire dalla metà degli anni '60 ed operante in seguito sotto la copertura del Circolo Ezra Pound con sede a Mestre in Via Mestrina.
Banda armata che agiva quale struttura occulta di Ordine Nuovo in raccordo con la cellula padovana di FREDA e VENTURA, con la cellula veronese di SOFFIATI e BESUTTI, con la cellula triestina di PORTOLAN e NEAMI nonchè, a partire dalla metà del 1969, con il gruppo milanese "La Fenice", facente capo a ROGNONI Giancarlo, ed altresì in raccordo con alti esponenti militari i quali intendevano convogliare la struttura occulta di Ordine Nuovo, con funzioni di appoggio, in un progetto di colpo di Stato che doveva realizzarsi entro il 1973 sotto la direzione di strutture militari istruite alle tecniche della guerra non ortodossa.
Banda armata che, a partire dalla metà degli anni '60 e quantomeno sino al 1982, aveva costituito una dotazione logistica di armi ed esplosivi custoditi in varie basi, aveva istruito i suoi componenti all'utilizzo di tali materiali e alla preparazione di inneschi per ordigni esplosivi ed era finalizzata, secondo una ben precisa progressione criminosa, a compiere prima attentati dimostrativi e poi episodi di strage (alcuni dei quali realizzati) destinati a facilitare il mutamento violento dell'Ordinamento dello Stato.
In particolare MONTAGNER agendo in una prima fase, anche in ragione delle sue cognizioni tecniche, all'interno del gruppo operativo e in seguito, e sino a data recentissima, quale raccordo informativo finalizzato a tenere i contatti fra i componenti del gruppo e a proteggerli da possibili iniziative giudiziarie.
Banda armata promossa verosimilmente a Roma ed operante a Venezia, Padova, Verona,
Trieste, Milano, in Spagna ed altri luoghi dalla metà degli anni '60,
con l'assetto ora indicato, sino al 1977 (momento del definitivo arresto di
ROGNONI Giancarlo) e in seguito, sino a data imprecisata ma comunque collocabile
almeno sino al 1982 (data dell'arresto di BRESSAN Claudio di Verona) con il
principale apporto operativo del gruppo di Venezia, facente capo a MAGGI e DIGILIO,
e del gruppo veronese sino a quel momento non toccati dalle investigazioni dell'Autorità
Giudiziaria.
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14) dei reati di cui agli artt. 110, 624, 625, nn.2,
5, e 7, c.p. e 1 e 2 Legge 2.10.1967 n.895 per avere sottratto, sfondando la
porta di un casotto in una cava di marmo ad Arzignano del Chiampo, 30/40 chilogrammi
di esplosivo del tipo ammonal nonchédetonatori e miccia sia detonante
sia a lenta combustione.
Furto materialmente commesso da Zorzi, Siciliano e Montagner con il supporto di Maggi che aveva fornito l'autovettura Fiat 500 usata per raggiungere Arzignano e ritornare a Venezia con il materiale.
Materiale in seguito detenuto da Delfo Zorzi a Venezia in luogo ignoto e poi custodito dallo stesso nel casolare di Paese (TV) di cui al capo che segue.
Ad Arzignano del Chiampo (VI) nella prima metà del 1966 e nel periodo successivo.
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15) dei reati di cui agli artt. 110 c.p., 1 e 2 Legge
2.10.1967 n.895 per avere detenuto. in concorso fra loro e con altre persone
appartenenti alla struttura veneta di Ordine Nuovo, in un casolare di Paese
(TV), una quarantina di armi lunghe prevalentemente da guerra fra cui alcuni
moschetti MAUSER, alcuni M.A.B., alcuni STEN, una machine pistol SCHMEISSER
MP40, un fucile THOMPSON 45, una mitragliatrice MG42 e alcune cassette di munizioni
per dette armi, una baionetta nonchè numerosi candelotti di tritolo custoditi
in due cassette militari e circa 30 chilogrammi di esplosivo in scaglie non
meglio identificato (comunque a base di nitrato di ammonio) nonchéinneschi
costituiti da fiammiferi antivento, detonatori e circuiti elettrici atti ad
attivare ordigni esplosivi, materiale tutto costituente parte della dotazione
logistica delle cellule di Ordine Nuovo del Veneto.
A Treviso e provincia, dal 1967 e negli anni successivi.
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16) dei reati di cui agli artt.110, 112 n.1 c.p., 2
e 4 Legge 2.10.1967 n.895 per avere detenuto e portato in luogo pubblico numerose
armi corte e lunghe, anche da guerra, fra cui pistole cal.7,65 e cal.9 di fabbricazione
italiana e tedesca, revolvers di fabbricazione americana, fucili mitragliatori
MAB e STEN, fucili mitragliatori di fabbricazione tedesca originari della seconda
guerra mondiale nonchéalcuni silenziatori per pistole semiautomatiche
e numerosi chilogrammi di esplosivo del tipo gelignite con relativi detonatori,
materiale costituente la dotazione logistica della cellula di Ordine Nuovo di
Mestre- Venezia.
A Venezia e a Mestre, dal 1968 circa sino alla metà degli anni '70.
I M P U T A T I
17) dei reati di cui agli artt.110 - 635, I e II comma n.3 - 424 - 624-625, nn.1, 2 e 5, - 292 c.p. perchè, in concorso con altre persone non potute identificare, ma comunque appartenenti all'area di estrema destra di Mestre, si introducevano, forzandone la porta, nella sezione del P.C.I. di Campalto danneggiando il mobilio, distruggendo il materiale propagandistico ivi presente ed una bandiera italiana ed appiccando un incendio dopo avere sparso della benzina sul pavimento.
Asportando altresì la bandiera del Partito custodita nella sezione.
A Campalto, nelle prime ore del 9.10.1968.
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18) dei reati di cui agli artt.2 e 4 Legge 2.10.1967
n.895 perché illegalmente deteneva e portava in luogo pubblico almeno
otto o nove candelotti di esplosivo del tipo gelignite appartenenti alla struttura
logistica di Ordine Nuovo di Mestre-Venezia.
A Mestre, nel 1968/1969.
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19) dei delitti di cui agli artt.110, 112, n.1, 56-635, I e II comma, c.p. 2, 4 e 6 Legge 2.10.1967 n.895 per avere, in concorso tra loro e con un'altra persona non identificata, deposto sulla linea di confine italo-jugoslavo un ordigno costituito da sei candelotti di gelignite, contenuti in una cassetta metallica portamunizioni e collegati ad una sveglia, una batteria e un detonatore, ordigno finalizzato a protestare contro la politica del governo italiano nei confronti della Jugoslavia e non esploso per ragioni indipendenti dalla volontà degli attentatori (difetto nell'innesco).
In particolare Zorzi, Siciliano e Vianello deponendo materialmente l'ordigno nei pressi del cippo e della rete metallica di confine, Neami e Portolan accompagnando i tre veneziani sulla strada per Gorizia dopo il contemporaneo attentato in danno della Scuola Slovena di Trieste e Maggi fornendo l'autovettura utilizzata per il viaggio a Trieste e a Gorizia nella piena consapevolezza degli attentati che stavano per essere compiuti.
A Venezia, Trieste e Gorizia, fra il 3 e il 4 ottobre 1969.
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20) dei reati di cui agli artt.110, 112, n.1, 56-635, I e II comma, c.p. e 2, 4 e 6 Legge 2.10.1967 n.895 per avere, in concorso tra loro e con un'altra persona non identificata, deposto un ordigno costituito da Kg.5,700 di gelignite, contenuti in una cassetta metallica portamunizioni e collegati ad un orologio per l'innesco a tempo, su un davanzale della Scuola elementare Slovena del rione San Giovanni di Trieste, con l'intenzione di danneggiare gravemente l'edificio e di influire in tal modo sull'orientamento politico del governo italiano nei rapporti con la Jugoslavia, non riuscendo nell'intento per ragioni indipendenti dalla loro volontà e connesse al mancato funzionamento dell'innesco.
In particolare Zorzi, Siciliano e Vianello portando da Venezia e deponendo materialmente l'ordigno, Neami e Portolan fornendo appoggio logistico a Trieste per l'approntamento definitivo dell'ordigno stesso e conducendo i veneziani sul luogo dell'attentato e Maggi fornendo l'autovettura utilizzata per raggiungere Trieste nella piena consapevolezza dell'attentato che stava per essere compiuto.
A Venezia e Trieste fra il 3 e il 4 ottobre 1969.
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21) dei reati di cui agli artt.2, 4 e 6 Legge 2.10.1967
n.895 per avere fornito al gruppo di ZORZI Delfo i candelotti di gelignite utilizzati
per gli attentati di Gorizia e di Trieste di cui ai due capi che precedono e
avere fornito allo stesso consulenze per la preparazione dell'innesco del congegno
esplosivo.
A Venezia, nell'autunno 1969.
I N D I Z I A T I
22) dei reati di cui agli ara. 110 c.p. e 2, 4 e 6 Legge
2.10.1967 n.895 per avere fatto esplodere, in concorso tra loro, un ordigno
composto da circa 200 grammi di gelignite, miccia a lenta combustione e una
capsula detonante presso una vetrina dei magazzini CIO di Mestre siti in Piazza
Barche, in particolare ANDREINA deponendo materialmente l'ordigno e SICILIANO
collaborando al suo confezionamento nella sede di Ordine Nuovo di Via Mestrina.
A Mestre, il 27.3.1970.
I M P U T A T O
23) dei reati di cui agli art., 2 e 7 Legge 2.10.1967
n.895 per avere detenuto a ceduto a Siciliano Martino una bomba da mortaio da
questi usata per commettere l'attentato all'Università Cattolica di Milano
del 15.10.1971 nonché per avere detenuto e ceduto allo stesso una pistola
cal.6,35 sequestrata al Siciliano a Mestre in data 27.10.1971.
A Venezia e a Milano, rispettivamente nei periodi immediatamente precedenti il 15.10.1971 e il 27.10.1971.
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24) del reato di cui agli artt. 110 c.p., 1 e 2 Legge 2.10.1967 n.895, 9, 10 e 12 Legge 14.10.1974, n.497 per avere detenuto, MAGGI in concorso con MONTAVOCI Giampietro, deceduto, e con altre persone appartenenti alla cellula veneziana di Ordine Nuovo, due mine anticarro di provenienza bellica contenenti esplosivo T4;
per avere altresì il dr. MAGGI concorso a detenere , nella sua veste di responsabile sul piano decisionale ed organizzativo della struttura occulta della cellula di Mestre/Venezia di Ordine Nuovo, circa mezzo chilo di acido picrico e circa 12 chili di tritolo, contenuti in una granata, e alcune mine anticarro di provenienza bellica, autorizzando Carlo DIGILIO ad estrarre l’esplosivo dai contenitori metallici e a suddividerlo in cilindretti e a riconsegnarlo a Roberto RAHO che doveva portarlo alla struttura romana di Ordine Nuovo.
A Venezia e Mestre, a partire dal 1971 e quantomeno sino al 1979.
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25) del reato di cui agli artt.110, 378 c.p. per avere, in concorso tra loro, aiutato BATTISTON Piero e ZAFFONI Francesco a sottrarsi alle ricerche dell'Autorità conoscendone la situazione di latitanti in relazione a provvedimenti restrittivi emessi dall'Autorità Giudiziaria di Milano.
In particolare dando ospitalità presso l'abitazione di MAGGI alla Giudecca, presso l'abitazione dei gestori della trattoria Lo Scalinetto, presso le abitazioni di Giampietro Montavoci e Giorgio Boffelli, presso il Circolo "Il Quadrato", locale nella disponibilità dell'avv. Giampietro Carlet, persone tutte legate al gruppo di Ordine Nuovo di Venezia.
A Venezia, in relazione a ZAFFONI per circa dieci giorni nel gennaio 1974 e in relazione a BATTISTON per circa sei mesi dal gennaio al giugno 1974, sino alla partenza di questi per la Grecia.
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26) dei reati di cui agli artt.9, 10, 12 e 14 Legge 14.10.1974 n.497 e art.23 Legge 18.4.1975 n.110 per avere DIGILIO nei confronti di MAGGI curato la manutenzione e la modifica delle armi comuni e da guerra appartenenti alla dotazione logistica del gruppo di Ordine Nuovo di Mestre/Venezia, con particolare riferimento alla modifica delle canne e di altre parti di armi e alla fabbricazione di silenziatori.
Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito per finalità di terrorismo.
Fatti avvenuti a Mestre, Venezia e altre città del Veneto dal 1965 quantomeno sino alla fine del 1982.
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27) dei reati di cui agli artt.110 c.p., 9, 10, 12 e 14 Legge 14.10.1974 n.497 e 23 Legge 18.4.1975 n.110 per avere, in concorso tra loro, detenuto e portato in luogo pubblico armi comuni da sparo e da guerra, parte delle quali clandestine in quanto silenziate e con matricole abrase o comunque alterate.
In particolare Carlo Maria MAGGI presentando inizialmente Gilberto CAVALLINI a Carlo DIGILIO affinchè quest'ultimo verificasse il funzionamento delle armi portate da Milano dal Cavallini all'interno dell'automobile nella sua disponibilità, ricevendo MAGGI una somma dal CAVALLINI quale compenso per la consulenza prestata dal gruppo di Ordine Nuovo di Venezia.
In tempi successivi, DIGILIO effettuando, nella sua abitazione di Venezia a Sant'Elena, attività di manutenzione e di riparazione di armi portate dal CAVALLINI, attività compiute grazie alle attrezzature di cui DIGILIO disponeva.
In tempi ancora successivi (fra il 1979 e il 1982) Carlo Maria MAGGI e Carlo DIGILIO fornendo a Gilberto CAVALLINI numerose armi comuni da sparo e armi da guerra, comprese armi lunghe, in parte originarie della seconda guerra mondiale e provenienti dalla precedente dotazione di Delfo ZORZI e del gruppo di Mestre, in parte acquistate illegalmente tramite l'armiere milanese Giovanni TORTA e fornendo altresì a CAVALLINI alcuni silenziatori fabbricati da Carlo
DIGILIO.
Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito per finalità di terrorismo.
A Milano e Venezia dal 1978 quantomeno sino alla fine del 1982.
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MALCANGI
28) del reato di cui agli artt.476, 479, 648 c.p. per
avere fornito due libretti per passaporto e un modulo per carta di identità,
di provenienza furtiva, a Carlo DIGILIO affinché questi li utilizzasse
per espatriare a Santo Domingo.
Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito con finalità di terrorismo.
In Milano e Villa d'Adda, nell'autunno del 1984.
29) del reato
di cui agli artt.476, 479 c.p. per avere fornito a Carlo DIGILIO, in procinto
di partire per Santo Domingo, i dati di una persona coinvolta in un incidente,
la cui pratica era trattata dalla società di assicurazioni in cui egli
operava, affinché DIGILIO li utilizzasse per approntare i documenti falsi
di cui al capo che precede, necessari per la fuga a Santo Dominio.
Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito con finalità di terrorismo.
In Milano e Villa d'Adda, nell'autunno del 1984.
30) del reato di cui all'art.378 c.p. per avere, nella sua qualità di persona componente del gruppo di Gilberto CAVALLINI, aiutato Carlo DIGILIO a sottrarsi alle ricerche dell'Autorità, conoscendone la situazione di persona latitante in relazione ad un provvedimento restrittivo emesso dall'Autorità Giudiziaria di Venezia.
In particolare accompagnando DIGILIO, con la propria autovettura, sino al confine
di Chiasso e poi sino all'aeroporto di Zurigo affinché questi si imbarcasse
su un aereo diretto a Santo Domingo.
Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito con finalità di terrorismo.
In Milano, Villa d'Adda e valico di Chiasso, nella primavera del 1985.
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31) del reato di cui agli artt.476, 479, 648 c.p. per avere MALCANGI detenuto due documenti argentini, già appartenenti ad oppositori politici del Governo esistente a quell'epoca in tale Paese e provenienti dai servizi segreti uruguayani, e averli ceduti a DIGILIO nell'imminenza della partenza di questi per Santo Domingo; DIGILIO per averne invece ceduto uno a CARUSO dopo avervi applicato la fotografia di quest'ultimo, ricevendolo in seguito in restituzione dallo stesso CARUSO a Santo Domingo.
Con l'aggravante di cui all'art.1 D.L. 15.12.1978 n.625 per avere agito con finalità di terrorismo.
A Villa d'Adda e Santo Domingo, nell'autunno del 1984 in relazione a MALCANGI e a partire dal gennaio 1985 sino al 1986 in relazione a DIGILIO e
CARUSO.
I M P U T A T I
32) del reato di cui agli artt.110, 112 n.1, 257 c.p. per avere svolto, in concorso fra loro e unitamente a cittadini italiani e stranieri, in numero superiore a cinque, attività di spionaggio facendo parte, con un ruolo intermedio fra i responsabili americani e gli informatori, di una rete informativa dipendente dal Comando FTASE di Verona ed operante in tutto il Veneto.
In particolare, acquisendo senza alcuna autorizzazione o accreditamento presso i Servizi di sicurezza italiani, notizie riguardanti non solo la sicurezza e la protezione delle basi e degli interessi statunitensi, ma anche eventi concernenti la sicurezza interna del nostro Paese, notizie che come tali potevano essere raccolte solo a seguito di specifiche intese o comunque riferite alle competenti strutture italiane non appena acquisite.
In particolare, MINETTO inviando il suo informatore, Carlo DIGILIO, (al posto
di Marcello SOFFIATI, non idoneo alla missione poichè troppo conosciuto
negli ambienti di estrema destra) a Vittorio Veneto e a Treviso affinché,
con l'aiuto di un altro dipendente della rete informativa, controllasse e seguisse
personalmente le attività eversive del gruppo facente capo a Franco FREDA,
Giovanni VENTURA e Delfo ZORZI e si recasse insieme a questi nel casolare di
Paese (TV) di cui al capo 15) ove era custodito il deposito di armi ed esplosivo
del gruppo e ove venivano preparati gli inneschi per gli ordigni da utilizzarsi
in attentati.
Attività svolta, secondo gli ordini ricevuti, dal Digilio e dall'altro informatore, Prof. LINO FRANCO, che si erano presentati nella veste di consulenti ed esperti di armi ed esplosivi e regolarmente riferita al MINETTO che aveva poi relazionato i suoi superiori.
Attività, questa, che aveva messo in pericolo sia sotto il profilo commissivo (consulenza in favore del gruppo FREDA/VENTURA) sia sotto il profilo omissivo (mancata informazione delle nostre Autorità di sicurezza o di polizia giudiziaria) la sicurezza e gli interessi politici del nostro Paese in quanto il gruppo eversivo oggetto dell'azione di osservazione stava progettando attentati finalizzati a mutare con la violenza gli assetti istituzionali dello Stato italiano.
Svolgendo altresì il MINETTO, negli anni successivi, analoghe azioni di controllo e di osservazione nei confronti di addestramenti illegali con armi, svolti da nuclei misti di civili e di militari in Veneto e in Alto Adige e nei confronti degli esponenti del Fronte Nazionale che stavano preparando il tentativo di golpe noto come "golpe Borghese", nonchè azioni di raccordo informativo e operativo fra la struttura informativa statunitense e la struttura occulta di Ordine Nuovo.
Sergio MINETTO, inoltre, nei primi mesi del 1972, insieme a Carlo DIGILIO e allo stesso SOFFIATI, all'interno dell'appartamento di Via Stella a Verona nella disponibilità del Soffiati, sovrintendendo al "controllo" dell'avv. Gabriele FORZIATI, ivi portato dal dr. Carlo Maria MAGGI e sorvegliato da Francesco NEAMI e da un altro militante triestino di Ordine Nuovo, affinchè fosse convinto a non rivelare all'A.G. di Milano, che lo aveva convocato, quanto a sua conoscenza in merito all'attentato alla Scuola Slovena del 3/4 ottobre 1969 e affinchè fosse convinto ad allontanarsi dall'Italia raggiungendo un rifugio sicuro prima in Grecia e poi in Spagna.
Sergio MINETTO, ancora, nei primi mesi del 1973, insieme a Carlo DIGILIO e a
Marcello SOFFIATI, nel medesimo appartamento di Via Stella, sovrintendendo alla
presenza di Gianfranco BERTOLI, ivi condotto dal dr. Carlo Maria MAGGI e "sorvegliato"
anche da Francesco NEAMI, affinché fosse definitivamente indotto a compiere
un attentato a Milano contro l'on. Mariano RUMOR e fosse rifornito del denaro
e della bomba a mano necessaria per l'esecuzione dell'attentato, poi effettivamente
commesso a Milano dinanzi alla Questura Centrale in Via Fatenebefratelli il
17.5.1973.
Fatti commessi a Verona, Venezia e in altre città del Veneto e in altre Regioni del Nord-Italia dal 1966 quantomeno fino al 1985.
ed altresì:
I N D I Z I A T I
33) del medesimo reato di cui al capo 32)
I M P U T A T O
34) dei reati di cui agli artt.110 c.p. e 9, 10, e 12 Legge 14.10.1974 n.497 per avere detenuto e portato in luogo pubblico la dotazione logistica di LINO FRANCO, dopo la morte di questi, costituita da armi da guerra fra cui bombe a mano e un fucile mitragliatore MACHINENGEVERT 15 di fabbricazione tedesca, rilevando tale dotazione dallo stesso LINO FRANCO, consegnandola in custodia a MARCELLO SOFFIATI e facendola così entrare nel patrimonio della banda armata Ordine Nuovo.
In Vittorio Veneto, Verona e Colognola ai Colli, dall'estate 1969 sino a data imprecisata, ma comunque collocabile quantomeno alla metà degli anni '70.