Date: Sat, 8 Nov 1997 23:24:09 +0100

To: arti-party@breton.dada.it

From: Tommaso Tozzi <T.Tozzi@ecn.org>

Subject: Re: stiamo toccando argomenti nodali ... Cc:

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Ciao,

 

Carlo Giovannella ha scritto:

 

>ma difficilmente si

>puo' affermare che non esistono autori. L'essere autore non va pero' confuso con i 'diritti d'autore'.

 

in realta' nel discorso che ho fatto nell'altro messaggio contesto proprio cio' che si intende "convenzionalmente" per "autore": l'originalita' e il riferimento a delle precise convenzioni legilsative. Riferendomi all'originalita' io ritengo che essa possa essere solo una discriminante convenzionale, o meglio una cesura verticale alla realta' dei fatti che vede in ogni nostra azione una coevoluzione che la rende indivisibile da altre parti. Puo' essere individuata un'identita' come somma unica di piu' parti, ma non un'originalita' in essa (intesa come atto creativo originario). In tal senso si potrebbe, volendo, affermare che non esistono autori singoli se non all'interno di schemi convenzionali. Per essere sicuro infine che l'autore non venga confuso con i diritti d'autore devi prima risolvere il problema del diritto d'autore e in seguito proporre la definizione di autore, non viceversa.

 

>L'essere autore di un messaggio, a mio modo di vedere, implica responsabilita' ma non necessariamente diritti.

 

Beh in effetti questo e' come va il mondo. Sistematicamente le multinazionali sfruttano il patrimonio intellettuale degli autori (leggi i programmatori loro dipendenti) senza riconoscerne la paternita' e i loro diritti. La SIAE sistematicamente tralascia di retribuire gli autori minori. In un gruppo di discussione non ci si pone il problema di garantire la riservatezza dell'identita' dell'autore di un messaggio. Gli autori vengono chiamati in causa normalmente per discutere delle loro responsabilita' in caso di diffamazione, oltraggio, etc., o per versare le tangenti alla SIAE e similari. Per certi modi di vedere le cose quello che descrivi e' lo stato delle cose.

 

>Uno stato di diritto (di per se' una

>convenzione) tende a regolare 'le responsabilita'' secondo leggi (altre convenzioni) e come contro partita offre 'il diritto'. Credo che chiunque sia libero di rinunciarvi, ma e' una scelta personale alla quale si puo' chiedere, eventualmente, di aderire. Come alternativa non c'e' che il cambiamento delle convenzioni.

 

La convenzione (nel senso di aleatorieta', non contatto con la realta' delle cose) non e' tanto lo stato di diritto, che ha basi precise e storiche, quanto il modo in cui viene trattato e messo in atto. Nel campo in particolare delle reti telematiche discutere sulla responsabilita' diventa piu' un atto di persecuzione che di giustizia. Il carattere effimero dell'informazione digitale, la sua manipolazione (oltreche' controllo) puo' essere predeterminata nella struttura dell'interfaccia senza che vi sia la necessita' di azioni dirette in tal senso. La costruzione di limiti preventivi all'uso determina preventivamente il ritrovarsi in situazioni in cui ci si debba assumere responsabilita' che inevitabilmente travalicano i limiti della legalita'. Chiedere all'artista di abbandonare il suo statuto come tu chiedi per abbracciare quello di autore e in esso assumersi delle "responsabilita'" rinunciando ai diritti mi sembra un discorso che ha al suo interno una logica particolarmente pericolosa.

 

 

 

>Abbiamo delle estensioni

>interne e cerchiamo di prolungare tali estensioni anche all'esterno tramite i media.

 

Cio' che di noi puo' muoversi attraverso i media non e' una semplice estensione del corpo nel senso mcluhaniano. Bensi' parte integrante di un corpo pensante. E' quando i media sono usati sterilmente o in modo discriminante che tale corpo "virtuale" viene separato dalla mente e dall'identita' che ne e' proprietaria.

 

>ma non mi sembra che ci sia alcuna

>prova che un neurone

>funzioni come una rete (anche se ho letto affermazioni contrarie).

 

"In breve, sembra che il citoscheletro giochi per una singola cellula, un ruolo abbastanza simile a quello di una combinazione di scheletro, sistema muscolare, gambe, sistema di circolazione sanguinea e sistema nervoso." (R. Penrose, da "Ombre della mente")

 

>d) allo stesso modo non mi sembra che ci siano evidenze dell'affermazione "la mente non e' una macchina"; alcune delle argomentazioni date a riguardo sono le stesse che sono state usate per difendere l'Intelligenza Artificiale nella sua forma forte.

 

Forse faresti bene a rileggerti le tesi dell'intelligenza artificiale e le critiche che gli sono state mosse da capo.

 

>Molto spesso poi la non-conoscenza ci porta ad introdurre degli elementi di tipo fideistico-religioso: il tutto e piu' delle singole parti (se non lo si dimostra e' un atto di fede, o no?).

 

le api e uno sciame, degli individui e un gruppo sociale, i colori, la tela e l'immagine in un quadro, le singole parole e una frase. Scomponi tutto cio' nelle sue parti e vedi se mantenendole separate hai lo stesso risultato che mettendole insieme. Cosa c'e' di religioso in tali evidenze?

 

>ovvero da dove arriva il tutto? Qualcuno ci ha messo Dio, qualcuno nasconde le briciole sotto la tovaglia e qualcuno sta lavorando piu' opportunamente su modelli di, le chiamerei, 'fluttuazione del nulla' (un concetto di cui avevo remora a parlare qualche tempo addietro ma che ora comincio a pensare che

>non sia piu' cosi' insensato).

 

Mi immagino che nel prossimo messaggio ci rivelerai chi e' Dio.

 

Buona notte

Tommaso Tozzi