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LE DICHIARAZIONI DI
CARLO DIGILIO E MARTINO SICILIANO
RELATIVE ALL’AGINTER PRESS E AL GRUPPO DI MADRID
Carlo DIGILIO ha riferito due importanti episodi, avvenuti entrambi in Spagna nel periodo della sua permanenza presso l’ing. POMAR, che si ricollegano all’attività in favore dell’Esercito di Liberazione Portoghese, organizzazione che, mediante azioni terroristiche ed attività di infiltrazione e di guerra psicologica, doveva, secondo gli intendimenti di GUERIN SERAC, contribuire alla caduta del Governo di sinistra insediatosi in Portogallo dopo la Rivoluzione dei Garofani del 1974.
Il primo episodio attiene ad un lotto di armi che doveva pervenire all’E.L.P. dopo essere stato visionato dall’ing. POMAR:
"Fu lo stesso ingegnere POMAR a dirmi, a Madrid, che quel lotto di armi stava per essere consegnato dagli americani a lui affinchè lo visionasse e ne curasse la spedizione agli elementi dell'E.L.P.
Io tuttavia, non essendomi recato a Madrid per tale incombente, preferii non accettare l'invito dell'ing. POMAR a trattenermi ancora alcuni giorni e a partecipare all'operazione così come egli mi aveva chiesto.
Inventai, come scusa, una malattia improvvisa di mia madre.
Quando tornai in Italia, SOFFIATI mi confermò che effettivamente quella fornitura di armi per i portoghesi proveniva dagli americani, ma che avevo fatto bene a non occuparmene non essendo un mio compito.
Ritengo che POMAR a Madrid sia stato utilizzato come tramite per il grande prestigio di cui godeva anche come tecnico.
A Madrid io illustrai all'ing. POMAR anche il disegno del prototipo di silenziatore della fabbrica cecoslovacca CZ che Marcello SOFFIATI si era procurato tramite gli ustascia e parlai con l'ingegnere anche delle modalità di tempera degli acciai, sulla base di procedure sempre della CZ, con particolare riferimento alle parti che potevano essere utili per il progetto della mitraglietta.Mi era stato infatti raccomandato da SOFFIATI di portare all'ing. POMAR ogni utile dato tecnico al fine di accreditarmi subito dinanzi a lui".(DIGILIO, int. 26.3.1997).Tale episodio conferma fra l’altro che la struttura di GUERIN SERAC e l’E.L.P. erano appoggiate attivamente dagli americani che, per ragioni di decoro internazionale, non potevano apparire in prima persona in tali operazioni "coperte".
Il secondo episodio attiene a trasmissioni clandestine a sostegno dell’E.L.P. e contro il Governo portoghese, dirette in Portogallo da piccole unità mobili operanti in prossimità del confine fra Spagna e Portogallo:
"....ricordo che durante il mio primo viaggio in Spagna, ebbi notizie dall'ingegner POMAR che questi si occupava di un'attività di disturbo via radio dalla Spagna delle trasmissioni portoghesi e di lancio in quel Paese di comunicati degli oppositori portoghesi al governo di sinistra. Per fare ciò sfruttava le sue ottime capacità tecniche, che aveva nel campo elettronico, capacità che gli consentivano sul piano pratico anche ogni genere di lavori di riparazioni di radio e televisori.
Per tali trasmissioni egli aveva libero accesso alle strutture della radio spagnola a Madrid e le stesse autorità spagnole avevano in qualche modo messo a disposizione dei camion, con relativo personale, che servivano in forma mobile per trasmettere queste comunicazioni e messaggi.
Ho visto questi camion, che erano dipinti di verde e che avevano una specie di torretta circolare sul tetto del guidatore.
Io stesso assistetti a parte di queste attività in quanto mi recai da Madrid una mattina in direzione del confine portoghese, invitato da Giancarlo ROGNONI.
Avevamo due vetture, su una delle quali c'eravamo ROGNONI, sua moglie Anna ed io e sull'altra l'ingegner POMAR e la sua segretaria Maria.
Arrivammo in prossimità del confine portoghese, ricordo che era una mattina fredda e nebbiosa, molto a sud, utilizzando la strada che prosegue, poi, fino a Gibilterra.
Era quasi certamente la zona di Huelva. Raggiungemmo un punto proprio prossimo al confine portoghese, dove ci aspettava Sanchez COVISA e quel portoghese di cui ho già parlato in uno dei precedenti interrogatori e che era quello interessato a quel lotto di armi che dovevano essere visionate, per essere mandate all'Esercito di Liberazione Portoghese.
Era questo portoghese che si occupava di scegliere e preparare i messaggi e quel giorno vennero trasmessi utilizzando come lettrice Maria, la segretaria di POMAR..
Il camion che era lì presente era proprio guidato da un militare spagnolo.
In serata tornammo a Madrid, scortati da una macchina di Sanchez COVISA con tre o quattro dei suoi uomini.
Anche Leon DEGRELLE, che ho visto una volta a Madrid, appoggiava questa attività in favore degli oppositori portoghesi e seppi che alla fine egli riuscì ad ottenere che la radio spagnola dedicasse proprio un'antenna ed una frequenza ed una intera ora del pomeriggio ai portoghesi per trasmettere direttamente da Madrid.
Ricordo che ROGNONI utilizzò queste trasmissioni, anche per fare un piccolo programma sulla situazione dei fuoriusciti italiani.
Io stesso, con l'ingegner POMAR e Sanchez COVISA, mi recai una volta per tale attività alle sedi delle strutture tecniche della radio spagnola, mi sembra alla periferia di Madrid. C'erano tante torri di trasmissioni, sorvegliate dai militari".
(DIGILIO, int. 10.9.1996).
Tali attività, formalmente clandestine ma in realtà appoggiate dalle strutture ufficiali spagnole, sono state ricordate in termini analoghi anche da Vincenzo VINCIGUERRA (int.2.6.1993, f.1), da Pierluigi CONCUTELLI (dep. 28.5.1993, f.2) e addirittura confermate dallo stesso Giancarlo ROGNONI (int.6.9.1996, f.4), il quale tuttavia ha ritenuto di attribuirne la responsabilità al solo DIGILIO nel tentativo, evidente quanto inutile, di screditare il collaboratore, la cui precisa descrizione dell’episodio non può certo essere messa in discussione anche tenendo presente che il breve periodo di permanenza in Spagna non gli avrebbe certo consentito di seguire autonomamente un’attività del genere.
Martino SICILIANO ha ricordato un interessante episodio collegato ad un volumetto di propaganda dell’AGINTER PRESS, in favore della "presenza bianca" in Africa nel periodo della decolonizzazione, che evidenzia il tentativo anche recente dell’ambiente di Ordine Nuovo di cancellare qualsiasi traccia dei rapporti con GUERIN SERAC e l’AGINTER PRESS, ritenuti troppo compromettenti soprattutto in presenza delle attività di indagine condotte da questo e da altri Uffici sui collegamenti internazionali delle strutture di estrema destra italiane:
"Paolo MOLIN ci fece avere alcune copie di una pubblicazione, in pratica un opuscolo, sugli avvenimenti in Congo Belga degli anni '60, di chiara propaganda colonialista in quanto incentrato sulle atrocità dei guerriglieri e sull'importanza del colonialismo bianco.
Io avevo conservato una copia di questo opuscolo che era rimasta nella casa dei miei genitori e di mio fratello quando partii per la Francia e non avevo, ovviamente, la possibilità di traslocare la mia biblioteca.
Come già ho accennato, con ogni probabilità questo opuscolo era stato pubblicato dall'AGINTER PRESS.
Nel corso del 1993 avevo già informato Bobo LAGNA del fatto che sapevo di essere indiziato ed egli, su mia richiesta, mi aveva assicurato di avere fatto verificare a Milano, tramite l'avv. Pecorella, se vi fossero registrazioni a mio carico e per il momento la ricerca era stata negativa.
Bobo Lagna mi disse che aveva informato "il giapponese", cioè Delfo ZORZI, di quanto io gli avevo riferito e Zorzi aveva già garantito che in caso di pericolo mi avrebbe pagato le spese legali.
In seguito mio fratello CARLO mi disse che Bobo LAGNA, poche settimane prima di morire, era andato a casa sua e gli aveva specificamente chiesto in prestito proprio quell'opuscolo, che evidentemente egli o qualcun altro del gruppo ricordava che facesse ancora parte della mia biblioteca.
Mio fratello gli diede l'opuscolo e non lo rivide più.
Poiché tale episodio è avvenuto dopo che io avevo già informato LAGNA, e quindi ZORZI, dello sviluppo degli avvenimenti, ho la netta sensazione che fosse una richiesta "guidata", finalizzata a recuperare, e quindi a far scomparire, un piccolo elemento di riscontro.
E' del resto assai curioso che Lagna si preoccupasse di chiedere una pubblicazione sul Congo Belga, vicenda assolutamente non di attualità e di cui non si parla più da circa 30 anni.
Aggiungo che la richiesta di Bobo Lagna a mio fratello fu a colpo sicuro e cioè egli chiese quell'opuscolo specificamente e senza esitazioni.
Mio fratello mi disse anche che Bobo Lagna, poco tempo prima, gli aveva confidato di essersi reso conto di essere stato strumentalizzato da Delfo ZORZI fino alla fine".
(SICILIANO, int. 16.3.1996, f.5).
Si ricordi che le vicende dell’ex-Congo Belga erano state effettivamente un campo di interesse e di intervento per l’AGINTER PRESS in quanto, all’inizio degli anni ‘60, tale struttura si era impegnata nel reclutamento di mercenari, provenienti in buona parte dalle fila dell’O.A.S., che dovevano sostenere la secessione della provincia del Katanga e combattere i primi Governi non colonialisti insediatisi nel Congo Belga e nei vicini Paesi africani.
Alcuni agenti dell’AGINTER PRESS, fra cui Jean Marie LAURENT, più volte citato nella documentazione acquisita (cfr. nota del R.O.S. in data 29.11.1994, vol.36, fasc.2, f.23), erano stati addirittura catturati e imprigionati per diverso tempo a Brazzaville dopo il fallimento di tali operazioni, condotte certamente con l’appoggio di servizi di sicurezza europei.
Carlo SICILIANO, fratello di Martino, sentito da personale del R.O.S. in data 4.2.1997, ha confermato la richiesta del volumetto sul Congo Belga da parte di Bobo LAGNA, volumetto che non era più stato restituito, anche se ha cercato di minimizzare l’episodio affermando che Bobo LAGNA era più che altro interessato alla raccolta di materiale propagandistico e quindi la richiesta poteva essere giustificata da tale interesse (dep. citata, f.1).
In realtà, anche tenendo presente che Carlo SICILIANO è tuttora in contatto, per ragioni di residenza, con l’ambiente mestrino e quindi le sue dichiarazioni sono sempre state piuttosto prudenti, appare difficile ipotizzare un interesse così improvviso da parte di LAGNA per vicende africane che si sono concluse ormai da moltissimi anni e quindi che è assai probabile che il ritiro e la sparizione del volumetto si ricolleghino alla volontà da parte degli altri ex-militanti vicini a Delfo ZORZI di far sparire ogni traccia di rapporti passati ma assai imbarazzanti.
La diffusione dell’opuscolo nell’ambiente mestrino doveva essere peraltro la prosecuzione dell’attività di reclutamento di mercenari da inviare in Congo Belga operata dalla struttura di GUERIN SERAC negli anni precedenti, di cui Martino SICILIANO aveva avuto notizia pur non essendovi stato coinvolto in prima persona:
"Nel 1963/1964 frequentavano l'ambiente di destra di Mestre due persone che gravitavano nel M.S.I. e si chiamavano GIANFALDONE e VITALI; non ne ricordo, almeno per il momento, il nome di battesimo.
Nel periodo immediatamente precedente erano già stati mercenari in Congo nel quadro della resistenza da parte degli europei al processo di decolonizzazione.
GIANFALDONE era alto, smilzo, con i capelli neri e affermava di essere un cronista del Secolo d'Italia e viveva in realtà solo di espedienti. Ho saputo negli anni '80 che è deceduto a Bruxelles per un attacco cardiaco.
VITALI era alto e biondo, robusto, si era candidato per l'M.S.I. alle elezioni amministrative, ma in realtà viveva anch'egli di espedienti sia frequentando donne facoltose sia risiedendo negli alberghi di lusso senza pagare il conto.
Frequentavano l'ambiente di Piazza Ferretto a Mestre.
Mi dissero che erano stati ricontattati per una nuova operazione in Africa nella stessa zona e cioè per sostenere la secessione del Katanga che era una parte dell'ex Congo belga particolarmente ricca di miniere di diamanti.
Mi dissero che sia la precedente che la nuova operazione in Africa erano coordinate da GUERIN SERAC che li aveva reclutati.
Era la prima volta che sentivo questo nome.
Mi dissero che era una figura quasi mitica che si spostava in vari Paesi fra l'Europa e l'Africa per difendere gli interessi dell'occidente e che in particolare aveva basi sia in Portogallo sia in Belgio.
Infatti il centro di coordinamento cui dovevano fare riferimento per questa nuova operazione era in Belgio a Bruxelles, mentre l'imbarco per l'Africa sarebbe avvenuto a Marsiglia.
Entrambi effettivamente partirono, ritornando a Mestre 9 o 10 mesi dopo, mostrando di essersi anche arricchiti, anche se dissero che la missione, dal punto di vista militare, era andata male".
(SICILIANO, int. 20.5.1996).
E’ quindi certo che l’AGINTER PRESS di GUERIN SERAC, sin dall’inizio degli anni ‘60 ed anche in territorio mestrino, disponesse di contatti finalizzati alla propaganda e al reclutamento e quindi fosse un punto di riferimento stabile per Ordine Nuovo e le altre organizzazioni di estrema destra italiane.