Resent-Date: Wed, 19 Nov 1997 21:20:36 +0100 X-Sender: gverde@alessia.tvol.it (Unverified) Date: Wed, 19 Nov 1997 19:59:53 +0100
To: c.parrini@leonet.it, Paolo BERNARDI <synthetica@www.tinet.it> From: Giacomo Verde <gverde@tvol.it>
Subject: Re: aggregazione/disgregazione
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Ciao
At 10.43 06/11/97 +0100, Claudio Parrini wrote:
>>... l'eccitazione di stare a parlare con
>>qualcuno che "sa", il santone, colui che può dare consistenza a qualunque sogno o fantasia che puoi avere in mente.
>Penso che ognuno di noi a suo modo, in generale, possa essere un santone, uno sciamano... sta al soggetto stesso di attuare una "pratica" non prevaricante, non approfittatrice...
anche perche' quel saper-fare che ha imparato a gestire tanto da sembrare un "santone" non e' solo merito suo ma e' anche frutto di una rete di conoscenze, relazioni e contesti che vanno oltre la sua persona.
>>La vita stessa di una persona è lo strumento per eccellenza.
>Il mezzo e il fine sono due cose che si intrecciano, sono spesso indecifrabili o meglio indicibili. Non siamo così presuntuosi di saper bene scinderli. La stessa vita di un uomo è uno strumento, ma anche un fine. La migliore opera d'arte che si possa fare è saper vivere. La questione è molto complessa, cerchiamo di visualizzarla.
Questo si che e' un bel problema!
Come giudicare se una vita e' riuscita come opera d'arte? Cosa vuol dire "saper vivere"?
A questa domanda spesso rispondono le religioni a volte le filosofie e le ideologie.
Penso che ognuno di noi abbia in testa un modello piu' o meno consapevole di giustezza del "saper vivere".
Per me "saper vivere" e' riuscire ad agire in armonia-dialettica con chi mi sta attorno cercando di migliorare lo stato delle cose nel rispetto delle differenze. E' cercare di essere felice senza fare danni. E' cercare di vedere lontano senza dimenticare il vicino e viceversa. E altro ancora ... Questa e' l'arte del saper vivere?
>Siamo tutti dei deserti limitati a noi stessi.
Non mi pare che sia sempre cosi'. Certamente esistono momenti di deserto ma esistono anche momenti di condivisione e affollamento. Il bello della vita e' che cambia continuamente. Perche' tutto in torno si muove.
>>L'artista è colui che trasmette emozioni e qual'è il punto più >sensibile dell'uomo (l'uomo attuale) se non il momento di contrasto, di contrapposizione di forze?
>E' lo so...!
>Diciamo che l'artista è anche colui che trasmette emozioni, non porrere limiti al limitato.
Sono d'accordo. Pensare che l'artista sia solo un trasmettitore di emozioni e' limitante e poi si rifa' ad una concezione romanticista (ottocentesca) dell'agire artistico. Ormai l'artista puo' essere molte piu' cose: puo' non solo trasmettere ma anche provocare emozioni, condividerle, puo' elaborare informazioni, condivedere esperienze e saperi. Ma cosi' rimaniano sul vago bisognerebbe fare degli esempi. Comunque insisto a dire che bisogna imparare a parlare al plurale: non Arte ma Arti: quindi non artista ma artisti di arti diverse soprattutto nelle finalita' piuttosto che nei mezzi.
per ora e' tutto
giac
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